NDE
VERIFICATA
(29-12-17)
Tricia
Barker era depressa. Aveva 21 anni, studiava inglese
all'università,ma non sapeva quale carriera avrebbe seguito,
e in generale sentiva che la vita era senza speranza e
dolorosa.
Provò
allora a togliersi la vita ingoiando una manciata di pillole
con un superalcolico.
Si è svegliò 36 ore dopo, ancora nella sua stanza, ma non
disse a nessuno che aveva tentato il suicidio, poichè aveva
deciso di andare avanti con la sua vita.
Come simbolo di rinascita, iniziò ad allenarsi per correre
una maratona di 10 chilometri. Dopo settimane di allenamento
stava andando a correre la maratona quando ebbe una
collisione frontale con un'altra auto.
La sua schiena si era rotta in diversi punti, non riusciva
più a sentire le gambe ed aveva lesioni interne. Senza
assicurazione sanitaria, ci sono volute quasi 20 ore per
trovare un chirurgo disposto ad operarla.
Trascorse quelle 20 ore in ospedale senza antidolorifici.
Finalmente sul tavolo operatorio, Barker fu anestetizzata.
In un istante, il suo spirito lasciava il corpo.
"L'anestesista
mi ha messo la maschera e mi sono trovata fuori dal corpo",
disse, schioccando
le dita per mostrare quanto velocemente fosse successo.
"All'epoca ero
agnostica e quindi ero così scioccato che lo spirito
continuasse ad esistere. Volevo tornare nel mio corpo,
svegliarmi e dire a tutti i miei amici,
'Ehi, andiamo avanti!' ",
Vide il suo corpo sul tavolo operatorio, con la schiena
aperta e sangue dappertutto. Due Angeli si avvicinarono a
lei e la tranquillizzarono. Li vide mandare luce attraverso
i chirurghi e nel suo corpo.
In quel momento, sapeva che i chirurghi sarebbero stati in
grado di rimuovere i frammenti ossei dalla sua schiena e
avrebbe camminato di nuovo, ma fu allora che vide il monitor
dell'ECG che non registrava più alcun battito cardiaco.
Mentre il suo corpo
giaceva morto, visitò i suoi cari e vide eventi che in
seguito vennero verificati per essere realmente accaduti.
Angosciata nel
vedere il suo corpo morto, incerta su come i medici
potessero rianimarla, non volle più vedere la scena.
Con quel pensiero in mente, si trovò immediatamente nel
corridoio.
È qui che è successo qualcosa che ha reso il suo caso di
grande interesse per i ricercatori delle esperienze di
pre-morte (NDE).
Vide il suo
patrigno, un matto per la salute che non avrebbe mai toccato
dolci, prendere uno snack da un distributore automatico
posto nel corridoio dell'ospedale e mangiarlo.
In seguito tale evento apparentemente banale
venne verificato e confermato.
Un tale evento è
chiamato "percezione veridica". Le percezioni
veridiche sono osservazioni che una persona ricorda da
un'esperienza fuori dal corpo che possono essere accertate
indipendentemente e che non si possono conoscere attraverso
i sensi ordinari.
Alcuni scienziati, come il neurologo Kevin Nelson
dell'Università del Kentucky, cercano di spiegare le NDE
come processi nel cervello simili a quelli che si verificano
quando una persona sogna o improvvisamente perde ossigeno,
ma la Dr.ssa Jan Holden dice che nessuna di queste
spiegazioni può giustificare l'accaduto. Il Dr.Holden, un
professore dell'Università del Nord del Texas e da lungo
tempo ricercatore sulle NDE, ha identificato circa 100 casi di percezione veridica!
Attraverso il suo esame di centinaia di casi di NDE ha
scoperto che questo fenomeno abbastanza comune non può
essere spiegato attraverso il tipo di processi ordinari
proposti da Nelson.
"Qualsiasi
spiegazione materialistica che è stata tentata non tiene
conto di alcune delle cose che accadono nelle NDE",
ha detto la Holden in una sua conferenza.
"Nessuno di questi
modelli può spiegare come Tricia sapesse che il suo patrigno
stava mangiando uno snack mentre lei era incosciente ed in
arresto cardiaco in sala operatoria",
continua la Holden.
Quello della Barker è uno dei tanti casi di NDE che Holden
ha indagato. Una persona su cinque Ritornati ha
un'esperienza extracorporea. Molte persone non ne discutono
apertamente, per paura del ridicolo, visto che alcuni di
loro sono stati persino sottoposti a cure psichiatriche per
aver parlato di tali esperienze.
Ma la Holden ha scoperto che la salute mentale di queste
persone rispecchia quella della popolazione in generale.
Sono sensate e razionali come chiunque altro. L'impatto di
queste esperienze è molto positivo, dato che circa il 90% di
esse la trovano come un'esperienza piacevole e molti tornano
più felici e con un forte bisogno di scopi vitali.
L'esperienza della Barker non si è conclusa con lo snack
dello zio, in quanto aveva sentito anche le silenziose
preghiere di sua madre, di sua zia e di molti altri. Quando
sentì il dolore nelle preghiere della sua famiglia, quasi
voleva tornare indietro, ma la Luce le fece un cenno.
"La luce era
così incredibile, non avevo mai provato un amore del genere
- l'amore di una mamma, l'amore romantico,
nulla con cui poter fare confronti".
Si era trovata in
un prato molto più reale e più bello di qualsiasi altra
visto sulla Terra. Suo nonno, che era già morto, era
lì con lei.
Poi vide centinaia di lucine, e sapeva che ognuna rappresentava un suo
futuro allievo. Sapeva che avrebbe dovuto essere
un'insegnante, quella sarebbe stata la sua carriera. Non
solo avrebbe insegnato l'Inglese, ma anche quel che aveva
vissuto durante la morte.
Sentiva cosa provava chi riceva gli effetti delle sue
azioni, quale impatto aveva sugli altri.
Il passato e il futuro balenarono davanti a lei. Non erano
necessariamente i principali eventi o le relazioni della sua
vita che venivano enfatizzati, ma piuttosto le sue
interazioni con persone che avevano avuto piccoli ruoli.
C'erano persone con cui non era connessa perché pensava che
fossero diversi da lei, ma vide che avevano pregato e si
preoccupavano per lei quando era depressa. Era in
grado di sentire e vedere come le sue azioni nei confronti
degli altri avevano un impatto su di loro.
La Holden ha detto che questa è un'esperienza comune durante
le NDE. Spesso i Ritornati sono più impegnati a considerare
gli altri nelle loro azioni, perché sanno che alla fine della loro vita
dovranno rivivere tutti i sentimenti che provocano negli
altri.
Sentiva che gli Angeli e Dio non la giudicavano
negativamente per le cose che aveva fatto, si sentivano
tristi per alcune delle scelte che aveva fatto, ma non la
giudicarono male. Volevano solo ciò che era meglio per
lei. Quando aveva tentato il suicidio, vide che aveva più
scelte che avrebbe potuto intraprendere. Avrebbe potuto
chiedere aiuto alle persone che l'amavano, per esempio. Vide
che la scelta principale che avrebbe dovuto fare era di
essere buona con se stessa, fare tesoro di se stessa e
trattarsi con compassione.
"Quando credi di
essere degno del tuo stesso amore, inizi a creare una vita
intorno a te che è di gran lunga migliore".
Sebbene fosse duro
vedere i suoi errori, l'esperienza complessiva era stata
immensamente gioiosa.
Non voleva più tornare nel suo corpo, ma Dio le disse che
doveva tornare indietro.
Quando rientrò di nuovo nel suo corpo, si senti fortemente
limitata dopo la sua esperienza trascendente. Il suo corpo
sembrava un "costume", e in un primo momento lei parlava di
se stessa in terza persona, come "Tricia Barker" che era
solo un'incarnazione limitata del suo essere eterno. Pian
piano si riprese dalle ferite alla schiena, come le era
stato detto durante la sua esperienza extracorporea e,
solo un anno dopo, andò a correre una maratona di 10
chilometri. Gara che, non solo simboleggiava la sua
guarigione dopo il tentato suicidio, ma anche la sua
vitalità dopo un'esperienza di pre-morte che l'aveva
trasformata profondamente.
Fonte:
https://www.theepochtimes.com/
By
Tara MacIsaac,
Epoch Times
Tricia è su Twitter:
https://twitter.com/triciateacher
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LA
nde
infernale di jeffrey
(07/12/17)
Quando
aveva 19 anni, Jeffrey C. tentò il suicidio dopo aver
scoperto che la sua ragazza lo
tradiva con il suo migliore amico. Aveva ingerito un sacco
di pillole,
ma
sua madre capì cosa era successo e chiamò un'ambulanza.
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J effrey
vide un medico che gli stava sopra, ha ricordato in un post
pubblicato sul sito web della
NDERF
Gli sembrò di abbandonare il suo corpo e
d'entrare in quello del medico
che lo soccorreva, sì da leggergli la mente:
"Sono andato da lui
e ho visto le immagini di sua moglie, dei bambini e della
sua auto.
Ho sentito il suo panico. "
Poi, uno Spirito gli prese la mano e lo trascinò via.
Poteva vedere il proprio corpo, un dottore e un'infermiera
che lavoravano per rianimarlo. L'essere lo trasportò in una
"colonna di luce". All'inizio era in un posto che pensava
fosse il paradiso, con pareti simili a nuvole e lì ha visto
sua nonna. Ma poi era in un campo maleodorante con persone
che avevano facce da sciacallo. Una creatura demoniaca lo
afferrò e lo portò in un posto con un mucchio di cubetti
accatastati.
Un'altra creatura demoniaca gli disse che ogni persona
riceve un inferno su misura.
"Mi ha detto che
era un inferno e in ogni cubo ce n'era uno su misura per
ciascun'anima.
Poi mi spiegò che le anime si adattano ad ogni tipo di
inferno e sono più tolleranti verso alcune cose rispetto ad
altre, quindi l'inferno è in continua evoluzione. Aggiunse
che provava molta gioia a vederle soffrire ".
Jeffrey fu risucchiato in uno di quei cubi dove lo nutrirono
con cibo ripugnante e ridevano.
Poi gli mostrarono una sorta di flash-back di tutte le
cose più brutte che avesse mai fatto.
"Mi trovavo nei
panni degli altri mentre gli facevo cose cattive. Ho visto
quanto ero insensibile alle persone e non lo sapevo nemmeno.
È stato straziante e travolgente rivivere cose di cui mi ero
dimenticato, o semplicemente non mi importava.
Mi hanno fatto sentire nel modo in cui avevo fatto sentire
gli altri ".
Poi si trovò inginocchiato in una grotta, con altre persone
intorno a lui anch'esse in ginocchio.
"Ho visto una
ragazza inginocchiata con i polsi tagliati, un uomo con una
corda intorno al collo e un altro con
il cranio spalancato. Potevo sentirli urlare dalla grotta di
fronte e stavo cercando di convincere una di queste persone
a parlare con me e dirmi dove fossi capitato. Uno di loro mi
disse di stare zitto o sarei stato il prossimo.
A quel punto, un enorme, orribile demone raggiunse la
grotta, li afferrò e li trascinò nella caverna. "
Quando
chiuse gli occhi, fu improvvisamente di nuovo sopraffatto
dalle visioni delle cose brutte che aveva fatto.
Capì che era per questo che tutti avevano gli occhi
spalancati, perché avrebbero anche loro vissuto queste
visioni, ad occhi chiusi.
"Non puoi
chiudere gli occhi. Non puoi parlare agli altri. Non puoi
alzarti in piedi. Non puoi sederti.
Puoi solo inginocchiarti lì sulla punta dei piedi e sulle
ginocchia. Tutto quello che potevi fare
era fissare il buco di fuoco, ascoltare le urla e sperare
che non ci finissi dentro".
Ma c'era ancora speranza.
"Dopo tanto
tempo, i miei occhi hanno cominciato a bruciare così forte,
che finalmente mi decisi che valeva la pena di sopportare
quelle visioni, se solo avessi potuto chiudere gli occhi per
un pò. Cominciai a singhiozzare quietamente mentre rivedevo
le mie
cattiverie, quando sentii una voce che diceva: Se glielo
chiedi, forse ti salverà".
Jeffrey chiese ancora ed ancora la salvezza. finchè fu
portato davanti ad un Essere Spirituale che chiese cosa lo
avesse portato lì.
Jeffrey rispose che il mondo non è giusto e non voleva più
farne parte. Aveva capito che la sua vita non aveva un
significato.
L'Essere spiegò a Jeffrey che aveva implorato di nascere nel
mondo materiale ed aveva persino scelto quando e da chi
sarebbe nato. Spiegò anche che era stato salvato quando lo
aveva chiesto, perché aveva ancora una scintilla di fede.
"La mia fede
valeva molto più di quanto non avessi mai capito. Lui ha
visto qualcosa in me che neanche io avevo
visto. Cominciai a piangere così forte che mi sentii
congelato sul pavimento con la testa tra le mani; piangevo
in modo incontrollabile
".
Gli furono poi mostrati gli eventi futuri, compreso il
modo in cui si sarebbe spezzato la schiena e come ciò
avrebbe avuto un impatto su di lui. Queste cose in seguito
si sono avverate. Gli fu detto che aveva scelto tutto per
una buona ragione, già prima di nascere, consapevole delle
conseguenze, e doveva tornare per finirle. Non voleva
tornare indietro, ma quando tornò nel suo corpo sentì
conforto e pace da parte di Dio. Un'infermiera gli disse che
era morto e che era stato rianimato. Rimase in coma per tre
giorni, sebbene la sua mente fosse rimasta consapevole.
Pensò a tutti i dettagli della sua esperienza mentre era
sdraiato lì senza muoversi.
Era un trafficante di alcolici che era diventato un
delinquente, ma ormai la sua vita
era cambiata .
Egli non temeva più la morte, anche dopo la sua esperienza
infernale. Ciò che aveva visto durante la sua esperienza di
premorte si è avverato, come pezzi di un puzzle andati da
soli al loro posto.
“Sapevo che era
vero perché era più vivido di qualsiasi sogno. Nessun
sogno o illusione avrebbe potuto fornirmi un puzzle
che si compone da solo con ogni anno che passa e
continua a formare un'immagine sempre più perfetta.
Vedi, l'immagine
deve essere già stata creata prima che il puzzle venga
tagliato a pezzi. Ogni pezzo di esso è stato progettato per
essere trovato e posizionato correttamente. Talvolta le cose
avvengono in modo da cambiare il corso degli eventi.
Una gomma a terra sulla superstrada potrebbe sembrare un
problema,
ma potrebbe averti aiutato ad evitare un incidente lungo la
strada.
(Fonte:
https://www.theepochtimes.com/ - Di Tara
Mc Isaac )
LA
NDE DEL DR. GEDDES
(22-06-17)
Che le NDE
siano un fenomeno conosciuto dai tempi di Platone, è ben noto a
tutti, ma che anche in tempi più recenti siano state riportate
da persone al di sopra di ogni sospetto in paludate assemblee
mediche, lo è forse meno. E' quanto ci racconta M. Tymn in questo suo articolo in cui illustra l'esperienza di
quasi morte di un noto Chirurgo dell'altro secolo che, se pur
sotto mentite spoglie, ha raccontato una classica situazione di
distacco dal corpo addirittura ai Colleghi della prestigiosa
Reale Società di Medicina Inglese, nel
lontano
1937.
Alla celebrazione del bicentenario
della Royal Medical Society, nel 1937, Sir Auckland Geddes, un
Chirurgo e poi Statista britannico, riferì sulla strana esperienza di un uomo
che non voleva essere identificato, ma la cui credibilità non
poteva essere messa in discussione.
Vi erano però grosse probabilità che si trattasse
dell'esperienza personale dello stesso Geddes
che riferì (probabilmente agli attoniti presenti) che il 9 novembre 1935, qualche minuto dopo la
mezzanotte, quell'uomo aveva cominciato a sentirsi molto male.
Verso le 2 del mattino si rese conto che si trattava di una
grave
gastro-enterite, con vomito e diarrea che durarono fino alle 8
del mattino.
Alle 10, capì che aveva sviluppato tutti i sintomi
di un avvelenamento molto acuto con "battito cardiaco e
respirazione che erano diventati quasi impossibile da misurare",
tanto che, pur volendo chiamare aiuto, non riuscì a raggiungere
il telefono.
Rendendosi conto che era molto grave, "...ho rapidamente
riesaminato la mia posizione finanziaria e mi sono reso conto che in
nessun momento mi sembrava che la mia coscienza fosse in qualche
modo oscurata. Poi, improvvisamente, ho capito che la mia
coscienza si stava separando da un'altra coscienza, che era
anche il mio io.
A scopo esemplificativo potremmo chiamarle coscienza "A" e
"B", ed in tutto ciò che segue, l'ego si era attaccato
alla coscienza "A".
Geddes precisò che la personalità B apparteneva al corpo.
Mentre la sua condizione si aggravava, notò che il suo cuore
fibrillava piuttosto che battere. Geddes continua a riferire:
"Mi sono reso conto che la
coscienza B appartenente al corpo cominciava a mostrare segni di
diventare composita, cioè testa, cuore e visceri. Questi
componenti divennero più sfumati e la coscienza B cominciò a
disintegrarsi, mentre la consapevolezza di A, che era presente
in quel mentre, sembrava essere al di fuori del mio corpo, che
poteva vedere.
Gradualmente mi resi conto che non potevo vedere
solo il mio corpo e il letto in cui era disteso, ma tutto quel che c'era
in casa e nel giardino, poi ho capito che stavo vedendo non solo
quello, ma Londra, la Scozia e dovunque si appuntasse la mia
attenzione.
La spiegazione che ricevetti, da quale fonte ignota, come se
fossi io stesso il mio mentore, era che ero libero in una
dimensione temporale dello spazio, in cui 'ora' era in qualche
modo equivalente a 'qui"
nel normale spazio tridimensionale della vita quotidiana".
Lo sperimentatore ha poi capito che la sua visione includeva non
solo "le cose" nel mondo tridimensionale ordinario, ma anche le
"cose" esistenti nei quattro o più luoghi dimensionali in cui
s'era ritrovato."Da ora in poi la descrizione è e deve essere
interamente metaforica", ha proseguito, "perché non esistono
parole che descrivano veramente ciò che ho visto, o meglio,
provato."
Anche se non aveva un corpo, aveva quello che sembrava essere una
perfetta visione binoculare e quello che ha visto può essere
descritto solo in questo modo: che era cosciente di un flusso
psichico che scorreva con la vita nel tempo, e questo dava
l'impressione di essere visibile
"...e mi sembrava di emanare una
iridescenza particolarmente intensa.
Ho capito dal mio mentore
che tutti i nostri cervelli sono solo organi finali che si
proiettano dall'universo tridimensionale nel flusso psichico che
scorre nella quarta e quinta dimensione.
"
Intorno a ogni
cervello, per come lo ha visto lo sperimentatore, sembrava che
ci fosse una condensazione
del flusso psichico, che appariva come una piccola nuvola:
"Mentre lo esaminavo, il mentore che mi
ha trasmesso le informazioni mi spiegava che la quarta
dimensione è presente in tutto ciò che esiste nello spazio
tridimensionale e allo stesso tempo tutto ciò che si trova nella
dimensione tridimensionale esiste nella quarta dimensione ed
anche nella quinta. In quel momento capii chiaramente cosa si
intendeva e come «ora» nell'universo della quarta
dimensione sia uguale a tutti gli intenti e gli scopi come nel
«qui» in una visione tridimensionale delle cose.
Io stesso ero una condensa, come nel flusso psichico, una sorta
di nuvola che non era una nuvola e l'impressione cromatica che
avevo di me era sul blu ".
Gradualmente, cominciò a riconoscere un certo numero di persone
note ed a vedere la "condensa psichica" ad esse associata.
Inoltre vide che alcune di esse avevano una scarsa aura intorno a loro. Vide diversi colori - blu, viola e
rosso scuro, rosa, grigio-marrone, perlato, albicocca e marrone
intorno a vari conoscenti. Mentre osservava tutto questo, vide
che una donna con l'aura rosso-viola scura entrò nella stanza e
si affrettava al telefono per chiamare il suo medico.
Al suo esame iniziale, il medico curante commentò:
«È quasi
morto».
Lo sperimentatore lo udì chiaramente parlare con lui
sul letto, ma non riuscì a rispondere.
"Sono stato veramente scosso
quando ha preso una siringa e ha iniettato rapidamente qualcosa
che ho poi ho appreso era canfora. Mentre il cuore cominciò a
battere più forte, mi sono ritirato nel corpo fisico e ne sono
stato intensamente infastidito, perché era tutto così
interessante e appena cominciai a capire dove ero e quello che
stavo vedendo sono tornato nel corpo arrabbiato.
Una volta tornata completamente la chiarezza della visione tutto è
scomparso, ed ero in possesso di un lieve bagliore di coscienza
che era soffocata dal dolore ".
Lo sperimentatore ha affermato che
"..il sogno, la visione o
l'esperienza non ha mostrato alcuna tendenza a svanire nel tempo
come i sogni, né di razionalizzare l'accaduto come si farebbe
con un sogno ".
Inoltre, non ebbe ripetizioni di alcun tipo di quell'esperienza
di chiara comprensione provata mentre era "libero dal corpo".
http://www.ascsi.org/ASCS/Library/EvidenceRoom/EvidentialReports/Geddes-NDE.pdf
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LA NDE DI ANGIE
FENIMORE
(09/05/17)
(SUICIDA)
QUESTo è il lungo racconto della NDE di Angie Fenimore, forse la più
significativa esperienza di una suicida che abbiamo letto fin'ora, CHE
PROVA COME NON TUTTI I SUICIDI VANNO (E RESTANO) ALL'Inferno, MA CHE DIO LI PUò PERDONARE, A PATTO CHE ACCETTINO IL SUO AMORE DI CUI, PERò, NON
SI
SENTONO DEGNI perchè non riescono a perdonarsi. (WM)
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INTRODUZIONE, DI KEVIN WILLIAMS
Angie
Fenimore, moglie e madre, aveva subìto abusi nell'infanzia e,
sopraffatta dalla disperazione, era caduta in un profondo stato
depressivo a soli 27 anni di età.
L'8
gennaio 1991 si suicidò, sperando di sfuggire al suo senso di vuoto e
di sofferenza, ma la morte clinica non la fece giungere nella luce vista
in tante esperienze di quasi morte, ma si ritrovò in un regno di
tenebre. L'Inferno che aveva sperimentato era ben più orribile e
personale delle vecchie descrizioni fatte di fuoco e di vapori sulfurei.
Il suo Inferno era un regno di visioni terrificanti e di profonda
disconnessione psichica. Miracolosamente venne riportata in vita da
Gesù, segnata per sempre da un nuovo senso della fede, di sottomissione
alla volontà di Dio e di esserne veramente una figlia. Il seguente è un
estratto dal suo meraviglioso libro, Oltre l'oscurità.
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Stavo passando in una sfera diversa. La mia anima si stava scollegando
dal mio corpo con un tumulto che continuava a crescere e lanciai un
grido mentre la vibrazione della morte mi faceva precipitare in
profondità.
Ho notato che c'era un grande schermo davanti a me. Mi stava attirando:
guardavo una rappresentazione tridimensionale della mia vita che si
svolgeva cronologicamente davanti ai miei occhi, facendomi sperimentare
ogni suo istante, da tutti i punti di vista e di comprensione. Sapevo
esattamente cosa aveva provato ogni persona che avesse mai interagito
con me.
In particolare, però, mi venne mostrato in vivido dettaglio come la mia
infanzia fosse veramente stata.
Le immagini volavano oltre me, ma recepivo facilmente ogni momento,
ognuno di essi innescava un intero ricordo o un pezzo della mia
esistenza.
Era ciò che la gente intende quando dice :
"La mia vita mi è passata tutta
davanti agli occhi".
Più mi avvicinavo alla fine, più velocemente le immagini
balenavano davanti a me. Era incredibile! In un attimo avevo
sperimentato l'interezza dei miei ventisette anni di esistenza, dalla
nascita al momento in cui mi trovavo agonizzante su di un divano e stavo
attraversando quella buia galleria verso l'Aldilà.
Poi tutto si fermò
bruscamente.
Adesso cosa?
Dove ero io? Ero immersa nell'oscurità. I miei occhi sembravano
adattarvisi, e cominciai a vedere più chiaramente anche se non c'era luce.
L'oscurità si estendeva in tutte le direzioni e sembrava non avere fine,
ma non era solo l'oscurità, era un vuoto infinito, un'assenza di luce.
Quel buio era totalmente avvolgente. Girai la testa per esplorare quella
fitta oscurità e vidi, alla mia destra, spalla a spalla, un gruppo di
altri esseri. Erano tutti adolescenti.
"Oh, dobbiamo essere i suicidi", pensai.
Con una risata, aprii la bocca, ma prima che potessi formulare una
parola, i miei pensieri erano già usciti fuori. Non ero sicura se avessi
pensato quelle parole o se avessi tentato di pronunciarle, ma erano udibili
senza dover muovere le labbra, così non ero sicura se queste altre
persone mi avessero sentito, finché un ragazzo che stava accanto a me non
mi rispose.
Non mi disse una parola. Lui mi guardò lentamente e si voltò di nuovo.
Non c'era assolutamente nessuna espressione sul suo volto, nessun calore
o intelligenza nei suoi occhi. Sospeso nell'oscurità, lui e tutti gli
altri erano come congelati in uno stupore senza pensiero.
All'altra estremità del gruppetto, c'era una ragazza che sembrava ancora
un'adolescente.
Stavo cominciando a capire che quella sensazione - che chiamerei
intuizione o sesto senso - era il metodo preferito per il trasferimento
di informazioni in quel luogo, sicchè le idee inespresse diventavano
udibili. Mentre esercitavo il mio nuovo potere, ebbi l'impressione di
ricordare una facoltà a lunga dimenticata, naturale e familiare e che era
stata soppiantata o sovvertita dalle parole e rapidamente mi riabituai a
questo nuovo modo di interloquire.
Lei, però, non si connetteva con me. Il suo sguardo vuoto, fisso sul
niente continuò e non venne interrotto dai miei pensieri. Era come il
resto di loro, fissava il vuoto, senza preoccupazione o curiosità su
dove eravamo.
Erano morti, e così lo ero io.
Improvvisamente, venni risucchiata ulteriormente nell'oscurità da un
potere invisibile e indefinito, lasciandomi alle spalle quegli
adolescenti. Mi ritrovai ai bordi di un regno ombroso, sospeso
nell'oscurità, che si estendeva al di là dei limiti della mia vista.
Sapevo che ero in una sorta di Inferno, ma questo non era il tipico
Inferno fatto di fuoco e di zolfo che mi era stato descritto da bambina.
La parola Purgatorio si insinuò nella mia mente.
Uomini e donne di tutte le età, ma nessun bambino, stavano in piedi o
accovacciati o vagavano in quel regno. Alcuni stavano mormorando fra sè
e sè. L'oscurità emanava da quella profondità e irradiava da loro
un'aura che avrei potuto sentire. Erano assolutamente auto-assorbiti,
ognuno tanto preso dalle proprie miserie da non essere in grado di
impegnarsi in qualsiasi scambio mentale o emotivo, sebbene avessero la
capacità di connettersi tra loro, perchè incapacitati dalle tenebre.
Gradualmente divenni consapevole dei suoni, un caleidoscopio folle di
voci e capii che in questo regno i pensieri erano il solo modo di
comunicare.
Intorno a me sentivo questo suono, simile a quello di un cinematografo
affollato con le luci basse.
Seduto vicino a me c'era un uomo che
sembrava avere circa una sessantina d'anni.
Gli occhi di quest'uomo erano totalmente privi di vitalità.
Pateticamente accovacciato a terra, coperto da una lurida veste bianca,
non irradiava nulla, neanche autocommiserazione.
Sentii che aveva assorbito tutto quello che doveva sapere qui e aveva
scelto di smettere di pensare. Era completamente prosciugato, solo in
attesa. Sapevo che la sua anima sarebbe rimasta per sempre in quello
stato pietoso, rinchiusa in quella prigione scura un giorno, mille
giorni o mille anni. Ero sicuro che quest'uomo, come la donna di mezza
età, si era ucciso. I suoi vestiti suggerivano che fosse vissuto
durante il ministero terreno di Gesù Cristo.
Mi chiedevo se fosse Giuda Iscariota che aveva tradito il Salvatore e
poi si era impiccato.
Sentii che dovevo essere imbarazzata pensando a queste cose in sua
presenza, dato che poteva sentirmi. Mentre la mia mente otteneva
ulteriori informazioni, provai un grande disappunto.
Potevo sentire e conoscere completamente tutto ciò che mi circondava
solo ponendo una domanda nella mia mente o guardando in qualsiasi
direzione.
Le possibilità di apprendimento erano infinite, ma non avevo libri,
televisione, amore, nessuna privacy, niente sonno, amici, nessuna luce,
nessuna crescita, nessuna felicità e nessun sollievo - nessuna
conoscenza e nessun modo di usarla, ma peggio ancora ,era il mio
crescente senso di piena solitudine. Anche ascoltare il peso della
rabbia di qualcuno, per quanto sgradevole, è una forma di connessione
tangibile, ma in questo mondo vuoto, dove non si poteva interagire, la
solitudine era terrificante.
Poi ho sentito una voce di una forza straordinaria, non forte ma che si
abbatté su di me come un'ondata di rumore in espansione. Una voce che
comprendeva una tale feroce rabbia che con una sola parola poteva
distruggere l'universo e che esprimeva anche un tale amore potente e
incrollabile che, come il sole, potrebbe distruggere la vita sulla
Terra. Mi limitai alla sua forza e alle sue parole strazianti:
"È questo
che vuoi veramente?"
La grande voce emanava da un punto di luce che
si gonfiò con ogni parola, fulmineamente fino sembrare un sole radiante
appena al di là della parete nera della nebbia che formava la mia
prigione. Ben più brillante del sole, la luce mi fece abbassare
gli
occhi con la sua luminescenza bianca profonda e pura. Ho sentito che la
luce non poteva (o forse non
avrebbe potuto - non ne sono sicura) attraversare la
barriera dell'oscurità. E con tutta certezza sapevo che ero alla
presenza di Dio. Era un Essere di Luce, non solo irradiante luce o
luminosa dall'interno, ma quasi sembrava essere fatta di luce. Era
una luce che aveva sostanza e dimensione, la più bella e gloriosa
sostanza che io abbia mai visto. Tutta la bellezza, l'amore, la bontà
sono contenute nella luce che si è riversata da questo essere.
Ma non c'è niente che siamo capaci di immaginare che si avvicini alla
grandezza dell'amore perfetto che venne riversato in me.
Mentre non
mi ricordavo i dettagli di una vita prima della mia nascita mortale,
stavo riconquistando la vita condivisa con il Padre, una vita
spirituale che sembrava estendersi all'inizio dell'universo. Potei
vedere che nessuno degli altri in quel regno era consapevole della presenza
di Dio. L'uomo che stava accanto a me poteva vedere che ero concentrata
su qualcosa, ma era evidente che non poteva vedere niente oltre la
barriera. Altri continuavano a balbettare ignari. Allora Dio mi parlò. Le sue parole mi stavano sconvolgendo:
"Questo è quello che vuoi davvero? Non sai che questa è la cosa peggiore
che avresti potuto fare?"
Sentivo la sua rabbia e la sua frustrazione, sia perché avevo gettato la
spugna, sia perché mi ero tagliata fuori da Lui e dalla sua guida. E mi
ero sentita intrappolata. Non ero capace di vedere altra scelta se non
morire prima che potessi fare più danni alla vita.
Così risposi: "Ma la mia vita è così dura...". I miei pensieri furono comunicati così
velocemente tanto da non essere nemmeno completati prima di ricevere la
sua risposta: "Pensi che sia difficile? Non è niente rispetto a quello
che ti aspetta se ti togli la vita".
Quando il Padre parlava, ognuna
delle sue parole esplodeva in un complesso di significati, come fuochi
d'artificio, minuscole palline di luce che si ergevano in un miliardo di
bit di informazioni, che mi riempivano di flussi di vivida verità e pura
comprensione.
"La vita dovrebbe essere difficile, non puoi saltare
alcune sue parti, abbiamo fatto in questo modo, devi guadagnare quello
che ricevi". Improvvisamente sentii un'altra presenza accanto a noi, la
stessa presenza che era stata con me quando avevo attraversato la morte
e che aveva riveduto la mia vita con me. Riconobbi che era stato con noi
per tutto il tempo, ma che solo ora ero in grado di percepirla.
Poi
avevo provato la sua potente, ma gentile personalità, però ora lo
sentivo così forte che potevo anche intuire il suo aspetto.
Quello che
potevo vedere erano pezzi di luce che arrivavano nell'oscurità, come
piccoli fasci laser che spezzavano un foglio nero o come stelle che
attraversavano l'oscurità di una nuvola di
notte.
Questa luce era inconfondibilmente della stessa brillantezza della luce
gloriosa che emanava dal Padre, ma i miei occhi spirituali erano
incapaci di osservarla completamente. La mia capacità di vedere coi miei
occhi era in qualche modo legata alla mia volontà di credere.
I raggi di
luce mi penetravano con forza incredibile, con il potere di un amore che
consumava tutto.
Questo Amore era Puro e Potente come quello del Padre, ma aveva una
dimensione completamente nuova di pura compassione, di empatia completa
e perfetta. Sentii che non solo capiva bene la mia vita e le mie pene,
come se l'avesse effettivamente vissuta, ma che sapesse tutto su come
guidarla, come le mie scelte differenti potrebbero produrre più amarezza
o nuova crescita. Avendo pensato per tutta la mia breve esistenza che nessuno potesse
capire quello che avevo passato, ero ormai consapevole che c'era
un'altra persona che l'aveva fatto veramente. Attraverso questa empatia
correva una profonda ferita dolorosa. Lui si preoccupava, era veramente
arrabbiato per il male che avevo sopportato, ma anche per la mia mancanza
di volontà a cercare il suo conforto. Il suo più grande desiderio era
aiutarmi. Piangeva per la mia cecità come una madre avrebbe pianto un
bambino morto. Improvvisamente sapevo che ero alla presenza del
Redentore del mondo. Mi parlò attraverso il velo delle tenebre:
"Non
capisci? Ho fatto questo per te".
Mentre ero inondata dal suo amore e
dal dolore effettivo che provava per me, i miei occhi spirituali vennero
aperti.
In quel momento cominciai a vedere esattamente quello che era stato
fatto dal Salvatore, come Lui si fosse sacrificato per me.
Mi si era
mostrato; Mi aveva preso in se stesso, aveva assimilato la mia vita,
abbracciate le mie esperienze, le mie sofferenze, come fossero le sue.
E così per un secondo ero nel suo corpo, capace di vedere le cose dal
suo punto di vista e di sperimentare la sua coscienza di sé. Mi ha messo
in condizione di poter vedere come avesse preso i miei oneri su di sé e
quanto amore mi portava. Sapevo dove avevo sbagliato. Avevo dubitato
della sua esistenza. Avevo messo in discussione l'autenticità delle
Scritture perché ciò che sostenevano sembrava troppo bello per essere
vero. Avevo sperato che c'era la verità nell'idea di un Salvatore che
aveva dato la sua vita per me, ma avevo paura di crederci veramente.
Credere senza vedere richiede una grande fiducia.
La mia fiducia era stata violata tante volte nella mia vita che non avevo
molto da perdere.
E così avevo scelto di mettere fine alla mia vita piuttosto che
allontanarmi ed agire sulla possibilità che esistesse un Salvatore.
Voleva confortarmi e tenermi, ma eravamo stati separati dalle mie risposte
sbagliate alle lezioni della vita.
Lui era stato lì con me per tutta la mia vita, ma non mi ero fidata.
Mentre guardavo a tutta la faccenda dalla prospettiva del Salvatore, la
sua compassione per la mia situazione fu trasferita al Padre.
Dalla mia
nuova prospettiva potei vedere Dio di profilo mentre stava guardando la
mia essenza.
La comunicazione del Padre e del Figlio era così rapida, così perfetta,
che sembravano formulare all'unisono i loro reciproci pensieri.
Gesù stava supplicando per il mio caso. Non c'era conflitto o
argomentazione.
L'indulgenza di Gesù era stata accettata senza contestazioni perché
aveva esposto i fatti. Era il Giudice perfetto. Sapeva esattamente dove
mi ponevo in base alla mia necessità di misericordia contro
quella di giustizia richiesta dall'universo. Ora potevo vedere che tutte
le sofferenze nella mia vita mortale sarebbero state temporanee e che in
realtà erano per il mio bene. Le nostre sofferenze sulla Terra non
devono essere inutili. Dalle circostanze più tragiche sorge la crescita
umana. Mentre Dio Padre e Gesù mi stavano esaminando, le loro parole
avevano acquistato velocità e potenza e poi si unirono, finché dissero le
stesse cose nello stesso momento, condividendo una sola voce, una sola
mente ed un solo scopo: ero
travolta dallq pura conoscenza.
Capii che proprio come esistono leggi della natura, della fisica e della
probabilità, ci sono leggi dello Spirito.
Una di queste leggi spirituali
dice che un prezzo fatto di sofferenza deve essere pagato per ogni atto
dannoso.
Ero dolorosamente consapevole della sofferenza che avevo causato alla
mia famiglia e ad altre persone a causa delle mie debolezze, che ponendo
fine alla mia vita, stavo distruggendo la rete di connessioni fra tante
persone sulla Terra, forse alterando drasticamente la vita di milioni di
loro, perché tutti siamo inseparabilmente legati l'un l'altro e
l'impatto negativo di una singola decisione ha la capacità di essere sentita in
tutto il mondo.
I miei figli, certamente, sarebbero stati gravemente danneggiati dal mio
suicidio.
Mi fecero dare un'occhiata al loro futuro, non tanto agli
eventi della loro vita, ma piuttosto all'energia ed al carattere che
avrebbero avuto. Abbandonando le mie responsabilità terrene, avrei
influenzato i miei figli, in particolare il più grande, a fare
scelte che lo avrebbero portato lontano dai suoi scopi divini. Mi venne
detto che prima che lui, Alex, nascesse, aveva accettato di svolgere compiti
specifici durante la sua vita sulla Terra. Il suo dovere non mi fu
rivelato, ma ho sentito l'energia che la sua vita avrebbe avuto fino dai
suoi anni da giovane adulto. Seppi che i miei figli erano Spiriti grandi e potenti e che
fino a questo punto della mia vita non li avevo meritati. Ho intravisto
uno scorcio di quanto profondamente Dio ama i miei ragazzi e come, con
il mio insensato disinteresse per il loro benessere, stavo manomettendo
la sacra volontà di Dio.
Allora mi è stato mostrato come dannerei altre
persone vicine a me, come mio marito e mia sorella, Tony ed innumerevoli
altri.
C'erano persone sulla Terra che non avrei mai incontrato, ma anche
costoro sarebbero stati colpiti dal mio suicidio.
A causa della rabbia e del dolore da me causato, i miei cari non
sarebbero stati più in grado di agire bene con gli altri.
Sarei stata
responsabile dei danni - o della mancanza di amore - che la mia morte
egoistica avrebbe loro causato ed avrei pagato caro, perché le leggi
spirituali dettano che tutti i danni, inclusa la mancanza di amore
derivante dalla mia morte. debbano essere puniti da una pari sofferenza. Anche se
non potevo prevedere l'effetto a lungo termine che la mia morte avrebbe
causato, ne sarei stata responsabile. Dio stesso è legato alla Legge
Spirituale e perciò non ci poteva essere alcuna via di fuga per me. Poi
mi è stato mostrato che, per me, il regno delle tenebre era letteralmente
un tempo spirituale, un luogo in cui dovrei cogliere la gravità delle mie
offese e pagarne il prezzo.
Volevo chiedere, perché io? Perché mai io avrei potuto vedere Dio,
mentre la vuota conchiglia di un uomo accanto a me non poteva? Perché
avevo assorbito la luce che mi aveva edotta, mentre stavo cadendo in
miseria e nelle tenebre? Mi è stato detto che la ragione è la volontà.
Quando avevo guardato quell'uomo e mi ero chiesta se fosse stato vivo
durante il ministero terreno di Gesù, mi venne chiesto se ero disposta a
credere in Dio, disposta a credere che Cristo abbia un tempo camminato
sulla Terra.
Una volta disposta a credere, sono riuscita a vedere.
La disponibilità e la capacità sono la stessa cosa. Tutto intorno a me
nel regno buio erano persone con vari gradi di volontà, di comprensione,
di capacità di vedere che Gesù Cristo era lì con noi per tutto il tempo.
Non so se gli altri stessero parlando con Dio come me o se stavano
parlando con altri Messaggeri di Luce che non ero ancora capace di
vedere, ma sono sicura che non tutti stavano mormorando con se stessi.
Ho così potuto capire che il mio tempo spirituale sarebbe potuto durare
un momento, o migliaia di anni prima di uscire fuori da quella prigione
scura, a seconda di quando fossi arrivata a voler vedere la luce.
Cosa
dire della legge spirituale che mi ha obbligato a soffrire per i danni
che avevo già fatto nella mia vita, fino a giungere al mio suicidio? Mi
è stato detto che il debito era già stato pagato, che il sacrificio era
già stato fatto. Nel Giardino di Getsemani, Gesù Cristo aveva
sperimentato tutta la sofferenza che ha o avrà provato qualsiasi essere
umano nato su questa Terra. Ha sperimentato anche la mia vita, ha
portato i miei peccati, ha accettato il mio dolore. Ma per l'infelicità
che Gesù ha sopportato per conto mio, per poter prendere il mio posto
nell'adempimento di quella legge spirituale, ho dovuto accettare il suo
dono. Il mio cuore si è rotto quando ho capito che non danneggiavo solo
i miei familiari, che sono figli carissimi di Dio, ma anche provocando
il mio Salvatore, che ha avuto per me tutto questo amore e compassione,
perché mi sono permessa di essere modellata dalle debolezze di altre
persone.
Ora la mia percezione si stava spostando e l'oscurità sembrava
sollevarsi leggermente. Quando ero entrata nella prigione scura, la mia
visione era limitata solo alle cose ed alle persone presenti nel regno
delle tenebre, ma una volta che avevo ricevuto abbastanza luce da Dio e
da Gesù, i miei occhi spirituali si erano aperti ad un'altra dimensione,
lì
nell'oscurità. Ora potevo vedere che gli esseri della Luce erano tutti
intorno a me. L'Inferno anche se è una dimensione specifica, è soprattutto
uno stato d'animo.
Quando moriamo, siamo vincolati da ciò che pensiamo.
Nella morte, i nostri pensieri diventano più solidi, mentre agiamo su di
loro - permettendo che l'oscurità si sviluppi in altri ed in noi stessi.
Ero stata all'Inferno molto prima di morire e non l'avevo capito perché
ero sfuggita a molte delle conseguenze, fino al punto in cui ho gettato
via
la mia vita, ma quando moriamo il nostro stato d'animo cresce molto più
in fretta perché andiamo ad esistere insieme a coloro che la pensano
come noi. Questo ordine è completamente naturale e coerente con il modo
in cui scegliamo di vivere mentre siamo in questo mondo. Il nostro tempo
è solo un battito cardiaco nello schema eterno della creazione, eppure è
il momento cruciale della verità, il punto di svolta.
Determina come i nostri spiriti esisteranno per sempre, sia nel futuro
che nel passato. Stavo sempre meno nelle tenebre con ogni particella di
luce che accettavo. Non me ne sentivo fuori, ma ora mi stavo sollevando
sopra il campo di tenebre, nel regno degli Spiriti di Luce. Sentivo
l'urgenza degli Spiriti che stavano correndo per fare la volontà di Dio.
Mi è stato poi detto che siamo giunti ai momenti finali prima che il
Salvatore torni sulla Terra. Mi è stato detto che la guerra tra
l'oscurità e la Luce è cresciuta così intensamente sulla Terra, che se
non continuiamo a cercare la Luce, l'oscurità ci consumerà e saremo
persi. Non mi è stato detto quando accadrà, ma ho capito che la Terra è
preparata per la seconda venuta di Cristo.
Ho guardato quelle anime patetiche e ho capito che non mi sentivo più
come loro. Volevo vivere. Allora la potente fonte di energia che mi
aveva portato alla prigione scura tornò a liberarmi. Per una seconda
volta, una sensazione di urgenza mi sopraffece.
L'oscurità sparì e improvvisamente tornai nel mio corpo che giaceva
ancora lì, sul divano.
FONTE:
http://www.near-death.com
LE 17 NDE DI Paul
Robertson
(06-11-16)
Per
il mondo esterno, il violinista Paul Robertson era rimasto
apparentemente
senza vita nel suo letto d'ospedale, in coma dopo un intervento
chirurgico per la rottura di un aneurisma aortico circa nove anni fa. Il
suo corpo restò inerte per tre settimane, durante le quali cadde in
preda ad una serie di
strane visioni: dall'essere immerso nell'aura di 'una dea asiatica'
cantando Raga indiani (musica
SPIGOLATURE.
"Se il paziente muore, è possibile che una informazione
quantistica può esistere al di fuori del corpo, forse a tempo
indeterminato, come anima." Non lo dice uno
Spiritualista, ma l'illustre Fisico Sir Roger Penrose il
quale sostiene di avere trovato la prova che la coscienza
umana può vivere dopo la morte.( Vedi
Ns.articoli precedenti).
Sir Roger non è il solo a credere questo, dal momento che la sua
teoria è sostenuta dai Ricercatori che lavorano presso il
rinomato Istituto Max Planck di Fisica a Monaco. Anch'essi
sostengono che il nostro universo fisico è solo una percezione e
che una volta che i nostri corpi sono morti c'é vita infinita al
di là di questo mondo. |
etnica) fino ad essere bloccato alle porte del Cielo da un gruppo di
Angeli ridenti e che profumavano di dopobarba. Le sue inquietanti
esperienze di pre-morte - 17 in totale - sono al centro di
il suo ultimo libro di memorie,
Soundscapes: viaggio
di un musicista attraverso la vita e la Morte.
https://www.amazon.co.uk/Soundscapes-
Robertson, che infine ha ceduto alla sua malattia cardiaca il 27 Luglio
scorso, nelle ultime settimane di vita aveva voluto registrare una
straordinaria intervista TV, in cui sostiene d'aver cambiato il suo
punto di vista sulla vita a seguito delle sue NDE.
Nel libro
ricorda i bizzarri eventi di otto anni fa, iniziati quando ebbe a subìre
un intervento salvavita presso l'ospedale San Giorgio, a Londra.
"Mentre giacevo lì in attesa,
mi sentivo morire - in modo bello, estaticamente, trascendentale',
scrive.
A seguito dell'operazione -
durante la quale il suo cuore rimase fermo per 34 minuti - Robertson
venne posto in coma farmacologico, ma dopo tre giorni i medici non
riuscirono a farlo uscire. Le sue visioni oscillano tra momenti in cui
visitò il Paradiso ed altri in cui si ritrovò all'Inferno.
Ad un certo punto, il fondatore di fama mondiale dei
'Medici
String Quartet'
(Video) credette di essere un cane husky che
vagava nella tundra artica, poi si vide disteso in una 'nave dei morti',
sott'acqua, prima di assistere alla macellazione d'un maiale in pieno
Medioevo.
Quando finalmente si risvegliò, furono necessari molti mesi di
fisioterapia perchè il 55-enne musicista iniziasse a camminare, per non
parlare poi di riprendere il suo amato violino e suonarlo nuovamente.
A questo punto si verificò uno strano accadimento. Prima che Paul
si ammalasse, il suo amico e compositore Sir John Tavener, gli
aveva confidato
di voler scrivere un pezzo di musica sulla morte chiamato, Verso il
Silenzio. Circa un paio di settimane prima del coma
anche Tavener aveva subito un attacco di cuore ed era stato ricoverato
in terapia intensiva in Svizzera. Solo quando Robertson finalmente
si svegliò, ricordò di aver sentito il pezzo del suo amico per la prima
volta e si rese conto che era basato su un Raga indiano - la stessa
musica che aveva sentito
mentre era in coma. Superando le grandi difficoltà dovute alle terapie
in atto, fu infine in grado di eseguire il pezzo composto da Tavener
nella cattedrale di Winchester.
Alla fine del suo libro, Robertson scrive:
'Il nostro tempo sulla terra è breve, ma la mia
unica speranza è quella di essere in grado di lasciare
il mondo con la leggerezza di un uccellino.'
UN'ALTRA NDE DI
GRUPPO
(29-05-16)
Il
Pompiere John Hernandez incontrò Arvin Gibson quando venne a casa sua nel
1996 per essere intervistato da Sandra Cherry,
un ricercatore di pre-morte che raccoglieva tali esperienze per la sua tesi di l aurea.
John aveva precedentemente chiamato Gibson dal Colorado dopo aver letto
uno dei suoi libri. In quell'occasione John aveva spiegato al telefono
cosa aveva causato la sua NDE.
La sua esperienza era stata
sufficientemente interessante per lo IANDS che aveva
invitato John a raccontare la sua storia durante uno dei loro incontri
periodici.
Anche in
questo caso, diversi uomini e donne hanno sperimentato la stessa NDE
!
----------------------------
John aveva iniziato la giornata con un presentimento: aveva detto a
sua moglie che forse non avrebbe potuto rivedere mai più la sua
famiglia. Anche molti altri uomini della sua squadra gli avevano
confessato di sentire un certo
disagio, era difficile da spiegare, ma in quel giorno era una sensazione
comune, perchè avevano tutti il presentimento che
qualcosa di spiacevole stava per accadere, pur sentendosi in dovere di
rispondere ai loro impegni di lavoro.
John era un uomo di corporatura atletica, robusta ma si muoveva con
grazia inconsueta per un individuo di quella taglia. Parlava
con umiltà, in modo tranquillo, cosa rara per simili omaccioni, ed
era stato membro di un
gruppo di Vigili Del Fuoco d'elite chiamato "Hotshots;" un equipaggio il
cui compito era quello di spegnere gli incendi boschivi
particolarmente ardui da portare sotto controllo.
Durante un incendio nel deserto avvenuto nel 1989 a seguito d'un elicottero caduto, John, come
capo equipaggio, e due equipaggi di Hotshot formati da 20 persone
lavoravano su un incendio in
cima ad una ripida montagna. Il fuoco ardeva sotto di loro in una
fitta macchia di pini e querce. Il vento soffiava sul fuoco lontano dalle squadre
e fu presa la decisione di cercare di
costruire una linea di fuoco con un
equipaggio, mentre il secondo lo avrebbe seguito attraverso il focolaio principale.
La pendenza della collina su cui gli uomini e le donne stavano lavorando era di
circa 40 gradi. Avevano aperto la strada lungo il ripido pendio
quando, con orrore, si accorsero che il vento era cambiato di
direzione ed il fuoco puntava verso l'alto e così, di fronte ai pompieri che
camminavano lungo la collina, le fiamme cominciarono a scoppiare in modo
incontrollabile.
I Pompieri hanno un kit resistente al
fuoco che viene portato dietro coi loro attrezzi; la confezione
comprende un foglio ignifugo di alluminio in cui ci si può avvolgere per accovacciarsi a terra in caso di emergenza.
Queste pellicole sono efficaci solo se si possono scavare dei
rifugi dopo aver preparato adeguatamente il terreno, raggiungendo una
profondità priva di materiali organici infiammabili residui. Il problema in
questo caso è che gli enormi venti causati da quell'inferno che si era
scatenato
intorno a loro aveva reso i rifugi inutili.
Intanto l'ossigeno che alimenta ogni incendio, era
stato risucchiato da vicino al suolo dove non si riusciva più a respirare.
Ad uno ad uno, i vigili cominciarono a cadere a terra, soffocando per
la mancanza di ossigeno, ridotti a strisciare sulle mani e sulle
ginocchia, mentre tentavano di risalire la collina verso una zona più
sicura.
Improvvisamente John fu folgorato da un pensiero:
"E' proprio così... sto per
morire." Con questo pensiero in mente, si trovò a guardare il suo
corpo, che giaceva in una trincea. Il rumore, il calore e la confusione
provenienti dall'inferno che li circondava non c'era più e John si sentiva completamente
in pace. Mentre si guardava intorno, John vide altri Vigili Del Fuoco al
di sopra dei loro corpi, sospesi per aria. Uno dei membri dell'equipaggio di
John aveva un piede affetto da un'anomalia congenita ma, come uscì fuori dal
suo corpo, John lo guardò e gli disse:
"Guarda, Jose, il piede è dritto."
Poi, una luce brillante apparve. John ha descritto la luce in
questo modo:
"La luce - la luce era fantastica! Era più luminosa
della luce
più brillante che avessi mai visto sulla terra, più luminosa del sole
che splende su un campo di neve, eppure l'ho potuta guardare e non
mi ha fatto male agli occhi. "
In quella luce, John vide numerose persone; molte erano i suoi parenti defunti ed
anche i suoi animali domestici erano lì insieme ai membri della sua famiglia.
In piedi nella luce c'era il suo bisnonno che era morto quando John
aveva nove anni di età. Gli era apparso come era da vecchio, in modo da poter
essere facilmente riconosciuto, ma poi cambiò aspetto, apparendo molto più giovane,
sulla trentina.
Egli spiegò a John che lì avevano la capacità di apparire
in forme diverse, in modo da poter essere riconosciuti. Aggiunse anche
che gli era stato assegnato il compito di prendersi cura di lui durante la sua vita sulla
terra ed agì come guida di John durante la sua NDE in cui incontrò
anche altri suoi antenati.
Il suo bisnonno poi rivelò che era
libero di scegliere se tornare sulla Terra oppure no. Non volendo
tornare indietro da quel luogo bello e tranquillo in cui si trovava, John
ebbe a discutere con
il suo avo, perchè sarebbe stato devastante tornare in un corpo
orribilmente bruciato e così John implorò il suo bisnonno di farlo
rimanere. John ha sottolineato il fatto che ogni domanda trovava immediata risposta
direttamente nella sua mente e così venne informato che né lui, né altri
uomini del del suo equipaggio che avessero scelto
di tornare, avrebbero subito effetti negativi causati dal fuoco, perchè
in tal modo:
"...si sarebbe reso
manifesto il potere di Dio sugli elementi ."
Tornare nel corpo fu
per lui uno dei più dolorosi eventi della sua
vita. Quando gliene fu chiesto il motivo, John ha detto:
"Quando ero lì, tutto era così perfetto, e il mio corpo lo
spirito, ... era così libero. Sembrava tutto senza limiti. Quando
si è qui, ben si sa, c'è sempre qualcosa che ci affligge, come
l'artrite o i dolori muscolari, ma Lì non c'è nulla di tutto ciò. Tornando nel mio corpo
fisico mi son sentito bloccato in un posto angusto come, per esempio, quando
dopo aver giocato a
calcio, ci si sente
doloranti per un paio di giorni . La stessa cosa mi è successa dopo essere tornato nel mio corpo
fisico.
Provavo dolori dappertutto, mi sentiva legato, ed è stato difficile
abituarmici per un bel pò di tempo."
Trovandosi di nuovo nel suo corpo, John si guardò intorno e notò che
alcuni degli strumenti metallici che avevano usato per combattere il
fuoco si erano letteralmente liquefatti. Nonostante questo calore intenso ed il fuoco ancora
presente tutto intorno, egli fu in grado di camminare su per la collina,
come rinchiuso
in una sorta di bolla protettiva senza nemmeno sentire la
turbolenza attorno a lui.
Una volta raggiunta la relativa sicurezza
della collina, dove il ruggito dell'incendio era ancora evidente, vide gli altri
membri dell'equipaggio riuniti lì vicino.
L'intero evento era stato così profondo che, appena sfuggiti da quanto avevano
supposto sarebbe stata morte certa per tutto il gruppo, caddero
in ginocchio per pregare e ringraziare il Signore per la loro
liberazione. Tutto l'equipaggio era sfuggito alla morte e l'unica prova visiva di quello che avevano passato
era costituita solo da un pò di capelli
bruciacchiati.
Confrontando le testimonianze dei loro racconti dell'esperienza vissuta,
rimasero stupiti perchè tutti avevano sperimentato una NDE ed era accaduto ad un gruppo
di persone eterogeneo, sia dal punto di vista
etnico che religioso, fatto di di Ispanici, Caucasici ed Indiani Americani. Per
tutta l'estate, continuando a lavorare insieme, continuarono a
discutere dell'avventura miracolosa che avevano vissuto. Altri membri dell'equipaggio hanno confermato, ad esempio,
gli effetti negativi del ritorno nei loro corpi fisici.
Anche loro avevano incontrati i membri deceduti delle loro
famiglie e, parimenti, era stata data loro la possibilità di scegliere
se rimanere dove si trovavano o di tornare sulla Terra.
TRADUZIONE WM DAL SITO
DI KEVIN WILLIAMS
http://www.near-death.com
QUATTRO NDE INFERNALI
CONDIVISE
(05-05-16)
DAL SITO DI KEVIN WILLIAMS
Nell'arco
di soli due giorni, la stessa visione infernale vissuta durante una NDE
fu testimoniata indipendentemente da quattro sconosciuti, ricoverati
nello stesso ospedale.
Come possono quattro esperienze distinte essere identiche
- e soprattutto- contemporanee? La Dr.ssa P.M.H. Atwater descrive questa
insolita NDE collettiva nel suo libro "Coming Back to Life: i postumi
delle NDE".
< E'stato alla fine degli anni sessanta (molto prima del mio episodio
[ VEDI]
e prima di sapere cosa fosse una esperienza di pre-morte ).
Mi trovavo al Sant'Alfonso Hospital di Boise, in Idaho e stavo visitando
una signora che si era appena trasferita lì dal sud della California.
Aveva subito un attacco di cuore e, dato che la conoscevo da tempo, mi
chiamò. Era bianca come un cencio lavato per la paura. Mi disse che,
mentre era clinicamente morta, aveva sperimentato un episodio in cui si
era ritrovata a galleggiare fuori del suo corpo e poi in un tunnel buio,
guidata verso una luce; una volta che ebbe raggiunta la luce, vide un
paesaggio sterile, colline brulle, persone nude simili a zombie stipate
gomito a gomito a non fare nulla, con lo sguardo fisso su di lei. Era
rimasta così inorridita da quello che aveva visto, che aveva iniziato ad
urlare e questo la riportò nel suo corpo, dove aveva continuato ad
urlare tanto da dover essere sedata. Raccontandomi la sua storia,
continuava a dire che la morte é un incubo, poi maledisse ogni Chiesa
perchè ingannano la gente con racconti-spazzatura su presunti paradisi.
Era inconsolabile.
Mentre ascoltavo pazientemente, altre due persone erano entrate nella
stanza, un uomo anziano ed una donna con due stampelle.
Entrambi avevano sofferto di insufficienza cardiaca grave e poi si erano
ripresi dopo essere stati dichiarati morti. Mi rivelarono
sostanzialmente la stessa storia della signora che conoscevo ed erano
ugualmente spaventati. I tre avevano saputo della similarità delle loro
esperienze dagli infermieri che avevano confrontato le note su pazienti
che descrivevano strane allucinazioni.
Questo era un caso fortuito ed istintivamente cominciai a porre loro
domande precise, alle quali ognuno rispose senza esitazioni.
Ecco ciò che le mie domande hanno rivelato:
(1) Nessuna di
queste persone apparteneva alla stessa Religione , stato sociale, o stile
di vita.
(2) Nessuna aveva amici ed interessi comuni, né avevano lo stesso medico
curante.
(3) Non si erano mai viste prima.
(4) Tutte avevano vissuto una vita lunga con diversi gradi di difficoltà
e successi.
(5) Due di loro erano ancora sposati coi loro coniugi originali ed
avevano diversi figli adulti.
(6) La signora dalla California aveva divorziato diverse volte e non
aveva figli.
I comuni denominatori che riuscii a trovare, oltre ai loro
disturbi cardiaci e all'ospedale in cui erano ricoverati, erano che:
(1) Tutti e tre
avevano soppresso sensi di colpa di vario tipo repressi in profondità
dentro sé stessi.
(2) Questo senso di colpa sembrava piuttosto doloroso per tutti e la
strana "visione" durante la NDE,
era servita solo ad aumentare la loro sofferenza.
(3) Ammisero di aver incontrato ciò che temevano maggiormente nel
morire, il che aveva confermato e rafforzato la loro già forte
convinzione che i propri "peccati" sarebbero stati puniti.
Prima di andarmene, un'infermiera mi prese in disparte e m'informò che
c'era ancora un altro paziente, un uomo così scosso da rifiutare di
parlare, sebbene continuasse a borbottare parole tipo "le
colline, le persone nude, tutti mi fissavano."
Purtroppo non mi fu permesso di vederlo.
Perché quattro persone in un arco di due giorni nello stesso ospedale
hanno avuto la stessa esperienza di base causata dallo stesso tipo di
disturbo è per me un mistero. Non potevo offrire alcuna consolazione per
nessuno di loro, ma solo ascoltare e porre domande.
Il tutto fu così snervante che tremavo quando me ne andai.
Che ne è stato di queste quattro persone, io non lo so. La signora dalla
California divenne così irrazionale e maleducata, che smisi di farle
visita, ma se avessi saputo allora quello che so adesso, avrei gestito
la situazione in modo ben diverso.
Queste persone erano
assolutamente convinte che ci sia un inferno e che meritavano di andarci
a finire...>
Analisi Del Webmaster Kevin Williams
Mi sembra di capire che le persone nude simili a zombie erano stati una
volta i pazienti di quell'ospedale che avevano sperimentato la stessa
esperienza di morte mentre erano lì ricoverati.
Le persone che muoiono negli ospedali spesso soffrono di malattie
orribili o di incidenti traumatici, in condizioni terribili. Questo
spiegherebbe l'aspetto terrificante di questi ex pazienti. Si deve anche
notare che la folla di persone nude osservate durante la NDE dai quattro
pazienti è una situazione temporanea - non un inferno eterno - e che si
erano riuniti per salutare i nuovi arrivati.
Analisi Del Webmaster PdA
Sono sostanzialmente d'accordo con Kevin, è la legge dei simili coi
simili che vige nell'Aldilà, degli uccelli dello stesso stormo che si
alzano in volo tutti insieme. Colpisce anche il fatto che i sensi di
colpa inculcati dalle religioni possano creare poi dei "passaggi" così
traumatici ed ecco perchè, per avvicinarsi allo Spiritualismo ed
accettarlo, dobbiamo spogliarci di tutti i pregiudizi, dogmi e
superstizioni che ci sono stati inculcati fin dall'infanzia. Solo una
mente libera ed aperta può transitare tranquillamente nelle dimensioni
superiori senza traumi di alcun tipo. Per concludere, vorrei tanto che
gli scettici, o pseudo scettici, mi spiegassero come è possibile
spiegare con meccanismi fisiologici un'allucinazione collettiva così
vivida e contemporanea senza mettere in gioco
l' indipendenza della coscienza dal cervello...
TRADUZIONE E ADATTAMENTO: WM DAL
SITO:
http://www.near-death.com/
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