Alcuni
Ricercatori hanno scoperto che i neuroni del cervello dei mammiferi sono
in grado di produrre fotoni di luce, o "BioFotoni".
I fotoni, stranamente, appaiono
all'interno dello spettro visibile, fino agli infrarossi ed agli
ultravioletti, ovvero tra i 200 ed i 1300 nanometri.
Gli scienziati sospettano che i
neuroni potrebbero essere in grado di comunicare attraverso la
luce e che il nostro cervello possa avere canali di comunicazione
ottica, ma non hanno idea di cosa possano comunicare.
Se si verificasse una comunicazione
ottica, i biofotoni che i nostri cervelli producono potrebbero essere
influenzati dall'entanglement quantico, il che significa che può
esistere un forte legame tra questi fotoni, la nostra coscienza e
possibilmente quel che molte culture e religioni chiamano Spirito.
In un paio di esperimenti, un ricercatore
ha scoperto che i cervelli di ratto possono emettere un solo biofotone
al minuto per neurone, mentre i cervelli umani potrebbero trasmettere
più di un miliardo di biofotoni al secondo.
Ciò solleva la
domanda: potrebbe essere possibile che
quanta più luce producono i neuroni, tanto più un essere vivente è
cosciente?
Se esiste una correlazione tra biofotoni, luce e coscienza, ci possono
essere forti implicazioni con la luce molto più di quanto
sappiamo. Molti testi e religioni che risalgono all'inizio della civiltà
umana, hanno riferito di santi, asceti ed individui illuminati che hanno
cerchi di luce brillante intorno alle loro teste. Dalla Grecia Antica e
dall'Antica Roma, fino agli insegnamenti dell'Induismo, del Buddismo,
dell'Islam e del Cristianesimo, tra molte altre religioni, gli individui
sacri furono sempre
raffigurati con un cerchio brillante attorno alle loro teste.
Se fossero stati degli Illuminati come descritto, forse quest'aureola
sarebbe solo il risultato della coscienza superiore con cui operavano,
quindi una frequenza più elevata che corrisponderebbe alla maggiore
produzione di biofotoni, una correlazione,dunque, tra biofotoni e
coscienza. Del resto,la parola ILLUMINAZIONE suggerisce
che questa coscienza superiore ha a che fare con la luce!
Ma una delle implicazioni più incredibili
della scoperta che il nostro cervello può produrre luce è che forse la
nostra coscienza e lo spirito non sono contenuti nei nostri corpi.
Questa idea, purtroppo, è completamente trascurata dagli scienziati.
L'entanglement quantico dimostra che 2
fotoni interlacciati reagiscono se uno dei due è osservato, non importa
dove l'altro fotone sia nell'Universo, senza alcun ritardo. Forse c'è un
mondo che esiste nella luce e i fotoni possono agire come portali
che consentono la comunicazione tra questi due mondi. Forse il nostro
spirito e la coscienza comunicano con i nostri corpi attraverso i
biofotoni e, più luce produciamo, più risvegliamo e incarniamo la
totalità della nostra coscienza.
Si può così spiegare perché lo stato di
un fotone è influenzato semplicemente osservandolo consapevolmente, come
dimostrato in molti esperimenti quantistici. Forse la nostra
osservazione comunica qualcosa attraverso i biofotoni ad un altro fotone
che viene osservato, in modo simile a quello che accade nell'esperimento
del quantum entanglement, e la luce è solo una sostanza unificante
dispersa in tutto l' Universo che interagisce con ogni particella
leggera.
Naturalmente, niente di questo è nemmeno
vicino ad essere una teoria. Ma porsi domande e appoggiare questa
ipotesi metafisica ci avvicina alla verità e alla comprensione di ciò
che la coscienza è, da dove proviene e quali sono i misteri che si
nascondono nella luce.
TELEPATIA ONIRICA
(07-09-17)
Un esperimento
con migliaia di volontari che ha dato risultati notevoli, anche grazie
alla partecipazione
di una famosa "Band" degli anni '70, che venne condotto durante
l'indimenticabile stagione degli Hippies.
*****************************************************
"Telepatia"
è una parola utilizzata per descrivere le presunte informazioni ottenute
da un individuo all'altro, presumibilmente attraverso il contatto "da
mente a mente". È una manifestazione degli eventi che i Parapsicologi
riferiscono a potenziali "fenomeni PSI" - scambi anomali (o non
spiegati) di informazioni o di influenze
mentali che sembrano esistere escludendo meccanismi fisici
attualmente identificati.
Altre manifestazioni di "PSI" comprendono la Chiaroveggenza
(percezione anomala delle informazioni), la Precognizione (percezione anomala degli avvenimenti futuri) e la Psicocinesi
(influenza anomala sugli oggetti o sugli organismi).
Esiste una notevole sovrapposizione, in particolare tra telepatia e
chiaroveggenza. Per esempio, sognare un regalo che
una persona
che ha vissuto all'estero, aveva deciso di acquistare per il
compleanno di un amico. E' questo un possibile esempio
di telepatia?
O forse si trattadi una
chiaroveggenza dei processi di pensiero di un'altra persona, osi tratta solo d'una coincidenza?
I racconti di telepatia nei sogni sono inaffidabili, perché non si può
evitare di pensare alla coincidenza,alla
disonestà, all'illusione o agli
indizi logici o sensitivi di cui il sognatore non era a conoscenza.
La Para-Psychological
Association, un gruppo internazionale di professionisti del settore,
insiste sul fatto che il termine "PSI phenomenon" sia utilizzato solo
per descrivere gli eventi ottenuti in condizioni in cui tutti i canali
sensoriali noti per interazioni anomale sono stati eliminati. Una
ricchezza di aneddotie materiale clinico che sostiene
la possibilità di effetti telepatici che si verificano nei sogni esiste
(Krippner,
1974), tuttavia, un approccio sperimentale
all'argomento non è diventato possibile fino a quando la tecnologia del
laboratorio Psicofisiologico non è diventata
disponibile. È stato scoperto che i partecipanti alla ricerca
risvegliati da periodi di rapidi movimenti degli occhi (REM) erano
spesso in grado di ricordare i loro sogni.
Di conseguenza, è stato possibile utilizzare un "ricevitore telepatico"
per tentare di sognare uno stimolo bersaglio su cui si stava
concentrando in un luogo lontano dal "mittente telepatico". Nel 1964, lo
Psichiatra Montague Ullman ha avviato una serie di
studi sperimentali presso il Maimonides Medical Center di Brooklyn, New
York.
Questo progetto di ricerca ha provato l'ipotesi che i soggetti
addormentati possano sognare
cose selezionate in modo casuale, ad esempio film, disegni, fotografie
o stampe d'arte. Il team di Ullman durante
un periodo di dieci anni ha effettuato diversi
esperimenti, la maggior parte
dei quali hanno dato risultati statisticamente significativi (Ullman &
Krippner, 1989).
Ecco un riassunto
dell'esperimento
<Abbiamo
utilizzato stampe delle dimensioni di una cartolina nella maggior parte
di questi esperimenti a causa della loro capacità di mantenere viva
l'attenzione del "mittente telepatico" e di evocare risposte emotive ed
estetiche. Ho scelto le stampe d'arte provenienti da una varietà di
musei della zona di New York sulla base di elementi come il colore vivo,
il contenuto drammatico e la forte sensazione - gli stessi elementi che
si trovano in genere a caratterizzare i sogni telepatici riportati in
modo aneddotico in situazioni incontrollate.
Nell'esperimento tipico, il "mittente telepatico" e il "ricevitore
telepatico" si incontravano presso il laboratorio del
Maimonides Medical Center, interagivano brevemente,
poi venivano separati e trascorrevano
la notte in camere distanti. Lanciando una coppia di dadi, uno
sperimentatore selezionava in modo casuale una stampa
d'arte (da una collezione o da una raccolta ) e la consegnava
al "trasmettitore" in una busta sigillata opaca, da aprire solo quando
era nella camera da letto. Lo sperimentatore poi risvegliava il
volontario verso la fine di ogni periodo REM e gli chiedeva di
raccontargli il sogno.
Queste relazioni
venivano trascritte e inviate a giudici esterni che, lavorando in modo
indipendente, le accoppiavano con le stampe che erano stata selezionate
in modo casuale. La valutazione statistica era basata sulla media di
questi riscontri, così come sui giudizi dei partecipanti alla ricerca
dopo la conclusione dell'esperimento. Non c'era alcun modo apparente per
cui i suggerimenti sensoriali o la collaborazione fraudolenta avrebbero
potuto influenzare i rapporti sui sogni ed i risultati statistici.
Un esempio di una
sessione che faceva parte di un esperimento che ha ottenuto risultati
significativi statistici si è verificato durante una notte in cui era
stat
a
scelta "La Scuola di danza" di Degas, raffigurante una scuola di
ballo con diverse giovani donne. I rapporti sui sogni del "ricevitore"
comprendevano frasi come:
"...ero in una stanza insieme a
-forse- mezzo dozzina di persone; sembrava una scuola ".
"C'era una bambina che stava cercando di ballare con me".
A volte il racconto era preciso (ad
esempio, "C'era una bambina che stava cercando di ballare con me") e
talvolta si mescolava facilmente con la narrazione (ad esempio,
"Sembrava una scuola") .
A volte era diretto, altre volte simbolico.
Per indagare sulla
possibilità che un gran numero di "mittenti telepatici" fosse efficace
nel facilitare la telepatia onirica, si organizzò una seduta preliminare
per la notte del 15 marzo 1970. L'intero pubblico presente ad un
concerto rock d
egli
Holy
Modal Rounders servì da "mittente telepatico".
Un'artista locale , Jean Millay, aveva il compito di preparare i
bersagli in collaborazione con la Lidd Light Company, un gruppo di
artisti che si occupavano delle luci che accompagnavano la musica. La
signora Millay fornì al pubblico brevi istruzioni verbali prima che il
bersaglio venisse scoperto sullo schermo tramite un videoproiettore
e sei proiettori di diapositive. Dal
proiettore venne mostrato un film a colori sulle aquile e
sulle loro abitudini di nidificazione, mentre le diapositive
presentavano vari uccelli provenienti da tutto il mondo, così come una
fenice mitologica, mentre i Modal Rounders suonavano la canzone "Se
volete essere uccelli".Vi erano cinque "ricevitori
telepatici" volontari per questa sessione, ciascuno posto in un raggio
di 100 miglia dalla posizione del concerto a Manhattan. Tutti e cinque i
partecipanti alla ricerca erano stati informati dell'ubicazione del
concerto e indirizzati a registrare le loro immagini alle 24,
quando il filmato e le foto sarebbero state mostrate al pubblico.
Un "ricevitore
telepatico", Helen Andrews,
disse
di aver sognato "qualcosa di mitologico, come un grifone o una fenice.
"I partecipanti alla seconda, terza e quarta ricerca riferirono
immagini di" un serpente "," uva "e" un embrione in fiamme ". Il quinto
partecipante, Richie Havens, celebre cantante americano, dopo
aver chiuso gli occhi a mezzanotte visualizzò "un
buon numero di gabbiani che volavano
sopra il mare". Sia i rapporti del signor
Havens che della signora Andrews rappresentavano corrispondenze dirette
con il materiale di riferimento.Rivedendo la
procedura e i risultati di questa sessione preliminare, si
decise di rendere più esplicite le indicazioni future
al pubblico e di informarlo sulla posizione di almeno un "ricevitore
telepatico" ed anche di selezionare casualmente il
materiale di destinazione appena prima che venisse rivelato al pubblico
in modo da eliminare la possibilità di collusione o frode consapevole o
incosciente.
Metodologia per
la sessione pilota
Quando i membri del
gruppo rock Grateful Dead acconsentirono a partecipare ad un esperimento
di telepatia onirica, si decise di considerarlo uno "studio pilota". Ci
sono due motivi per questa decisione:
(1) erano
disponibili solo sei sere, troppo poche da utilizzare per un'analisi
statistica appropriata;
(2) c'è sempre la
possibilità che un membro del pubblico presente al concerto avrebbe
potuto telefonare a uno dei partecipanti alla ricerca fornendo
informazioni sul materiale mostrato. In quest'ultimo caso, tuttavia,
solo un "ricevitore telepatico" era nel proprio letto; l'altro era al
Maimonides Medical Center, ove trascorreva la notte in una camera
insonorizzata.
Abbiamo pensato che
l'intensità emotiva che accompagnava i concerti dei Grateful Dead
sarebbe stata simile a quella che
viene riferita
nelle relazioni aneddotiche telepatiche,
come quando un genitore sogna che suo figlio è in pericolo o esposto
a qualche tipo di rischio, sicchè uno dei membri del personale del
laboratorio, Ronald Suarez, scelse 14 diapositive di stampe d'arte che
riteneva opportune per lo studio.
René
Magritte,
La philosophie dans le boudoir,
1947, Olio su tela,
Musée René Magritte, Bruxelles
Il
giorno di ogni sessione, venivano gettati i dadi per sceglierne
due, che venivano consegnate al membro del personale
(Ronnie Mastrion) effettivamente presente al concerto. Le diapositive
erano chiuse in buste separate contrassegnate con le parole "testa" e
"croce". Alle 23:30 di ogni sera, il signor Mastrion
lanciava una moneta ed annotava se fosse uscita "testa" o "croce",
determinando così quale involucro dovesse essere
aperto e quale diapositiva proiettata per prima al
pubblico del concerto. Le stampe d'arte erano "I sette chakra spinali"
di Scralian e la "Filosofia nel boudoir" di Magritte.
(Foto) ---------
Le copie duplicate delle diapositive erano state messe da parte per una
valutazione successiva dei giudici esterni, Michael Bova, uno studente
di terapia artistica e David Powlison, uno studente di divinità
antiche.
I sei concerti coinvolti in questo studio pilota erano tenuti presso
il Teatro Capitol di Port Chester, New York, a circa 70 Km.
dal laboratorio del Maimonides Medical Center a Brooklyn. Nel febbraio
1971, quando questo studio è stato eseguito, i membri del Grateful Dead
includevano Jerry Garcia, che aveva originariamente suggerito il
progetto, Mickey Hart, Bill Kreutzmann, Phil Lesh, Ron McKernan e Bob
Weir.
Gli individui che avevano
partecipato ad esperimenti precedenti
servivano come "ricevitori telepatici".
Uno di loro, Malcolm Bessent, trascorse la notte in laboratorio con gli
elettrodi attaccati alla testa.
Il suo ciclo sonno-sogno veniva monitorato con equipaggiamento Psicofisiologico
standard, e veniva risvegliato circa dieci minuti dopo l'individuazione
dell'attività REM.
L'altro "ricevitore", Felicia Parise, dormiva nel suo appartamento di
Brooklyn ed era svegliata
telefonicamente di volta in volta durante la notte chiedendole
informazioni sui sogni. I sogni di Bessent vennero registrati su nastro
e successivamente trascritti, mentre quelli della signora Parise furono
registrati manualmente e successivamente digitati per le valutazioni dei
giudici.
La mattina successiva, entrambi i "ricevitori telepatici" fornivano i
loro rapporti sui sogni, aggiungendo tutti i dettagli pertinenti
eventualmente omessi, mentre le 2.000 persone presenti al concerto erano
state informate solo della partecipazione di Bessent. Alle 23.30, Mr.
Mastrion proiettava le seguenti
sequenze di diapositive sullo schermo di fronte al pubblico:
1. STATE PER
PARTECIPARE AD UN ESPERIMENTO ESP.
2. PER POCHI SECONDI
VEDRETE UNA FOTO.
3. PROVATE AD
UTILIZZARE LE VOSTRE ESP PER "INVIARE" QUESTA IMMAGINI A MALCOM BESSENT.
4. . PROVATE
AD "INSERIRVI"NEL SUO SOGNO
5.
MALCOLM BESSENT È ORA AL LABORATORIO DI MAIMONIDI DREAM IN BROOKLYN.
A questo punto, la stampa selezionata in modo casuale
veniva proposta sullo schermo. I membri del
Grateful Dead discutevano sull'immagine, incoraggiando il pubblico a
"inviarle" a Brooklyn. Si è congetturato che i sogni
del signor Bessent dimostrassero corrispondenze più vicine alla immagine
presentata perché
(1) il monitoraggio
P
sicofisiologico
aveva reso possibile una raccolta più completa della
sua attività onirica;
(2) i "trasmettitori
telepatici" conoscevano il suo nome e la sua posizione,
ma non sapevano nulla della partecipazione di Ms. Parise.
RISULTATI
Ad ogni giudice
furono consegnate copie delle sei opere d'arte effettivamente
selezionate per l'uso nello studio pilota, oltre alle trascrizioni dei
sogni di ciascun partecipante alla ricerca. Ogni giudice
lesse i verbali ed esaminò le stampe.
Su una scala di 100 punti, il giudice descriveva il grado di
corrispondenza notato tra la stampa ed il sogno. In
altre parole, ogni giudice stilò un totale di 36
valutazioni per il signor Bessent e altre 36 valutazioni per la signora
Parise. La valutazione media dei due giudici fu poi
calcolata per ogni coppia di trascrizione di sogni ed
immagini. Se fosse stata una coincidenza, piuttosto che la telepatia, le
valutazioni dei giudici avrebbero fornito punteggi più alti
solo una volta su sei.
Questo era il caso della signora Parise:
solo una coppia sogno/immagine ottenne la più alta
valutazione media.Nel caso del signor Bessent, tuttavia, la giusta coppia di
trascrizioni - target
totalizzò
il punteggio più alto
quattro volte su sei.
Ci sono solo 12 probabilità su 100 che un simile risultato potrebbe
essere stato ottenuto per pura coincidenza.
Esempi
Nella notte del 19
febbraio 1971, "I sette chakra spinali" erano stati selezionati
casualmente come immagine di destinazione e proiettati sullo schermo del
teatro. Questo dipinto di Scralian, artista armeno, mostra un uomo nella
posizione yoga del loto. Tutti i sette "chakra" (o "centri energetici"
centrati sulla colonna vertebrale) sono vividamente colorati. Quella
notte, il signor Bessent aveva avuto il seguente sogno:
"Mi è piaciuto
molto usare l'energia naturale ... stavo parlando con questo ragazzo che
ha detto di aver inventato un modo di utilizzare l'energia solare e mi
ha mostrato una scatola ... per prendere la luce dal sole che era tutto
quello di cui avevamo bisogno per generare e conservare l'energia ....
Stavo discutendo con questo ragazzo di un certo numero di altre aree di
comunicazione e stavamo scambiando idee su tutto il resto...
Era sospeso a mezz'aria o qualcosa ... stavo pensando ad un razzo ".
E ancora:
"Mi ricordo un sogno ...
una scatola energetica ed una colonna vertebrale".
Altre notti, i
rapporti sui sogni d
i
Bessent dimostrano ciò che i giudici hanno considerato un alto grado di
corrispondenza con la foto. Il 20 febbraio 1971,
"Filosofia nel Boudoir" dell'artista francese Magritte era stato
selezionato sempre in modo casuale; ritrae una donna senza testa in un
abito trasparente. Il signor Bessent ha sognato una "bambola " e
"fantasia ..., una carta intorno al mio collo". Nessuna delle
corrispondenze tra le trascrizioni di Ms. Parise è stata così drammatica
nonostante avesse ottenuto dei punteggi alti in altri esperimenti di
telepatia onirica. Tuttavia, molte persone ritengono che l'abilità
telepatica non sia costante; oltre alle ragioni precedentemente citate,
è possibile che Febbraio 1971 non fosse il momento
di funzionamento "PSI" ottimaleper la signora
Parise.
Conclusioni
Poiché le immagini
erano proiettate
da
70 Km. di distanza dai partecipanti alla
ricerca, la possibilità di richiami sensoriali può essere respinta. Nel
caso del signor Bessent, il "ricevitore telepatico" i cui punteggi sono
statisticamente i più impressionanti, c'è poca probabilità che qualcuno
del concerto potesse raggiungerlo per telefono (o addirittura
con un ricevitorenascosto
nell'orecchio, in quanto questa possibilità era stata considerata e
controllata), informandolo sull'immagine proiettata. Un
ulteriore studio dovrebbe esser fatto per
determinare se 2.000 "trasmettitori telepatici" sono
migliori di uno, tuttavia, questo studio pilota ha
portato all'utilizzo di stimoli multi-sensoriali da tenere in
considerazione per studi futuri in cui stimoli uditivi,
tattili, gustativi e olfattivi accompagnano lo stimolo
visivo. Inoltre, la loro disponibilità a partecipare a questo studio
pilota dimostra l'ingegnosità e la creatività dei membri del gruppo dei
Grateful Dead .
I
risultati
definitivi
sono stati pubblicati in una rivista
medica del 1973,
diventando una piccola parte della leggenda dei Grateful Dead.
Avevamo
appena pubblicato l'articolo che vedete nel riquadro a destra, che ci
siamo imbattuti in un'altra notizia esattamente opposta che ci ha spinto
ad aggiornare subito la Prima Pagina. Coincidenza?
Leggete e fateci sapere cosa ne pensate, noi siamo felici che finalmente
qualcosa si muove nell'ambito della Scienza ufficiale e ci auguriamo che
da tali contrasti nasca un nuovo approccio alla fenomenologia
Paranormale che sta diventando sempre più...NORMALE!
WM
C'è
vita dopo la morte secondo la Fisica quantistica!
(03-09-17) Secondo
il Biocentrismo, la morte non è la fine del viaggio, ma "il" viaggio. La
vita continua in un universo parallelo indipendentemente da ciò che
accade in questo. "Ora è partito da questo strano
mondo poco prima di me",
scriveva Einstein in una lettera di condoglianza alla morte del suo
amico Michele Besso, nel 1955.
"Ciò non significa nulla. Per coloro che credono nella Fisica, la
distinzione tra passato, presente e futuro è solo un'illusione
ostinatamente persistente ".
Einstein morì solo un mese dopo aver scritto la lettera e, a quanto
pare, aveva ragione, visto che le nuove teorie scientifiche suggeriscono
che la morte, proprio come la vita, è solo un'illusione.
Le leggi della Fisica quantistica ci dicono che "la vita" non è fatta di
materia, ma di vibrazioni che sfuggono al tempo e allo spazio. Cosa
succede quando moriamo? Da dove viene la coscienza umana? Il cervello
percepisce o crea (poi percepisce) ciò che noi chiamiamo realtà? Se la
coscienza non deriva dal cervello, allora la presenza di involucri
fisici non è fondamentale per esistere. "Considero la coscienza
fondamentale. Guardo alla materia come una derivazione dalla coscienza
", ha detto Max Planck, Fisico
vincitore di premio Nobel," Non
possiamo ignorare la coscienza. Tutto ciò di cui parliamo, tutto ciò che
consideriamo esistente, postula l'esistenza della coscienza ".
Il Biocentrismo si basa su questo e continua a suggerire che la
coscienza crea l'universo o la realtà, che il tempo e lo spazio sono
pure illusioni, manifestazioni della nostra mente e che la realtà è
determinata dall'osservatore.
Il Biocentrismo e la relatività predicono gli stessi fenomeni, ma il
Biocentrismo, secondo i suoi fautori, è superiore perché non ha bisogno
di immaginare una dimensione in più nè di formulare una nuova matematica
.
Il Biocentrismo afferma che la vita è immortale e che è al centro
dell'esistenza, della realtà e del cosmo.
Aggiungendo la vita e la coscienza all'equazione, il biocentrismo è la
teoria del tutto.
Robert Lanza è uno scienziato altamente qualificato e a priori una
persona molto seria. È specializzato nelle ricerca sulle cellule
staminali, nella clonazione e nella medicina rigenerativa ed ha una
carriera brillante confermata dai tanti articoli a lui dedicati da
prestigiose pubblicazioni.
Lanza spera di riuscire nell'unificazione che Einstein non avrebbe
potuto raggiungere, sostenendo che considerava solo la realtà dal lato
fisico, senza dare molta attenzione alla biologia, inoltre sostiene che
la Fisica quantistica ha dimostrato l'esistenza della vita dopo la
morte, che l'energia è immortale, e così è anche la vita.
Per Lanza crediamo nella morte perché ci è stato insegnato che stiamo
morendo, però, il Biocentrismo dice che l'universo esiste solo perché
l'individuo ne conosce l'esistenza.
La vita e la biologia creano questa realtà, non è l'universo che crea la
vita. I concetti del tempo e dello spazio, secondo Lanza, sono
semplicemente strumenti della nostra immaginazione.
PER la Fisica Non c'è ALCUN
Aldilà !
(03-09-17) Sean
Carroll, un professore di cosmologia e Fisica presso l'Istituto di
tecnologia della California, crede di aver
messo a tacere il
dibattito sull'Aldilà dopo aver approfondito lo studio delle leggi della
Fisica.
Il Dr. Carroll afferma che:
"le leggi della Fisica alla
base della vita quotidiana sono state tutte completamente capite e tutto
accade solo all'interno
dei campi della possibilità."
Egli dice che, perchè possa esistere un Aldilà, la coscienza avrebbe
bisogno di essere costituita da qualcosa completamente separata dal
nostro corpo fisico, cosa che non è. Piuttosto, la coscienza al livello
di base è una serie di atomi ed elettroni che essenzialmente creano la
nostra mente, ma le leggi dell'universo non permettono a queste
particelle di operare dopo la nostra morte Fisica e quindi non c'è modo
all'interno di tali leggi per consentire alle informazioni memorizzate
nel nostro cervello di persistere dopo la morte.
Per le sue prove, il dottor Carroll punta alla teoria quantistica dei
campi (q.f.t), ovvero che
deve esistere un campo per ogni tipo di particella.
Per esempio, tutti i fotoni nell'universo sono su un livello e tutti gli
elettroni hanno anche il loro campo, e così per ogni altro tipo di
particella.
Il dottor Carroll sostiene che, se la vita continua in qualche modo dopo
la morte, le prove raccolte dalla Fisica dei Quanti avrebbero rivelato
"particelle spirituali" e "forze spirituali". "Credere nella vita dopo la
morte, per dirla in breve, richiede una Fisica al di là del modello
standard."
Fin qui la notizia, apparsa su
diversi tabloid britannici, ma ora permetteteci di fare alcune
riflessioni.
Innanzitutto, il cervello, che
secondo gli scettici é la sorgente della coscienza, è un organo che
bruciando glucosio ed ossigeno emette calore, cioè produce energia che
la Fisica Classica ci insegna,
NE' SI CREA, NE' SI DISTRUGGE, per cui vorremmo sapere
dall'illustre Scienziato perchè solo tale energia cesserebbe di
esistere, o -peggio- si annichilirebbe per sempre. Poi, gli chiederemmo se,
prima di esprimere così solide certezze, si sia documentato sull'immenso
numero di prove e testimonianze raccolte fin dal 1800 (anche da suoi
illustri Colleghi) a favore dell'ipotesi della sopravvivenza, senza
scordarsi di tutti quei Ricercatori odierni che sostengono con forza che
la coscienza e' separata DAL CERVELLOe che seguirebbe le leggi della Fisica Quantistica, almeno nel
momento in cui interagisce con la materia grigia.
Altro punto su cui non ci troviamo d'accordo è che deve per forza esistere una qualche particella della
coscienza, senza di cui essa non può esistere. Orbene, un numero enorme
di messaggi ricevuti da Spiriti altamente attendibili, concordano
nell'affermare che la coscienza (ossia lo Spirito, l'Anima, l'Aldilà)
sono fatti di una materia totalmente diversa da quella che conosciamo
qui sulla Terra. Studiare un qualcosa di totalmente diverso da
quanto noto, è come pensare di poter vedere i microbi con un binocolo
anziché con un microscopio!
Come al solito, gli scettici non si smentiscono mai e sparano opinioni
non suffragate da un precedente, rigoroso confronto con le tesi
sostenute dai loro oppositori, il che, permettetemi di dirlo, E' IN ASSOLUTO CONTRASTO CON LE REGOLE DELLA BUONA SCIENZA!
IL
CERVELLO, UN ORGANO
A 11 DIMENSIONI
(23-08-17)
Secondo
alcuni teorici della Fisica quantistica, come il Prof.
Roger
Penrose, il
nostro universo invisibile si espanderebbe in ben
11 dimensioni, sebbene
i nostri sensi ne percepiscano solo 3, oltre al tempo. Da questa
interessante ricerca, emerge che anche il cervello funziona ad un
livello multidimensionale che si sviluppa, guarda caso, in...
11 dimensioni!
Decidete voi se tutto ciò è una mera coincidenza, o se invece non sia un
forte indizio a favore della teoria del cervello-ricevitore
che
non contiene la coscienza, ma la cattura da dimensioni più sottili,
limitando i compiti della materia cerebrale a quelli di un semplice
ricevitore/effettuatore degli ordini ricevuti "dall'alto".
---------------------------
I neuroscienziati hanno usato un ramo classico
della matematica in un modo completamente nuovo per indagare la
struttura del cervello ed hanno scoperto che é pieno di strutture
geometriche multi-dimensionali che operano in ben 11 dimensioni.
Siamo abituati a pensare al mondo da un punto di vista 3-Dimensionale,
quindi può sembrare un po' complicato, ma i risultati di questo nuovo
studio potrebbero essere un importante passo successivo verso la
comprensione del tessuto cerebrale umano, cioè la più complessa
struttura che conosciamo.
Quest'ultimo modello è stato prodotto da un team di ricercatori del
progetto Blue Brain, una ricerca svizzera tesa alla elaborazione di una
ricostruzione del cervello umano, grazie all'uso di diversi
supercomputer.
Il team ha utilizzato la topologia algebrica, un ramo della matematica
utilizzato per descrivere le proprietà degli oggetti e degli spazi
indipendentemente dal modo in cui cambiano forma.
Hanno così scoperto che vari gruppi di neuroni si connettono in
'cricche', e che il numero di neuroni in una cricca
indica trattarsi d'un oggetto geometrico ad alta dimensionalità (un
concetto di dimensione matematica, non di spazio-tempo).
"Abbiamo trovato un mondo che non
avremmo mai immaginato", dice il
Neuroscienziato Henry Markram dell'Istituto EPFL in Svizzera. "Ci sono decine di milioni di questi
oggetti anche in un piccolo granello di cervello, sviluppati in sette
dimensioni.
In alcune reti abbiamo anche trovato strutture con un
massimo di 11 dimensioni. "
Giusto per essere chiari, non è come pensare a dimensioni spaziali (il
nostro universo ha tre dimensioni spaziali più una dimensione
temporale), invece si riferisce a come i ricercatori hanno guardato le
cricche neuronali per determinare come sono collegate fra loro.
Le reti sono spesso analizzate in termini di gruppi di nodi che sono
tutti collegati, noti come cricche. Il numero di neuroni in una cricca
determina la sua grandezza,o più formalmente, la sua dimensione.
I cervelli umani sono stimati possedere oltre 86 miliardi di neuroni,
con connessioni multiple che, da ogni cellula, si estendono come una
ragnatela in ogni direzione possibile, formando la vasta rete cellulare
che in qualche modo ci rende capaci di pensiero e di coscienza.
Con un numero enorme di connessioni al lavoro, non c'è da meravigliarsi
che ancora non si abbia una comprensione approfondita di come la rete
neurale del cervello operi, ma il nuovo quadro matematico costruito dal
team ci porta un passo più vicino ad un giorno in cui avremo un modello
di cervello digitale.
E' come se il cervello reagisse ad uno stimolo costruendo e poi gettando
al suolo una torre di blocchi multi-dimensionali, a partire da aste
(1D), poi tavole (2D), poi cubi (3D), e poi geometrie più complesse con
4D, 5D, ecc, sicchè la progressione dell'attività cerebrale assomiglia
ad un castello di sabbia multi-dimensionale che si erge dal suolo e poi
si disintegra.
Maggior lavoro sarà necessario per determinare come la complessità di
queste forme geometriche multi-dimensionali formate dai nostri neuroni
si correla con la complessità dei vari compiti cognitivi.
Tre anni dopo aver iniziato a studiare la telepatia, il 20
agosto 1922, Bernard Bernardovich Kazhinskiy era giunto, come
parte
di una delegazione di quattro uomini, nei laboratori di Vladimir
L.Durov, il trainer più famoso della Russia. Durov, all'epoca
quasi 60-enne, aveva trascorso la maggior parte della sua vita
nel circo. All'inizio era stato un artista del trapezio ed un
clown, ma, col passare degli anni, cominciò a concentrarsi
sugli animali - cani, scimmie, anatre, oche, capre, orsi, leoni.
Con il tempo, Durov era diventato noto per la sua capacità di
comunicare con animali addestrati da "suggerimenti mentali", che
era esattamente ciò di cui Kazhinskiy s'interessava.
Voleva svelare i misteri di quelle che chiamava "comunicazioni
radio biologiche" e Durov ed i suoi cani sembravano i candidati
perfetti per gli esperimenti che voleva condurre.
Sotto il governo sovietico, la casa di Durov era diventata un
centro per la ricerca sulla psicologia animale e quel giorno,
dopo che il capo della delegazione aveva baciato Durov e lo
aveva presentato, tutti acconsentirono: Kazhinskiy sarebbe venuto a
lavorare nel laboratorio di Durov.
Nel corso di circa due anni, Durov e Kazhinskiy avrebbero
condotto quasi 1.300 esperimenti testando comandi telepatici sui
cani. Questa linea di ricerca avrebbe avuto ben più importanza
rispetto alla maggior parte delle indagini sui fenomeni
psichici, visto che, nei decenni successivi, avrebbe aiutato la
Guerra Fredda ad ottenere armi non convenzionali, poichè entrambe
le parti cercavano di migliorare le capacità parapsicologiche
dei propri militari.
L'America, per esempio, aveva sperimentato "gli uomini che
fissano le capre
" per cercare di fermare il loro cuore.
Come Kazhinskiy scrisse nel suo rapporto del 1962, gli Stati Uniti si
sarebbero finalmente interessati alla telepatia, ma: "..sembra
che la ragione principale è che i risultati potrebbero essere di
grande significato militare".
Negli anni '20, però, Kazhinskiy voleva solo vedere se Durov
potesse comunicare telepaticamente delle semplici idee ai suoi
cani.
Secondo la sua relazione successiva, tradotta negli
anni '60 dalla Divisione Tecnologia Straniera della US Air Force,
tali esperimenti ebbero successo.
Kazhinskiy aveva iniziato la sua carriera come Ingegnere
Elettrico dedicandosi alla ricerca sulle onde radio, ma era stato anche
affascinato dalla possibilità che le creature viventi potessero
trasmettere informazioni ai sistemi radiofonici.
Come ha scritto
nel suo libro Biological Radio Communications:
"Dovevo trovare nell'organismo umano elementi strutturalmente e
funzionalmente simili ai componenti fondamentali di una stazione
radio trasmittente e ricevente, pertanto ho dovuto fare uno
studio approfondito del sistema nervoso".
Kazhinskiy non era l'unico scienziato sovietico interessato a
questa linea di ricerca, come scrive Wladimir Veminski in Homo
Sovieticus in cui parla di "Onde craniche, controllo mentale e
destino telepatico"
in piena epoca dei Soviet.
Alcuni anni prima che Kazhinskiy si unisse al laboratorio di
Durov, un altro scienziato, Vladimir M. Bekhterev, un rivale di
Ivan Pavlov, aveva presentato il lavoro di Durov all'Istituto
per la ricerca sul cervello, descrivendo la sua tecnica per la
trasmissione dei comandi.
I Russi però, non sono stati i soli a investigare sui
collegamenti psichici con i cani: in Germania, nello stesso
tempo, un appassionato di Parapsicologia aveva cercato di
misurare il legame psichico tra uomo e cane.
Per usare la sua mente onde inviare un comando ad un cane, Durov
iniziava guardando profondamente negli occhi dell'animale.
Poi
usava tutti i suoi poteri mentali per immaginare l'esatto
compito che il cane doveva eseguire, come se stesse guardando
attraverso i suoi occhi.
Dopo aver impiantato l'idea nel cervello del cane, Durov dava
l'ordine di agire.
Ecco come ha descritto l'invio d'un comando telepatico ad un
cane di nome Marte:
"Guardo negli occhi di Marte o, piuttosto, molto profondo nei
suoi occhi e al di là di essi. Faccio le coccole al cane,
accarezzandolo leggermente sui lati della testa, sopra la bocca,
sulle spalle, appena toccando la sua pelliccia ...
Il cane punta il naso quasi verticalmente, come se stesse per
cadere in trance.
I miei movimenti privano il cane di tutta la sua volontà, e
rimane in un tale stato come se fosse parte del mio ego
interiore.
Una comunicazione o un 'contatto psichico' è stato
così stabilito tra i miei pensieri e la subcoscienza di Marte ".
Secondo il suo memoriale, Durov aveva sperimentato il potere
di influenzare i cani in questo modo in circostanze drammatiche.
Quando era giovane, chiese ai suoi amici se poteva andare in una
casa abbandonata dove un cane molto pericoloso era tenuto
prigioniero affermando che il cane non lo avrebbe toccato.
Quando entrò, il cane gli si precipitò addosso, ma Durov lo
fissò e tenne fermo lo sguardo. Il cane rallentò, si fermò e si
ritirò, mentre Durov lo faceva mentalmente per ordinargli di
restare indietro.
Durov lasciò la casa, e la bestia subito si
andò a nascondere.
(Naturalmente è possibile che Durov sia riuscito a influenzare
il cane con il suo linguaggio del corpo, non con poteri
telepatici.
Nel suo libro, Kazhinskiy menziona che la telepatia
raccoglie molto scetticismo, ma non sembra considerare altre
possibili spiegazioni. Anche gli scettici sono spesso
rimasti convinti lavorando al fianco di Kazhinskiy, dopo aver visto i
risultati dei suoi esperimenti.)
Nel suo tempo trascorso come addestratore di animali, Kazhinskiy
ha documentato 1.278 esperimenti sul training di un cane
telepatico condotti per oltre 20 mesi.
In uno di questi,il 17 novembre 1922, Durov ed un altro
sperimentatore scelsero un oggetto per un cane (Marte, ancora
una volta): doveva recuperare una guida telefonica posta in una
stanza del laboratorio. La prima volta che Durov cercò di
descrivere a Marte il libro, il cane corse dalla poltrona dove
era seduto al centro della stanza. La seconda volta, il cane
cercò di chiudere la porta della stanza. Alla terza volta, però,
attraversò la porta, andò nel corridoio, nell'altra stanza, e si
mise a cercare. Quando trovò la rubrica telefonica, l'afferrò in
bocca e la riportò nella stanza originaria.
"Nonostante i primi due tentativi non riusciti, l'esperimento
deve essere considerato come un grande successo",
scrive Kazhinskiy.
In un'altra serie di esperimenti con un altro cane, Pikki, i
ricercatori avevano portato l'animale in un appartamento
sconosciuto e gli avevano dato una serie di comandi telepatici.
Seguendo le istruzioni mentali di Durov, Pikki eseguì una serie
di compiti.
Per esempio,
"saltò dalla sedia, corse ad un'altra sedia vicino
al muro e, appena salitovi, saltò rapidamente su di un tavolo
rotondo, si mise in piedi sulle zampe posteriori, raggiunse la parte
inferiore di un ritratto e cominciò a graffiarlo con le zampe “.
Kazhinskiy costruì anche una gabbia di Faraday, che notoriamente
interrompe la trasmissione dei segnali elettrici, per testare la
sua teoria su come Durov comunicasse telepaticamente con i cani,
invitandolo a provare la sua strategia di comando mentale mentre
era seduto all'interno della gabbia chiusa e con la porta
aperta.
"I primi test di prova hanno rivelato che le mie ipotesi erano
corrette"
scrive Kazhinskiy. "Quando la porta della gabbia era
chiusa, Durov seduto dentro non era in grado di trasmettere
all'animale (il cane Mars) un comando mentale.
Ma non appena la
porta veniva aperta, Marte eseguiva ogni ordine con precisione.
"
Complessivamente, dai rapporti di Kazhinsky, emerge che
696 dei
loro esperimenti con suggerimenti mentali
avevano avuto
successo, contro 582 negativi.
Secondo uno Zoologo e Statistico presso l'Università Statale di
Mosca, un'analisi dei risultati aveva mostrato che
"le risposte
dei cani non erano accidentali ma prodotte sotto l'influenza
dello sperimentatore".
La telepatia apparentemente funzionava. Con i cani, almeno.
In un esperimento, però, Kazhinskiy aveva usato Durov per
condurne uno su se stesso. "Forzami mentalmente per fare qualche movimento, sono curioso di
sapere cosa penserò in quei momenti ",
disse Kazhinskiy a Durov.
"Puoi farlo?"
"Facile"
disse Durov.
"Basta sedersi e stare rilassato."
Erano seduti da soli, davanti a un tavolo, Durov scrisse un
comando su un pezzo di carta e poi entrambi chiusero gli occhi.
"Non ho sentito niente in particolare, ma improvvisamente e
automaticamente mi sono toccato dietro l'orecchio con le dita
della mano destra"
scrive Kazhinskiy.
Immediatamente Durov gli diede il pezzo di carta, su cui aveva
scritto:
"Grattati dietro l'orecchio destro".
Questi esperimenti erano pieni d'innocenza ed
esuberanza: Kazhinskiy sembrava essere motivato dallo spirito
puro della ricerca scientifica. Purtroppo, col conflitto tra gli
Stati Uniti e l'Unione Sovietica sorto dopo la Seconda Guerra
Mondiale, entrambe le parti cercheranno di sfruttare questo tipo
di potere telepatico per fini disonesti, tra cui lo spionaggio
mentale a lungo raggio e gli assassini di innocenti capre di cui
sopra. Nessuno ha però avuto lo stesso successo degli
esperimenti di Durov.
Dagli anni '20 non c'è stata alcuna
rivoluzione della ricerca sulla telepatia canina e le indagini successive sono presto
finite.
Forse Durov aveva alcuni poteri mentali speciali; forse era un
allenatore di animali molto, molto bravo.
Questi esperimenti
sembrano facilmente replicabili, però.
Se riuscite a trasmettere un comando telepatico ad un cane ...
ce lo farete sapere?
------------------------------------ Fonte
http://www.atlasobscura.com/
-Traduzione: WM-
----------------------------------
LA
FISICA STUDIA LA COSCIENZA
(08/06/17)
Un
nuovo esperimento è stato proposto da un Fisico teorico che vuole
determinare se la mente umana è effettivamente vincolata dalle
leggi
della Fisica, o se ignora la realtà misurabile e segue totalmente le
proprie regole, cioè, se la mente umana ha il potere di
usare il libero arbitrio per superare la Fisica stessa.
Lucien Hardy, un Fisico Teorico presso il
Perimeter
Institute (Canada), propone di utilizzare
una versione modificata del
"test di
Bell" per condurre questo esperimento.
Il
test Bell é un esperimento progettato dal fisico John Bell nel 1964 per
dimostrare possibili conseguenze del reale impatto del quantum
entanglement. Il test stesso coinvolge due particelle intricate che
vengono inviate a due posizioni diverse e poi misurate
nelle rispettive destinazioni per vedere se corrispondono.
Le impostazioni sui dispositivi sono randomizzate per
assicurare che la persona che effettua la misurazione in entrambi i
luoghi non sia a conoscenza dell'esito dell'altro. Vi ricordiamo che
l'atto dell' osservazione in sé influirebbe sull'esito dell'esperimento.
Storicamente, il test Bell ha mostrato ciò che è noto per quanto
riguarda la teoria dell' entanglement quantistico.
La prova di Hardy modificherebbe il test di Bell, per vedere se le
misure tra i due punti possono essere controllate dalla mente umana:
fondamentalmente se la mente effettivamente risiede al di fuori della
Fisica per come la conosciamo dovrebbe essere in grado di
influenzare l'esito delle misurazioni. Il concetto si basa su quello che
il filosofo e il matematico francese René Descartes ha indicato la
dualità mente-materia, mentre, secondo Hardy, "...la mente è al di fuori
dalla Fisica regolare e interviene sul mondo fisico".
L'esperimento impiegherà 100 volontari, controllati con
elettroencefalogrammi (EEG) per registrare la loro attività cerebrale,
con le letture usate per commutare le impostazioni sull'apparato di
misurazione in ognuna delle destinazioni finali delle particelle
inviate. Hardy conclude: "La possibilità che vogliamo indagare è che quando gli esseri
umani decidono le impostazioni (piuttosto che usare vari tipi di
generatori di numeri casuali) potremmo aspettarci di vedere una
violazione della teoria quantistica. Se
l'esperimento dovesse fornire risultati diversi da quello che è
tradizionalmente emerso nei test di Bell classici, questa potrebbe
essere una nuova prova che le menti umane coinvolte hanno violato le
regole della Fisica quantistica, il che significherebbe che la mente
non è ad esse soggetta e che la stessa coscienza
potrebbe trascendere la Fisica attraverso la libera volontà .
Anche se
vedessimo una sola violazione della teoria quantistica con sistemi che
potrebbero essere considerati Coscienti, sia umani che di altri
animali, sarebbe certamente eccitante. Non riesco
ad immaginare un risultato sperimentale più sorprendente nella Fisica
rispetto a questo ed avremmo molto da discutere su cosa significhi".
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scientificamente
ProvaTO:
la mente influenza la materia!
(28-05-17)
Studi ed
esperimenti del Dr. William A. Tiller hanno dimostrato che la
coscienza umana
"cambia lo spazio". Non è una bufala e non è "fantascienza".
È un fatto scientifico!
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Il
Dr. Tiller per dimostrare l'effetto
della mente sulla materia, ha "impresso"dei dispositivi
elettrici con una specifica intenzione. L'imprinting è stato
fatto da quattro meditatori esperti, persone che Tiller dice
essere altamente capaci di raggiungere un profondo stato di
meditazione e concentrazione .Questi dispositivi sono stati
avvolti in alluminio ed inviato ad un laboratorio a migliaia di
Km di distanza, dove sono stati posti accanto ai bersagli ed
accesi.
Così, per esempio, nel dispositivo elettrico potrebbe essere
stata impressa l'idea di innalzare o abbassare il pH dell'acqua
contenuta in una provetta, sicchè l'aspettativa era che il pH
dell'acqua cambiasse, a seconda dell'intento originario.
Nel caso di quel particolare esperimento, si stava cercando una
differenza di almeno una unità di pH, qualcosa di abbastanza
grande perchè i risultati non potessero essere attribuiti a
misurazioni difettose.
(è
oggi possibile misurare 1/100-mo o addirittura 1/1000-mo di
grado nel cambiamento del pH, quindi una unità piena è
moltissimo).
Già dai primi risultati si
riscontrò che i dispositivi erano in grado di ottenere un
cambiamento inequivocabile nello stato del pH dell'acqua
semplicemente per essere stata posta in prossimità di un
dispositivo elettrico in cui era stato impresso un tale intento
ovvero aumenti o diminuzioni di ben 1 o 2 unità totali,
una variazione davvero molto grande.
Quando lo stesso esperimento è stato ripetuto più e più volte,
effetti davvero significativi cominciarono ad evidenziarsi . Tiller ha addirittura scoperto, e provato, che quando
l'intento viene ripetuto nello stesso luogo, alla fine il suo
effetto diventa permanente. E quando ciò accade, le leggi della
Fisica in quel luogo non funzionano più come prima!
(Con un'analogia sportiva, ma
significativa, ricordate quando era "impossibile" per
l'uomo correre un miglio in quattro minuti?)
Continuaando ad eseguire lo stesso esperimento più e più volte,
dice Tiller, il laboratorio ha cominciato a diventare
"condizionato", sicché lo stesso risultato era più evidente o
più rapido, persino dopo che il dispositivo non era più
Fisicamente presente.
"In uno dei laboratori
che abbiamo usato,"
dice Tiller,
"l'alterazione nello spazio della stanza è rimasta stabile per
ben più di un anno e dopo era ancora forte".
In termini fisici, cosa significa questo? Che cosa è successo in
realtà allo "spazio" del laboratorio?
Tiller spiega: "I dati
sperimentali che raccogliamo sembrano indicare che viene
alterata
quella che si chiama la"simmetria Fisica della stanza".
(Vedi
Wiki:
https://en.wikipedia.org/wiki/Introduction_to_gauge_theory)
Da qui sorgono implicazioni con la teoria dell'energia del vuoto che ci
portano a concludere che, se
la coscienza umana può interagire anche un pò con tale energia , essa ha il potere di cambiare
la materiaperché le energie dello stato
fondamentale di tutte le particelle hanno quel livello di energia
proprio a causa della loro interazione con il vuoto.
Quindi, se potete spostare l'energia del vuoto, cambiare anche di poco il suo
grado di ordine o coerenza, potete cambiare le energie dello
stato fondamentale delle particelle, degli atomi, delle
molecole ed anche le equazioni chimiche. FONTE:
http://www.tillerinstitute.com/
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Telepatia in
laboratorio
(10-03-17)
Il
Dr. Michael Persinger è un ricercatore e professore universitario,
Neuroscienziato Cognitivo presso l'Università Laurenziana (Canada) dal
1971. Nel 1974 Persinger ha suggerito che le onde elettromagnetiche di
bassa frequenza (ELF), possono essere in grado di trasportare
informazioni telepatiche e chiaroveggenti. Volete sapere se la ghiandola
pineale può essere correlata alla decodifica del campo magnetico
terrestre, o
se le esperienze psichiche, come la telepatia, interagiscono con le
onde elettromagnetiche di bassa frequenza (ELF)?
Ecco come risponde Persinger ad una breve intervista:
Giornalista: Michael, hai mai notato se la ghiandola
pineale può essere correlata alla decodifica del campo magnetico
terrestre, come afferma
il neurologo Felipe de Oliveira?
M.Persinger [MP]: Una delle funzioni della melatonina nel
cervello, è quella di sopprimere l'attività neuroelettrica, pertanto,
stimoli che sopprimono la melatonina durante la notte (a livelli di
picco tra le 2 e le 4 ), possono aumentare certi tipi di attività.
Durante i normali periodi di sonno si verifica una leggera diminuzione
dei livelli di melatonina .
L'Aumento di attività geomagnetiche e dei campi magnetici
artificialmente prodotti in laboratorio, sono in grado di sopprimere la
secrezione di melatonina e quindi aumentare la probabilità di labilità
elettrica all'interno dei lobi temporali. Una classe di esperienze che
si verificano spesso sono i fenomeni di apparizione che improvvisamente
svegliano durante la notte (di solito prima di quando si giunga a
sognare), caratterizzati dalla sensazione che qualcuno è lì vicino.
Non è probabile che le informazioni siano presenti all'interno del campo
geomagnetico.
Abbiamo calcolato che, essendo tutti i cervelli umani integrati
all'interno del campo geomagnetico statico, la diffusività magnetica (il
tempo necessario perchè le informazioni possano essere inviate da un
cervello a tutti gli altri) sarebbe di circa 10-15 minuti il che
corrisponde alla durata della fase REM.
Giornalista: Quali erano i vostri obiettivi per quanto
riguarda i campi elettromagnetici, che cosa volevate scoprire in
laboratorio?
MP: Il nostro obiettivo principale era di riprodurre in
laboratorio quanto descritto in natura e comprendere i meccanismi
fisici.
Giornalista: Che tipo di esperienza può essere definita
"spirituale"?
MP: Tutte le esperienze umane sono generate da attività
cerebrale, i diversi tipi di attività cerebrale
generano diversi tipi di
esperienze.
Giornalista: E qual è la sua conclusione dopo i molti anni
di ricerca? Sono le esperienze psichiche -quali telepatia
e
chiaroveggenza- legate ai campi elettromagnetici?
MP: Sì.
Giornalista: Quindi avete riprodotto alcune particolari
condizioni elettromagnetiche nel vostro laboratorio? Che cosa ha
osservato?
MP: Tutta la classe principale delle esperienze associate
ai fenomeni "spirituali" o parapsicologiche può essere simulata
esponendo il cervello umano ai campi magnetici, lasciando ricordi
momentanei.
Giornalista: Su cosa sta attualmente indagando?
MP: Al momento stiamo portando avanti una ricerca sul come
due persone separate nello spazio, ma che condividono lo stesso campo
magnetico che ruota intorno alla testa, possano scambiarsi informazioni.
Abbiamo dimostrato che se due persone condividono lo stesso campo,
esponendone una alla luce, si provoca l'emissione di luce dal cervello
dell'altra persona che si trova in un luogo buio.
Abbiamo il
sospetto che il meccanismo è di tipo fotonico per come si muove attraverso
lo spazio ed il tempo.
Giornalista.
Mentre Persinger pare dimostrare la telepatia in laboratorio, i suoi
colleghi rimangono scettici. Ci sono molte domande nell' aria, ma
Persinger, almeno, ha iniziato a cercare qualche risposta.
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FISICI E COSCIENZA QUANTICA
(26-02-17)
La possibilità di vita dopo la
morte è uno dei più grandi misteri dell'umanità, ma ora gli esperti
affermano che non c'è morte della coscienza, ma solo quella del corpo.
Secondo alcuni scienziati di tutto rispetto, la meccanica quantistica
avvalora l'idea che la coscienza continui vivere dopo la scomparsa del
corpo. Mentre gli scienziati sono ancora incerti su cosa esattamente sia
la coscienza, Stuart Hameroff della University of Arizona crede
che si tratta semplicemente di informazioni memorizzate a livello
quantistico.
Il fisico britannico Sir Roger Penrose è d'accordo e crede che lui e il
suo team hanno trovato la prova che i microtubuli - una componente
strutturale delle cellule umane - portano l'informazione quantistica,
memorizzandole a livello sub-atomico. La coscienza potrebbe così
continuare ad esistere su un livello quantico Sir Roger afferma che,
quando una persona muore, questa informazione viene
rilasciato dai microtubuli nell'universo.
Tuttavia, se questi soggetti sono resuscitati, l'informazione
quantistica è incanalata nuovamente dentro i microtubuli ed è quello che
accade a seguito d'una esperienza di premorte (NDE).
Sir Roger ha aggiunto: "Se il
paziente muore definitivamente, è possibile che questa informazione
quantistica può esistere al di fuori del corpo, forse a tempo
indeterminato, come anima."
I ricercatori del rinomato Istituto Max Planck per la Fisica di Monaco
di Baviera, sono d'accordo e affermano che l'universo fisico in cui
viviamo è solo una nostra percezione e che, una volta che il
nostro corpo fisico muore, c'è un al di là infinito.
Il Dr. Hans-Peter Dürr, ex capo del Max Planck Institute per la Fisica,
ha detto:
"Quello che noi consideriamo il
qui e ora, questo mondo, in realtà è solo il livello materiale che è per
noi comprensibile, dove questo mondo è radicato. In questo modo, la
nostra vita in questo piano di esistenza è racchiusa, circondata già
dall' Aldilà ... il corpo muore, ma il campo quantico spirituale
continua. Di tal fatta, io sono immortale ".
OBE
VIRTUALI E PAURA
(22-02-17)
In un recente studio, ricercatori
spagnoli hanno dimostrato che separare la coscienza di una persona dal
suo corpo fisico riduce la paura di morire. Può, dunque la realtà
virtuale aiutarci a confrontarci con la paura della morte? Può darsi.
Almeno, questa è la conclusione
raggiunta
da un piccolo esperimento psicologico recentemente eseguito in Spagna.
Nello studio, 32 volontari reclutati presso l'Università di Barcellona
sono stati equipaggiati con cuffie Oculus VR e con sensori di movimento
sulle mani e sui piedi. I partecipanti sono stati invitati poi ad
identificarsi con il loro corpo virtuale attraverso una serie di
esercizi forniti tramite un feedback visivo: quando il soggetto muoveva
le braccia nel mondo reale, poteva vederle muoversi anche nel mondo
virtuale. Quando,per esempio, una palla rimbalzava sul piede o sulla
mano del corpo virtuale, il partecipante sentiva l'impatto sul suo vero
piede o sulla mano. Una volta che l'illusione era stata creata,
con un punto di vista virtuale distaccato dal corpo, i soggetti si
sentivano proiettati fino al soffitto della stanza virtuale e, guardando
verso il basso, potevano vedere il proprio corpo virtuale. La sequenza è
stata progettata per replicare la classica esperienza fuori dal corpo
riportata nei sogni o durante le esperienze di pre-morte.
Con la nuova visione prospettica dal soffitto, si vedeva la palla
virtuale che continuava a rimbalzare fra la testa e le gambe del corpo
virtuale. A questo punto, i ricercatori hanno suddiviso i soggetti in
due gruppi. La metà ha continuato a sentire le vibrazioni di impatto
attraverso l'unità sensoriale, mentre l'altra metà non sentiva più
nulla.
In seguito, a tutti i partecipanti sono stati dati questionari
progettati per misurare la loro paura della morte. Coloro che si erano
sentiti del tutto scollegato dal loro corpo durante l'esperienza
virtuale hanno riferito una paura significativamente più bassa, in base
alle valutazioni psicologiche usuali, rispetto al gruppo di controllo. L'ipotesi è che ridurre l'identificazione sensoriale con il corpo
- in questo caso, un corpo virtuale - rafforza l'idea che la coscienza è
separata dalla forma fisica. Questo concetto è, naturalmente, al centro
di qualsiasi fede nella vita dopo la morte. "La paura della morte
nel gruppo sperimentale è risultato essere inferiore rispetto al gruppo
di controllo," concludono i
ricercatori nel sommario dello studioo.
"Questo dato è in linea con le precedenti
relazioni da cui risulta che gli stati di OBE ed NDE sono spesso
associati con una maggiore fede nella vita dopo la morte."
APPROFONDIMENTO
SU: http://www.technoblitz.it/
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Diviso in due,ma ancora intero
(31/01/17)
Il ricercatore Titus Rivas ha postato un link su Facebook ad un
interessante articolo, " Dividere in due il cervello non
porta ad
una
Coscienza divisa ". Uno degli argomenti più popolari contro la
cosiddetta teoria della trasmissione (l'idea che il cervello funge
da ricevitore, piuttosto che creatore, di coscienza) vanta studi su
pazienti che hanno subito un callosotomia - la scissione del corpo
calloso, il fascio di fibre nervose che unisce gli emisferi destro e
sinistro del cervello. Questa operazione sempre più rara è usata
come ultima risorsa in caso di grave epilessia. Essa ha l'effetto di
isolare quasi interamente le due metà del cervello, che rimangono
unite solo da alcuni fili sottili di tessuto nervoso (soprattutto il
fornice anteriore e posteriore) che trasmettono segnali elettrici
molto limitate.
In precedenza, gli scienziati che hanno studiato i pazienti nel
post-operatorio, hanno concluso che queste persone avevano due
centri distinti di coscienza. In effetti, dove vi era stata una sola
mente, dopo l'intervento ce n'erano due. Questa deduzione è stata
presa da molti campioni del materialismo come una forte evidenza che
la mente è generata dal cervello e che il dualismo mente e corpo (o
anima e corpo) è insostenibile. Il nuovo studio, tuttavia, raggiunge
una conclusione diversa.
Ecco una sintesi fornita dall' articolo
citato:
Un nuovo studio contraddice l'opinione consolidata che i cosiddetti
pazienti split-brain hanno una coscienza divisa. Invece, i
ricercatori dello studio, condotto dallo Psicologo Yair Pinto, hanno
trovato una forte evidenza che mostra che, pur essendo
caratterizzato da poca o nulla comunicazione tra gli emisferi
cerebrali destro e sinistro, il cervello diviso non causa due
esseri coscienti indipendenti in un unico cervello. I loro
risultati sono pubblicati nell'ultima edizione della rivista Brain. Pinto, ricercatore dell' Università di Amsterdam, scrive: "Il
punto di vista consolidata sui pazienti split-brain implica che i
collegamenti fisici che trasmettono enormi quantità di informazioni
sono indispensabili per la coscienza unitaria, cioè un agente
cosciente in un cervello.
I nostri risultati, tuttavia, rivelano che sebbene i due emisferi
sono completamente isolate l'una dall'altro,
il cervello nel suo
complesso è ancora in grado di produrre
un solo
agente cosciente.
Questo contraddice direttamente l'ortodossia corrente ed evidenzia
la complessità della coscienza unificata ".
Anche se l'articolo non dice nulla circa le implicazioni filosofiche
dello studio, mi sembra che uno degli argomenti più comunemente
impiegati contro il cervello visto come mediatore, non produttore,
di coscienza può essere ora considerato obsoleto. In realtà, siamo
in grado di andare oltre e dire che i risultati del nuovo studio
sono più coerenti con la ipotesi della trasmissione che con quella
della produzione. Se la mente rimane unificato, anche quando il
cervello è stato diviso, se ne deduce che la mente è primaria,
il cervello secondario - che la coscienza ha origine al di fuori del
cervello ed è semplicemente elaborata da esso o incanalata
attraverso di essa.
Per lo meno, le nuove scoperte complicano notevolmente le idee dei
materialisti.
l'osservazione umana
può influenzare i sistemi fisici
(23-01-17)
Il fisico ungherese John von Neumann è stata una delle principali
figure nel pensiero matematico del Novecento. Le sue ricerche hanno
avuto un’importanza determinante nel campo delle applicazioni della
matematica, soprattutto in relazione allo sviluppo della meccanica
[Sebbene in
lingua inglese questo video (Clic sull'immagine) è
abbastanza chiaro nell'illustrare l'esperimento,
corroborandolo con quanto scritto in italiano su
Wikipedia
quantistica ed
alla nascita della teoria dei giochi.
János (poi diventato John) nacque a Budapest, nel 1903, in una
ricca famiglia ebrea. Dopo gli studi, condotti sia in Ungheria sia
in Germania, prese parte alla scuola matematica fondata a Gottinga
da David Hilbert e ne divenne uno dei principali esponenti. Si
trasferì in seguito negli Stati Uniti, dove insegnò a partire dal
1930 prima nell’Università di Princeton e poi, dal 1933, nel
prestigioso Istituto di studi avanzati della stessa città. Di
carattere estroverso, amante delle feste, von Neumann fu
ribattezzato Johnny negli Stati Uniti dove lavorò fino alla morte
avvenuta a Washington nel 1957.
Una delle prime proposte, di John
von Neumann, era basata sulla caratterizzazione del processo di
misura, visto come una catena di interazioni tra entità fisiche
(ad
esempio, sistema fisico, rivelatore, occhio, cervello)
con il processo che finirebbe solo quando la conoscenza della misura
è registrato da ciò che
von Neumann ha chiamato un fattore "extra-fisico", vale a dire,
la mente dell'osservatore.
Per indagare
l'ipotesi di von Neumann , è stato condotto un esperimento
utilizzando un sistema ottico a doppia fenditura.
In modo controbilanciato, i partecipanti hanno concentrato -o meno -
la loro attenzione verso un segnale di retroazione collegato in
tempo reale al dispositivo a doppia fenditura di un modello di
interferenza. Una telecamera registrava in continuo la figura di
interferenza a 4 Hz. Durante il 2013 e 2014, un totale di 1.479
persone provenienti da 77 paesi diversi hanno contribuito a 2.985
sessioni del test. Nello stesso periodo 5.738 sessioni sono state
invece eseguite usando il controllo da parte di un computer
programmato per simulare i partecipanti umani.
I risultati hanno mostrato che
solo con osservatori umani la
visibilità della frangia al centro della figura di interferenza
era
deviato da zero a 5,72 sigma (p = 1,05 × 10-8),
conformemente alla direzione della deviazione corrispondente alle
intenzioni degli osservatori. La stessa analisi applicata ai dati di
controllo ha determinato un deviazione complessiva di -0.17 sigma.
Dopo aver esaminato diverse spiegazioni alternative, questi
risultati
sono stati considerati validi per sostenere la teoria di von Neumann,
cioè che la mente dell'osservatore è una parte inscindibile del
processo di misurazione.
Questo tipo di
esperimento offre un mezzo per risolvere empiricamente interrogativi
di lunga data sul ruolo della coscienza nel mondo fisico.
Gli autori scrivono:
"Il presente studio . . . è coerente con la speculazione di von Neumann ove si sostiene che un fattore extra-fisico gioca un ruolo
nella QMP. Detto ciò, questi risultati non supportano un ruolo forte
per la mente, visto che la coscienza non provoca letteralmente il
collasso della funzione d'onda quantistica. . . Piuttosto, una
funzione più modesta è possibile, dove la mente ha la capacità di
modulare le probabilità associate al passaggio dal comportamento
quantistico a quello classico.
In termini di grandezza assoluta queste modulazioni sono piccole.
Nel presente esperimento la variazione percentuale di visibilità
della frangia a causa dell' osservazione umana è stato in media di
circa lo 0,001%, tuttavia, è importante non confondere le dimensioni
di un effetto con la sua importanza teorica. "
DBV: UN FENOMENO COMUNE ANCHE IN
GIAPPONE
(07-10-16)
Ha avuto risvolti
inaspettati un recente studio, effettuato in Giappone e teso al
miglioramento delle cure di fine-vita, condotto fra i familiari di
persone recentemente scomparse in cui venivano poste numerose domande
circa l'esperienza vissuta al capezzale dei propri cari.
Inclusa tra quelle richieste, vi era una curiosa domanda circa il
fenomeno delle visioni sul letto di morte (Vedi
DBV),
ovvero se qualche membro della famiglia ne avesse mai parlato durante la
fase pre-agonica.
Queste esperienze sono ben presenti nella cultura giapponese, tanto che
hanno anche un nome:
Omukae,e
sono anche il titolo di una fortunata serie televisiva nipponica
andata in onda quest'anno.
Incredibilmente, un enorme numero degli intervistati
(il 22%) ha
segnalato un tale evento. Una domanda aggiuntiva ha fornito un dato
ancora più alto perchè circa il 25% di queste persone
sostengono di aver
assistito anche alle visioni che il loro familiare aveva avuto,
(Vedi le
NDE
Condivise studiate dal Dr. Moody) mentre l'altro 75% ha citato solo l'esperienza riferita dal morente.
Altri risultati svelano che quasi il 90% delle visioni erano di qualcuno
appartenente alla propria famiglia, in particolare genitori e pazienti
di sesso femminile anziani sembrano i più probabili candidati ad
esperire tale fenomeno.
Anche se lo studio di certo non dimostra la realtà delle DBV ad un
livello che soddisfi uno scettico incallito, esso può essere utile per
promuovere ulteriori ricerche sulle visioni sul letto di morte fra i
medici che hanno i pazienti che le riferiscono così che il fenomeno
diventi sempre più accettato come reale, sia pure inspiegabile, onde
fornire una risposta a ciò che accade quando si muore.
Fonte:
http://www.dailygrail.com/ - Trad. e Adattamento: WEBMASTER
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ULTERIORI PROVE CHE
LA TELEPATIA ESISTE !
(17-08-16)
Recenti
ricerche sulle interazioni sociali tra esseri umani CONDOTTE DA UN TEAM
ITALIANO di Neuroscienziati, ha rivelato i dettagli affascinanti di come
il cervello di amici e familiari (in
termini scientifici:
cervelli che "operano almeno in parte su un contenuto informativo
condiviso")
possono sincronizzarsi e 'allinearsi' l'uno con l'altro.
Visti i discutibili risultati della Parapsicologia che suggeriscono che
la telepatia ed altri talenti 'PSI' potrebbero essere veri, è possibile
che questa 'neuro-risonanza' possa essere rilevata anche quando due
persone cercano di interagire mentalmente,
sebbene private dei normali mezzi sensoriali?
Questa è la domanda posta in un recente documento dal titolo: "Correlazioni
elettroencefalografiche di interazione sociale a distanza".
******************
L'esperimento è stato condotto su 25 coppie di volontari scelte su
criteri di amicizia reciproca (da più di un decennio) ed
esperienza nella meditazione (al fine di mantenere una prolungata
concentrazione).
I membri di ogni coppia sono stati collocati in due camere separate -a
circa cinque metri l'una dall'altra- con opportune misure atte a
bloccare qualsiasi condivisione delle informazioni sensoriali ed i loro
cervelli sono stati monitorati tramite elettroencefalogramma
(EEG).
Al 'mittente' veniva chiesto di rilassarsi, pensare al 'ricevente
'
e mentalmente trasmettere ciò che percepiva. Durante
una sessione di 10 minuti al mittente sono state inviate 128
stimolazioni della durata di 1 secondo ciascuna, separata da pause
variabili fra i 4 ed i 6 secondi (per evitare ritmi prevedibili).
Questi stimoli consistevano in un segnale luminoso prodotto da alcuni
LED rossi e da un simultaneo segnale audio sinusoidale alla frequenza di
500 Hz, della stessa durata. Al 'ricevente', seduto nella
stanza isolata, veniva detto di rilassarsi ed essere pronto a
ricevere stimoli dal suo compagno, di collegarsi mentalmente con lui e
cercare di percepire gli stimoli che avrebbe ricevuto.
RISULTATI
STRAORDINARI!
I dati provenienti dalle 25 coppie di soggetti sono stati raccolti per
tre giorni. I risultati ottenuti hanno mostrato,
"una risposta debole ma robusta"
che è stata rilevata dall'attività EEG del ricevitore 'passivo' ", in
particolare all'interno della gamma dei 9 - 10 Hz (Ritmo Alpha).
Questo segnale è risultata essere statisticamente significativo
ed i
Ricercatori hanno concluso che, pur se lo studio era chiaramente
esplorativo, è in accordo con i risultati osservati in altri tre
diversi esperimenti di Hinterberger (2008) che ha osservato un
aumento di ERP (Event-Related
Potentials
= Potenziali evocati) sempre nel campo
delle onde Alpha (8-12 Hz)
nelle relative coppie di partecipanti.
Se ulteriormente confermati, questi dati sarebbero di enorme importanza
scientifica perché forniscono la prova neurofisiologica di una
connessione - o interazione sociale - a distanza. La vogliamo chiamare TELEPATIA? FATE VOI!
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Riportiamo qui sotto il link al lavoro che, lo ricordiamo, è opera di
Ricercatori Italiani dell'Università di Padova.http://f1000researchdata.s3.amazonaws.com/
NUOVE
CONFERME SULLE NDE
(11-08-16)
Di
Tara MacIsaac
Se la mente è solo una funzione del cervello, è ovvio che tanto più il
cervello è danneggiato, tanto meno la mente dovrebbe funzionare, almeno
è questo che gran parte della ricerca sul cervello in corso afferma.
Esistono però delle eccezioni:in circostanze estreme, come ad esempio in
prossimità della morte, la mente può funzionare bene o anche meglio del
solito, proprio quando il cervello è compromesso. Questo suggerisce che la mente può funzionare indipendentemente
dal cervello. Uno dei ricercatori che ha studiato questi casi è
il Dr. Alexander Batthyany, professore di psicologia teorica e filosofia
della psicologia nel Liechtenstein presso il dipartimento di scienze
cognitive dell'Università di Vienna.
Nel suo più recente studio, pubblicato questo mese sul Journal of Near-Death Studies,
Batthyany
ed i suoi colleghi hanno esaminato migliaia di casi di esperienze di
pre-morte (NDE) per determinare la qualità della visione e della
coscienza.
Ecco come sinteticamente riassume le sue osservazioni: "Più é grave la crisi fisiologica, più è probabile che il Ritornato
riporti di aver vissuto
un'esperienza sensoriale e cognitiva
chiara e complessa."
Una parte degli obiettivi di Batthyany consisteva nel replicare studi
precedenti, pochi in effetti, che avessero esaminato la qualità delle
visioni e delle conoscenze acquisite durante le NDE.
In uno studio del 2007 condotto dai ricercatori della University of
Virginia, dal titolo "Esperienze Insolite: NDE e Fenomeni Connessi," il
52,2 per cento dei Ritornati ha riferito una visione più chiara del
normale. Jeffrey Long, M.D., fondatore della
nderf,
in un
sondaggio condotto su 1.122 Ritornati ha segnalato che circa il
74 per cento ha
riferito
"...maggiora coscienza e attenzione."
durante la NDE.
"Mi sentivo estremamente consapevole, totalmente presente, acuto, e
concentrato. Col senno di poi, dopo essere stato dichiarato morto, fu
come essere mezzo addormentato ma totalmente sveglio ",
ha detto uno dei
soggetti intervistati nello studio di Batthyany. "La mia mente era come ripulita ed il mio pensiero veloce e risoluto. Ho
provato un grande senso di libertà ed ero contento di liberarmi del mio
corpo. Ho sentito una connessione con tutto ciò che c'era intorno a me
in un modo che non posso descrivere. Mi sentivo come se stessi
pensando più velocemente o che il tempo fosse notevolmente rallentato ",
ha detto un altro.
Sebbene lo studio di Batthyany abbia confermato, in una certa misura, i
risultati degli studi precedenti che avevano evidenziato un aumento delle
funzioni cognitive e sensoriali durante le NDE, la sua metodologia
presenta alcune limitazioni che possono aver portato ad abbassare le
stime sulla percentuale di Ritornati che hanno riscontrato gli effetti
surriportati.
Dopo aver raccolto migliaia di testimonianze scritte su Internet, come
quelle del sito della NDERF, Batthyany ha utilizzato un programma
informatico per individuare le parole/chiave legate alla visione o alla percezione (come ad
esempio "visto" o "pensiero") valutando poi coi suoi colleghi la qualità
delle esperienze descritte in questo campione più piccolo, su una scala
da -2 a +2.
Filtrando ulteriormente il loro studio con esperienze che
includevano referti dettagliati delle condizioni mediche che
accompagnavano la NDE, gli Scienziati limitarono la ricerca ai soli pazienti con
arresto cardiaco e/o respiratorio.
In studi precedenti era stato chiesto ai Ritornati di giudicare
direttamente la qualità della loro esperienza, mentre in quello di
Batthyany furono analizzate tutte le informazioni fornite. Così, per
esempio, quando non veniva riportato "nessun cambiamento" rispetto al
normale stato di coscienza, potrebbe essersi trattato d'un cambiamento non
descritto in modo
abbastanza accurato per essere preso in considerazione.
Dei Ritornati che hanno menzionato percezioni visive, circa il
47 per
cento ha dichiarato di aver notato un miglioramento, mentre il
41 per
cento ha riferito che le loro capacità erano rimaste invariate,
"..che di
per sé è abbastanza notevole, dato che questi pazienti erano tutti in
gravi condizioni e spesso in stato d'incoscienza",
ha detto Batthyany in
una email inviata ad Epoch Times.
Dei Ritornati che hanno fatto riferimenti espliciti ad una consapevole
attività mentale, circa il 35
per cento ha dichiarato di averne notato -durante l'arresto cardiaco e respiratorio-
un aumento, mentre per circa il
61
per cento era rimasta identica.
Date le implicazioni del suo studio, Batthyany è stato attento a notare
altre lacune nella sua metodologia, compreso il fatto che le descrizioni
fatte on-line delle NDE possono includere alcuni rapporti fraudolenti,
ma tali carenze metodologiche non inficiano granchè i risultati.
Ad esempio, per quanto riguarda il rischio di possibili frodi, egli ha
scritto:
"Sulla NDERF, meno dell'1 per cento delle NDE inviate sono state
rimosse a causa di sospetti sulla loro validità ma, dato il gran numero di
racconti, è improbabile che dei falsi possano avere inciso in
maniera significativa sui nostri risultati in una o nell'altra
direzione, altrimenti dovremmo considerare tutte le NDE dei falsi
e nulla più."
LUCIDITA'
TERMINALE E VISIONE DEI CIECHI DURANTE LE NDE
In aggiunta a questi studi sulle NDE, Batthyany ne ha condotti altri anche
sui fenomeni di lucidità terminale e visione mentale che supportano la
conclusione che la mente può impegnarsi in complesse attività coscienti
anche se il funzionamento del cervello è gravemente deteriorato, come
nei pazienti Alzheimer.
Si tratta di un fenomeno per cui i pazienti che sono stati completamente
incoerenti per molti anni sembrano tornare improvvisamente coscienti poco
prima della morte. (Vedi nostri articoli
QUI e
QUI)
Quando un cervello giunge al massimo della degenerazione
anatomo-funzionale, è logico
pensare che le sue capacità
di fare connessioni coerenti tra ricordi,
pensieri ed emozioni dovrebbe essere totalmente scomparse, tuttavia proprio in questi
momenti, la coscienza sembra riemergere con tutti i suoi collegamenti
intatti.
La "Mindsight" è quel fenomeno per cui le persone non vedenti
riferiscono di essere state in grado di vedere durante una NDE ed è
stata studiata, per esempio, da Kenneth Ring presso l'Università di
Connecticut, scoprendo che 15 dei 21 non vedenti hanno riportato un
qualche tipo di visione durante NDE.
Allucinazioni?
ll nostro Studioso non è di questo parere: "I risultati ottenuti da questa ricerca, come
per i casi di lucidità
terminale e di visione mentale, tuttavia, sembrano suggerire il
contrario, nel senso che indicano la presenza di complesse e strutturate
esperienze coscienti durante il decadimento, il crollo e l'assenza delle
attività neurobiologiche correlate comunemente coi presunti fattori
causali delle NDE
e delle normali esperienze coscienti". Ha così concluso che la coscienza, tra cui il senso di individualità, le
immagini visive complesse e la chiarezza mentale, a volte possono
sopravvivere al funzionamento del cervello danneggiato, persino in
caso di
scomparsa di ogni attività elettrica.
La lucidità Terminale e la Mindsight sono fenomeni molto rari, ma le NDE
sono molto più numerose e quindi, "...i nostri risultati suggeriscono che la
presenza di immagini visive, le elucubrazione mentali
ed il senso di
individualità sono la regola, piuttosto che l'eccezione, durante una NDE. Resta ai futuri Ricercatori il compito di
confermare la nostra osservazione informale attraverso l'analisi
formale."
Lo studio “Complex Visual Imagery and Cognition During Near-Death
Experiences,”
è stato pubblicato nel Volume 34, No. 2, del Journal of
Near-Death Studies.
Articolo Di Tara Mac Isaac-
Traduzione Webmaster - Fonte:
http://www.theepochtimes.com/
Forse una delle prove più tremende che Dio può
dare agli umani è quella di nascere privi del bene della vista ma, se i
veri ciechi non possono vedere il Creato, esiste un'altra forma di
cecità, quella mentale, che affligge gli scettici che, nonostante i
milioni di casi di NDE che avvengono nel mondo, si ostinano a tirar
fuori
teorie
pseudo-scientifiche per negare la realtà di tali esperienze.
Se poi il Ritornato non è in grado di vedere fin dalla nascita,
ostinarsi a dire che le NDE sono il sottoprodotto di un cervello
morente, è un' assurdità che non ha nulla di razionale. Sentiamo cosa ha
da dirci la Dr.ssa Tara Mac Isaac su questo interessantissimo e forse
poco conosciuto
aspetto della nostra ricerca.
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Anche i ciechi dalla nascita hanno esperienze di pre-morte (NDE) durante
la quale hanno lasciato i loro corpi e sono stati in grado di vedere per
la prima volta. Ad alcuni la tal cosa è apparsa naturale, per altri, è
stata un'esperienza confusa e scioccante e non si tratta di casi tanto
rari, anche se ne basterebbe uno solo per far loro capire che la
coscienza non risiede nel cervello, ma al di fuori di esso. Un sondaggio
condotto dalla Gallup nel 1982 ha rilevato che il
15 per cento
di tutti gli Americani che erano quasi morti (in circostanze molto
diverse) ha riferito una NDE. Circa il 9 per cento ha riferito la
classica esperienza fuori dal corpo, l'11 per cento ha detto di essere
entrati in un altro mondo, e l'8 per cento ha incontrato esseri
spirituali.
Tara MacIsaac
@TaraMacIsaacNew
York City
Beyond Science reporter, editor for Epoch Times. Explores the
new frontiers of science. Also writes environment articles
@EpochEnviro
Sebbene gli Scienziati scettici sostengano che le NDE sono
allucinazioni, molti altri Ricercatori che le studiano con mentalità
aperta non accettano questa spiegazione. L'ipossia, ovvero la
privazione di ossigeno, è una delle cause spesso citate, insieme alle
intrusioni di episodi di 'rapid eye movement' (REM) che accadono
mentre si è svegli, anzichè dormendo.
(Cliccare
>
Qui< per leggere un'intervista alla D.ssa Atwater
che smentisce categoricamente una simile teoria)
Uno dei Ricercatori che non è d'accordo con queste spiegazioni è Robert
Mays, che ha studiato le NDE per circa 30 anni. Egli ha spiegato nel
corso di una conferenza
tenuta nel 2014 presso lo
IANDS
che le NDE sono molto diverse dalle esperienze
di solito riportate in condizioni di ipossia: "I Ritornati quasi sempre riferiscono di aver vissuto
un'esperienza iper-reale che mette in ombra il nostro ordinario stato
cosciente, sono poi convinti di essere andati nella loro vera casa ove
tutto era permeato da amore incondizionato e tutti affermano che non
hanno più paura di morire. Questi aspetti caratteristici non sono
semplicemente presenti nell'ipossia,nei casi di intrusione REM e così
via".
Gli studi hanno dimostrato che quando le persone non vedenti sognano,
non vedono nulla, eppure i ciechi vedono durante una NDE!
Per esempio, uno studio su come le persone non vedenti sognano condotto
da Amani Meaidi presso l'Università di Copenaghen e pubblicato sulla
rivista Sleep
Medicine nel 2014, ha evidenziato il fatto che
nessuno dei partecipanti -tutti ciechi dalla nascita- ha riportato
impressioni visive nei loro sogni.
Per coloro che per una parte della loro vita non erano stati ciechi, è
emerso evidente che più tempo era passato da quando avevano perso la
vista, meno era probabile che riferissero impressioni visive nei sogni.
Uno studio sulle NDE dei ciechi condotto dal Dr. Kenneth Ring presso
l'Università del Connecticut nel 1990 ha rilevato che 15 dei 21
partecipanti non vedenti avevano riportato un qualche tipo di visione,
tre non erano sicuri se avessero sperimentato percezioni visive e gli
altri tre non avevano visto nulla. La metà di coloro che erano ciechi
dalla nascita, ha detto di aver visto qualcosa.
L'incertezza di alcuni potrebbe aver avuto a che fare con la natura
sconosciuta della visione per coloro che non l'hanno mai sperimentata,
in combinazione con altre qualità insolite delle NDE. Anche molti
Ritornati che non sono ciechi a volte hanno difficoltà a spiegare
l'esperienza, che sembra trascendere la vita ordinaria in molti modi.
Un uomo, cieco dalla nascita, si è ritrovato in una libreria astrale con
"..migliaia, milioni
e miliardi di libri, a perdita d'occhio."
Alla domanda se egli li avesse percepiti visivamente ha detto:
" Oh, sì! Senza alcun problema! "
Poi gli fu chiesto se fosse rimasto sorpreso di essere in grado di
vedere: "Niente affatto. Mi
son detto, hey ma io sono cieco! E poi... beh, certo che posso vedere:
guarda quei libri....
Questa è una prova che invece io posso vedere."
Vicki Umipeg, intervistata da Ring e che ha parlato della sua
esperienza anche in varie interviste con i media, ha avuto una piacevole
NDE durante la quale è stata improvvisamente in grado di vedere,
esperienza che ha anche etichettato come "spaventosa".
Lei aveva 22 anni e lavorava come cantante in un nightclub a Seattle.
Non riusciva a trovare un taxi e così una notte accettò un passaggio da
parte di alcuni clienti ubriachi. L'auto si andò a schiantare e Vicki
subì lesioni gravi, tra cui una frattura cranica.
Sentì che aveva lasciato il suo corpo e iniziò a galleggiare verso il
soffitto dell' Harborview Hospital dove un medico parlava della
possibilità che un danno al timpano avrebbe potuto farla diventare anche
sorda.
Potè persino "vedere" un medico poggiato su quello che si rese conto
dovesse essere il suo corpo, ma lei non aveva mai visto il proprio
corpo, infatti era nata prematuramente e diventata cieca a causa del
troppo ossigeno nell'incubatrice.
Risucchiata attraverso un tunnel, ne emerse in un luogo erboso pieno di
persone fatte di luce, ha dettoin un'intervista per il documentario
della BBC "The Day I Died" (
QUI il video in Inglese)
"Mi sono sentita sopraffatta da questa esperienza, perché non potevo
davvero immaginare che cosa fosse la luce.
E 'stato meraviglioso essere là fuori ed essere liberi, di non
preoccuparsi di urtare contro nulla. Se volevo sapere qualcosa, la
conoscenza mi giungeva immediatamente. Ritornare nel mio corpo é stato
estremamente doloroso e molto pesante."
Ring notò che la Umipeg usava spesso parole visione-orientate anche al
di fuori delle sue descrizioni della NDE.
"Ad esempio, diceva 'guardare'
la televisione, o usava frasi come 'guardare questo',il che non
significa letteralmente poter vedere. Anche se questa osservazione non
invalida necessariamente la testimonianza, dobbiamo usare molta cautela
quando si tratta di interpretre i racconti dei nostri intervistati non
vedenti."
Il linguaggio della visione può essere stato utilizzato dai partecipanti
allo studio sui non vedenti per descrivere un senso che è difficile da
esprimere a parole, ha concluso Ring.
Commentando poi la risposta di un partecipante che era incerto se avesse
visto qualcosa nella sua NDE, Ring aggiunge:
"Credo che si tratti di
sinestesia, tutte queste percezioni vengono mescolate in qualche
immagine mentale, visiva, tattile, cioè una somma di tutti gli input
avuti. Non posso dire che non ha letteralmente visto nulla, eppure
questo soggetto era consapevole di quello che stava succedendo e
percepiva tutto nella mente sebbene non ricordasse i dettagli. Ecco
perché dico che sono restio a descriverla come una vera e propria
esperienza visiva. In risposta alla nostra precedente domanda
sull'esperienza di questi individui, se non è stata vera e propria
visione, forse si tratta di consapevolezza trascendente, uno stato
particolare della coscienza ed un modo di conoscere a sé stante, che è
operativo in vedenti e non vedenti durante le esperienze di pre-morte e
che ha bisogno di maggiori spiegazioni. "