PAGINA 3                   Anni: 2011-2015
Il tempo sulla terra è breve
Di Victor Zammit
 Il materialismo ha sedotto persone in tutto il mondo a far sì che il loro unico scopo nella vita fosse quello di accumulare ricchezze sproporzionate, costruendo case più grandi,acquistando auto di lusso, accumulando fondi pensione sostanziosi, sempre in giro ad indulgere in attività puramente egoistiche. Centinaia di miliardi di dollari vengono spesi ogni giorno per promuovere il materialismo - mentre i media ignorano totalmente le informazioni più importanti sul motivo per cui siamo sulla Terra. Ci è stato ricordato dagli Spiriti-Guida che, rispetto all'eternità, il nostro soggiorno qui non è altro che una frazione di un batter d'occhio. Coloro che si preoccupano di indagare sanno che esistiamo non per accumulare potere e beni materiali, ma per crescere nel carattere e nella capacità di amare.

COSA DICONO GLI SPIRITI AI MEDIUM: 
LE 7 RISPOSTE PIù FREQUENTI

 1. "Sto benone."
2. "La mia sofferenza si è conclusa  appena sono morto."
3. "Io sono più vicino a te ora di quanto non mi sia stato possibile prima.
4. "Sto vegliando su di te"
5. "Sono stato accolto dai miei cari, qui."
6. "Sto vivendo in pace, gioia e amore nello Spirito
7. "Ti voglio bene."

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"Un credo religioso", disse il maestro, "non è un'affermazione della realtà, ma un indizio, una traccia di qualcosa che resta un mistero inafferrabile per il pensiero umano. In breve, un credo religioso è solo un dito che indica la luna. Alcune persone religiose non vanno mai oltre lo studio del dito. Altre sono impegnate a succhiarlo. Altre ancora usano quel dito per cavarsi gli occhi. Queste sono le persone bigotte, rese cieche dalla religione. E sono rari davvero i religiosi sufficientemente distaccati dal dito in modo da vedere ciò che esso indica...
Questi sono quelli che, essendo andati oltre la fede, sono considerati blasfemi".

(Prof. Meluzzi su Twitter)

DOVE SI TROVA L'aldilà?
Quando eravamo bambini ci hanno insegnato che Paradiso" è in cielo, da qualche parte al di là delle stelle. Ma informazioni affidabili trasmesse dall'Aldilà ci dicono che è proprio dove siete, ma su una frequenza diversa. Ciò significa che quando si muore - quando si attraversa - si va nella dimensione dell'aldilà immediatamente. Si va fuori del corpo e si è subito accolti da qualcuno che ci aiuterà a trovare la strada giusta. Quanto più si impara a conoscere l'aldilà, tanto più facile sarà la transizione.
Victor Zammit

www.victorzammit.com

SE RISPONDETE SI A TUTTE LE AFFERMAZIONI, SIETE SULLA BUONA STRADA!

Nulla accade veramente per caso,siamo tutti qui con la missione personale e collettiva di evolvere spiritualmente

     La vita che conduciamo tocca molti altri,in un modo o nell'altro

     Le nostre vite non sono vissute per il beneficio dei nostri cari e neppure  per il bene della nostra evoluzione spirituale personale, ma a beneficio di tutti gli esseri umani nel loro sviluppo

     Anche i compiti più umili e ingrati o apparentemente banali sono importanti ed esistono per un preciso scopo, ognuno è una parte del Grande Disegno

REINCARNAZIONE "CRISTIANA"

Anche nel Cristianesimo vi sono accenni alla reincarnazione:
San Girolamo (400 d.c.), che soggiornò a lungo in Terrasanta ed in Egitto, dice: “Non conviene si parli troppo delle rinascite, perché le masse non sono in grado di comprendere.”
San Giustino (150 d.c.) dice: “L’anima abita più di una volta in corpi umani, ma se si sono rese indegne di vedere Dio in seguito alle loro azioni durante incarnazioni terrestri, riprendono corpo in animali inferiori.”
Sant’Agostino (380 d.c.) dice:  “La mia infanzia ha forse seguito un’altra mia età, morta prima di essa? Forse quella che ho vissuto nel ventre di mia madre? E ancora, prima di quella vita, o Dio della mia gioia, io esistevo già in qualche altro luogo o altro corpo?.”  
La Chiesa Cattolica rigettò definitivamente la reincarnazione solo nel Concilio indetto dall’imperatore Giustiniano nel 553 d.C. Si noti che il Papa Virgilio, pur trovandosi a Costantinopoli, si rifiutò di partecipare a quel Concilio.

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Che forma assumiamo nelle dimensioni dell'Aldilà?

"... Avrete forma ed individualità ... Non sarete uno spettro, o un fantasma, ma  un vero individuo con un corpo solido, e le caratteristiche che consentono di di essere riconosciuti dagli altri.
Avrete
tutti i sensi che consentono di riconoscere gli altri e l'intero apparato spirituale  necessario per  funzionare nel nostro mondo ...
"
(S Birch).

 Cosa aveva imparato Renzo Tramaglino dalle sue note disavventure?
- Ho imparato a non mettermi ne’ tumulti; ho imparato a non predicare in piazza; ho imparato a guardare con chi parlo; ho imparato a non alzar troppo il gomito; ho imparato a non tenere in mano il martello delle porte, quando c’è lì d’intorno gente che ha la testa calda; ho imparato a non attaccarmi un campanello al piede, prima d’aver pensato quel che possa nascere -.
E cent’altre cose.
-
(I promessi Sposi di A.Manzoni)

 Questo è un messaggio che Silver Birch ha dedicato ai genitori in lutto:

"Non piangere, perché pensi di aver perso per sempre il più bel fiore del tuo giardino.
La verità è che il fiore è stato trapiantato in un giardino molto più bello dove emana un profumo più forte ed è più bello, più bello di quanto potrebbe essere sulla terra. Gli sono state risparmiate molte delle tristezze delle crudeltà e dei tanti altri dolori della terra.
Rallegratevi che è giunta la libertà per una giovane anima, che non sarà mai turbata dalle tante miserie che affliggono il vostro mondo. Non piangere per il tuo bambino, piangi, se vuoi,solo per la sua perdita fisica, perchè ti mancherà il suo faccino radioso, le sue chiacchiere infantili, la sua piccola figura.
Ma se i vostri occhi non possono vedere e le vostre orecchie fisiche non possono sentire, il vostro bambino è sempre lì presente. Se si smette di versare lacrime che creano nebbia davanti ai vostri occhi, si vedrà la verità: che nel gran regno di Dio, la morte non esiste e tutti continuano a vivere in condizioni di gran lunga migliori, in un mondo che è più ricco e dolce di ogni cosa abbiate mai sognato.
Non addoloratevi più. Sappiate che un Dio che ama tutti invia loro gli Angeli per proteggerli,
e perchè, al compimento del vostro tempo, possano ricongiungersi a voi."

 Regole generali dell’Amore
a) Le persone non sono oggetto di possesso; in Amore ci si dona, non si marchia bestiame!
“Se perdi qualcosa, vuol dire che quel qualcosa non è mai stato tuo” (P.Coelho)
b) L’Amore per sua definizione è incondizionato; elargirlo legandolo alla pretesa che sia ricambiato secondo le nostre aspettative è una contraddizione in termini
c) L’Amore prevede SEMPRE un certo grado di sofferenza ma MAI la Paura.

La Paura è il contrario dell’Amore;
se c’è l’una, non può esserci l’altro

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RITORNO A CASA

Avevo raggiunto un punto in cui ancora una volta fortemente percepivo la presenza
confortante
di mio padre che mi circondava, quasi come se mi stesse abbracciando.
Papà, mi sento come se fossi tornata a casa!
Sono così
felice di essere qui. La vita è così dolorosa, gli dissi.
"Ma tu sei sempre a casa, tesoro...
Sei sempre stata
e sempre ci sarai.
 Voglio che te lo ricordi"
.

(Dalla NDE di Anita Moorjani. Grazie a Valentino per la segnalazione)

 Messaggio a Victor Hugo
da parte d'uno Spirito al quale il grande Autore aveva chiesto perché Dio non si rivela  all'umanità:

"Perché il dubbio è lo strumento che forgia lo spirito umano.Se dovesse giungere il giorno in cui lo spirito umano non verrà più messo in dubbio, l'anima umana sarebbe libera di volare via e lasciare l'aratro dietro di sè, perché avrebbe acquisito le ali. La terra resterebbe incolta.
Ora, Dio è il seminatore e l'uomo la mietitrice.
Il seme celeste chiede che il vomere umano rimanga nel solco della vita ".

 PERCHE' I  cristiani doVREBBERO rifiutare i CONTATTI MEDIANICI?
(27-04-12)
I divieti biblici contro la medianità provengono dalla Legge Mosaica. Chiunque crede che la Legge Mosaica si dovrebbe applicare alla medianità dovrebbe anche mangiare cibo kosher, non comprare nulla nè guidare l'auto di Sabato. Se non si rispetta TUTTA la Legge Mosaica,  NON SI PUò sostenere che la medianità è vietata dalla Bibbia.
Lo spiritualismo non è demoniaco o un fine inganno come dice la Chiesa Cattolica. Prima di fare qualsiasi contatto spiritico, di guarigione o medianico, dobbiamo sempre pregare Dio per chiederGli assistenza e protezione.
I demoni non propugnano una religione che afferma che ci si guadagna il Cielo con le buone opere.
Perché mai essi dovrebbero incoraggiarci a fare opere buone? Secondo la parabola dell'albero e dei frutti (*), lo spiritismo non può essere opera delle forze del male, dal momento che produce buoni risultati. I
Guaritori Spirituali sono responsabili di molte guarigioni fisiche e da sempre la medianità aiuta molte persone che soffrono.

“La nostalgia è l’amore che rimane!”
(07-03-15)
Grande rispetto per questa storia, una bambina più saggia di milioni di adulti messi insieme

“Quando sarò morta, penso che la mia mamma avrà nostalgia, ma io non ho paura di morire. Non sono nata per questa vita!”

Come oncologo con 29 anni di esperienza professionale, posso affermare di essere cresciuto e cambiato a causa dei drammi vissuti dai miei pazienti. Non conosciamo la nostra reale dimensione fino a quando, in mezzo alle avversità, non scopriamo di essere capaci di andare molto più in là. Ricordo con emozione l’Ospedale Oncologico di Pernambuco, dove ho mosso i primi passi come professionista. Ho iniziato a frequentare l’infermeria infantile e mi sono innamorato  dell’onco-pediatria. Ho assistito al dramma dei miei pazienti, piccole vittime innocenti del cancro. Con la nascita della mia prima figlia, ho cominciato a sentirmi a disagio vedendo la sofferenza dei bambini.
Fino al giorno in cui un angelo è passato accanto a me!
Vedo quell’angelo nelle sembianze di una bambina di 11 anni, spossata da due lunghi anni di
trattamenti diversi, manipolazioni, iniezioni e tutti i problemi che comportano i programmi chimici e la radioterapia.
Ma non ho mai visto cedere quel piccolo angelo. L’ho vista piangere molte volte; ho visto anche la paura nei suoi occhi, ma è umano! Un giorno sono arrivato in  ospedale presto e ho trovato il mio angioletto solo nella stanza. Ho chiesto dove fosse la sua mamma. Ancora oggi non riesco a raccontare la risposta che mi diede senza emozionarmi profondamente.
“A volte la mia mamma esce dalla stanza per piangere di nascosto in corridoio.  Quando sarò morta, penso che la mia mamma avrà nostalgia, ma io non ho paura di morire.
 Non sono nata per questa vita!”
“Cosa rappresenta la morte per te, tesoro?”, le chiesi.
“Quando siamo piccoli, a volte andiamo a dormire nel letto dei nostri genitori e il giorno dopo ci
svegliamo nel nostro letto, vero? "
(Mi sono ricordato delle mie figlie, che all’epoca
avevano 6 e 2 anni, e con loro succedeva proprio questo).
“È così. Un giorno dormirò e mio Padre verrà a prendermi.
Mi risveglierò in casa Sua, nella mia vera vita!”

Rimasi sbalordito, non sapendo cosa dire. Ero scioccato dalla maturità con cui la sofferenza aveva
accelerato la spiritualità di quella bambina.
“E la mia mamma avrà nostalgia”, aggiunse.
Emozionato, trattenendo a stento le lacrime, chiesi:
“E cos’è la nostalgia per te, tesoro?”


“La nostalgia è l’amore che rimane!”
Oggi, a 53 anni, sfido chiunque a dare una definizione migliore, più diretta e più semplice della
parola “nostalgia”: è l’amore che rimane!  Il mio angioletto se ne è andato già molti anni fa, ma mi ha lasciato una grande lezione che mi ha aiutato a migliorare la mia vita, a cercare di essere più umano e più affettuoso con i miei pazienti, a ripensare ai miei valori. Quando scende la notte, se il cielo è limpido e vedo una stella la chiamo il “mio angelo”, che brilla e risplende in cielo. Immagino che nella sua nuova ed eterna casa sia una stella folgorante.
Grazie, angioletto, per la vita che ho avuto, per le lezioni che mi hai insegnato, per l’aiuto che mi hai dato. Che bello che esista la nostalgia! L’amore che è rimasto è eterno.
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(Dr. Rogério Brandão, Oncologo)
[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]
Fonte: http://www.lalucedimaria.it/cosa-e-la-mort...ncro-terminale/

Grazie a Silvio che l'ha postata sul Forum, troppo bella per non registrarla sulla sezione "Punti Da Ponderare". (WM)

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PERCHè NON DOBBIAMO TEMERE LA MORTE (23-04-13)
Di James Donahue

La morte è un argomento di cui le persone evitano di parlare o addirittura non vogliono nemmeno pensarci, tranne quando scompare un amico o un parente e sono obbligate a partecipare al suo funerale.
Questo è un terribile errore: tutti dobbiamo alla fine morire e bisogna essere preparati per ciò che inevitabilmente ci accadrà.
Mi ricordo di quando mia madre stava morendo e lo sapeva. Non c'era paura nei suoi occhi, solo una profonda tristezza. Ho sentito un senso di impotenza quando ho visto il suo ultimo respiro, perché mi sono reso conto che non sapevo come consolarla. Stava vivendo qualcosa che non aveva mai affrontato, non ne sapeva nulla e non potevo dirle niente di rassicurante. Mia moglie, che ha lavorato per anni in un ambiente ospedaliero ed aveva già sperimentato la perdita dei genitori e di due fratelli, aveva più familiarità di me con la morte.
Lei prese le mani della mia mamma e le disse che stava andando tutto bene, che era libera di lasciarsi andare, di abbandonare il suo corpo e che la morte sarebbe stata agevole. Poi la istruì su come cercare la scintilla di Luce e di tenere gli occhi su di essa. Mamma sembrava essere più rilassata dopo, penso che avesse solo bisogno di sapere che qualcuno l'avrebbe curata e compresa.
Quel che stava vivendo era qualcosa di privato, una parte misteriosa della vita che tutti gli esseri umani devono affrontare a modo loro, perché pochi sono tornare a darci consigli su come lasciare questo mondo.  Anche coloro che fanno ritorno da una esperienza di pre-morte, raramente danno qualche consiglio, perché anche loro sono impreparati a ciò che accade e non lo capiscono.

Il nostro modo di prepararci alla morte, se ne abbiamo tempo, è del tutto sbagliato. Si tratta di un programma micidiale creato dai sistemi religiosi mondiali che alimenta la paura e di conseguenza ci prepara per una specie di disastro eterno. E' ironico che così tante persone sono totalmente impreparate alla morte quando si tratta di loro stessi, anche se viviamo la vita ben sapendo che parte dell'esperienza stessa include la morte, é come se noi pensassimo di essere immuni a quella cosa che succede a tutti gli altri intorno a noi. Infatti, al di fuori del contesto religioso, abbiamo scelto di non parlare molto del morire: è quasi un argomento proibito in ogni conversazione, persino pensarlo quando siamo soli con noi stessi. L'unica cosa che pensiamo di sapere sulla morte è che si passa da questa vita in un'altra esistenza. La Chiesa insegna che siamo giudicati per tutte le cose che abbiamo fatto, così passiamo tutta la vita ad essere indottrinati sulla paura dell'Aldilà,  su una sentenza di un Dio onnipotente che ci può torturare per l'eternità se siamo indegni del suo santo Paradiso.
La nostra punizione è un'eternità di sofferenza in un luogo chiamato inferno. Non è una buona prospettiva, dopo una vita di pochi piaceri, molte prove e molte sofferenze, prima che ci arriviamo.
Così la Chiesa è un fallimento totale quando si tratta di preparare l'uomo alla morte. L'insegnamento della Chiesa mette la gente in uno stato di paura della morte. Ho sentito una storia terribile dalla mia ex padrona di casa durante i miei anni universitari.
Grace era una buona vecchia anima che ha operato come pensionante con pugno di ferro,fuori dal campus universitario. Era una persona di mondo che ha avuto poca utilità per la chiesa. Ma hanno detto che quando è morta è andata via scalciando e urlando. Non aveva paura dell'uomo, ma temeva l'ignoto e penso che lei era sicura che si stava dirigendo dritta all'inferno. Non meritava quella esperienza.
Le persone che sono state rianimate, con conseguenti esperienze di pre-morte sul tavolo operatorio ed in altri eventi drammatici, hanno una versione molto diversa di ciò che ci accade quando moriamo.
C'è un breve momento di ansia quando si raggiunge lo stato di morte, ma poi una volta che il nostro spirito ha lasciato il corpo, entriamo in uno stato di pace e tranquillità che la maggior parte delle persone dicono essere estremamente piacevole.
Un uomo con cui abbiamo parlato e che ha avuto non solo una vera esperienza di pre-morte, ma è volutamente passato attraverso uno stato di morte mentale seguendo un corso presso l'Istituto Monroe, dice che la morte è una esperienza molto piacevole.
Dopo si entra in un buio totale che è meravigliosamente sereno, anche se è possibile per alcune persone rimanere in questo stato, senza mai lasciarlo, a meno che non lo che desiderino.
Ma c'è una Luce in alto, che appare come una minuscola stella luminosissima e se noi la guardiamo ci troviamo a volare verso di essa fino ad entrarvi dentro. Là troviamo persone che conosciamo, che sono passati prima di noi, che ci aspettano quasi come un comitato di benvenuto. Questo è un livello superiore di esistenza, un mondo come il nostro, pieno di bellezza, ma mancano il dolore e l'angoscia che soffriamo qui.
Non vi è alcun giudizio di un Dio onnipotente.
Ognuno di noi ha la possibilità di andare in questa vita nuova e bella quando lasciamo i corpi terreni: il trucco sta nel cercare la Luce una volta che si entra nel buio. Ci viene detto che, in un primo momento, la Luce è come una piccolissima punta di spillo quindi è necessario cercarla. 

Una volta trovata, non bisogna mai staccare gli occhi da essa e solo in questo modo si entra rapidamente in ciò che appare come un tunnel buio fino a quando si emerge fuori, nella Luce. Questa è la vera esperienza della morte che ci attende. Non c'è nulla da temere.
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MEDITATE! (Pasqua 2012)

Non SI MUORE DA SOLI (18-03-12)
DI : Elizabeth Kubler-Ross

Ci sono tre ragioni per cui nessuno può morire da solo.
Oltre alla mancanza di dolore ed all'esperienza della totalità fisica in un corpo simulato ma perfetto (che possiamo chiamare corpo eterico), saremo anche consapevoli che è impossibile morire da soli.
Questo vale anche per chi muore di sete in un deserto, a centinaia di kilometri dall'essere umano più vicino, o per un astronauta che perde la rotta e resta intrappolato nella sua capsula fino a che non muore per mancanza di ossigeno.
I pazienti che lentamente si preparano alla morte, come spesso accade ai bambini che hanno il cancro, cominciano ad essere consapevoli del fatto che hanno la capacità di lasciare i loro corpi fisici, hanno ciò che noi chiamiamo una
out-of-body experience (OBE). Tutti noi abbiamo queste esperienze extracorporee durante alcuni stati del sonno, anche se pochi di noi ne sono consapevoli. I bambini morenti, che sono molto più sintonizzati di noi con l'Aldilà, diventano molto più spirituali di quelli sani della stessa età e sono ben presto consapevoli di questi brevi viaggi fuori dai loro corpi, che li aiutano nella fase di transizione, facendo loro acquisire familiarità col luogo dove sono in procinto di andare.
Durante questi viaggi, i pazienti vengono a conoscenza della presenza di Esseri che li sostengono,li guidano e li aiutano. Questa è la prima ragione per cui non si può morire da soli. I bambini spesso si riferiscono a loro come "i compagni di gioco" e le religioni li hanno chiamato Angeli Custodi.
 La maggior parte dei Ricercatori, invece, li chiamano "Guide". Non è importante l' etichetta che diamo loro, é importante sapere che dal momento della nascita, a partire dal nostro primo respiro e fino al momento in cui cessa la nostra esistenza fisica, siamo con queste Guide al nostro fianco che ci aiutano nel passaggio dalla vita terrena alla vita dopo la morte.

Il secondo motivo per cui non possiamo morire da soli è che saremo attesi da coloro che ci hanno preceduto nella morte e che abbiamo amato in terra.
Potrebbe essere un bambino che abbiamo perso, forse decenni prima, o una nonna,
un padre, una madre, o un'altra persona che è stata significativa nella nostra vita.

Il terzo motivo per cui non possiamo morire da soli è che quando abbiamo abbandonato i nostri corpi fisici,ci troveremo in una vita dove non c'è tempo nè spazio dove, cioè, possiamo essere ovunque scegliamo di essere alla velocità del pensiero. Un giovane che muore in Viet Nam e pensa a sua madre a Chicago sarà a Chicago con la velocità del pensiero. Se si muore sulle Montagne Rocciose sotto una valanga ed i vostri familiari vivono a Virginia Beach, vi troverete a Virginia Beach sempre alla velocità del pensiero.
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La Dr.ssa Elisabeth Kübler-Ross, psichiatra ed autrice del rivoluzionario libro,
 On Death and Dying, ha evidenziato le ormai famose "5 fasi del lutto.(Clic)"

Precisazioni Sulle Cinque fasi del lutto
 Conosciuto anche come il 'ciclo di dolore', è importante tenere a mente che la Kübler-Ross non ha voluto con ciò fornire una rigida serie di passi sequenziali o uniformemente scanditi nel tempo. Non è un processo in quanto tale, si tratta di un modello o d'un quadro. 
C'è una sottile differenza: un processo implica qualcosa di fisso e costante, un modello è meno specifico - più che altro  una forma o una guida.
A titolo di esempio, non tutti sperimentano tutti i cinque stadi  del'ciclo del dolore'.
Alcune fasi potrebbe essere rivisitate ed alcune altre potrebbero non essere vissute affatto.
Il passaggio tra gli stadi può essere un flusso e riflusso, piuttosto che una progressione.
 Le cinque fasi non sono lineari, né sono uguali nel modo in cui vengono sperimentati perchèo dolore, e altre reazioni ai traumi emotivi, sono personali come un'impronta digitale.

Sempre schietta, il suo lavoro sfida la professione medica affinchè modifichi la sua visione dei pazienti terminali apportando grandi cambiamenti e concetti avanzati e molti importanti come il testamento di vita, l'assistenza sanitaria domiciliare e diffondendo la cultura del dare aiuto ai pazienti, perchè possano morire circondati di dignità e di rispetto. Il suo sito è: www.elisabethkublerross.com
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Diventare il testimone
Di Mike Tymn                                       (16-01-12)
Un pomeriggio, tre decenni fa, quando ero al college, partii per un viaggio sulle strade del Connecticut. Questo viaggio è ovviamente avvenuto prima che esistessero il GPS ed anche i telefoni cellulari, perciò avevo con me solo una mappa, ma non era molto esatta. Le strade non erano ben indicate ed io non avevo familiarità con la zona da attraversare. Il risultato fu che mi sono perso senza speranza e man mano che il giorno passava, mi sentivo sempre più frustrato.
 Infine, seduto in macchina come uno scemo, ho iniziato ad infuriarmi ,imprecando contro quella pessima mappa, la scarsa segnaletica ed il labirinto impenetrabile di strade. Ma, mentre ero furioso, ero anche consapevole di un'altra parte di me stesso, stranamente distaccata e non giudicante, che mi diceva molto freddamente : "
Sta davvero perdendo il controllo, non è così? " (O qualcosa del genere.)
Questo può essere stato il  primo momento in cui presi coscienza del 'Testimone' -
la parte di noi che osserva, prende nota e impara, ma non reagisce o condanna. Quando mi calmai, iniziai a pensare a quella strana sensazione di dualismo - di guardare me stesso dal di fuori. Più tardi ho imparato che gli Psicologi la chiamano dissociazione, ma porre un'etichetta a qualcosa non spiega nulla e io sono rimasto a chiedermi cosa fosse: un meccanismo di difesa, come la Psicologia sostiene, o qualcosa di più?
In questi giorni penso che il Testimone sia la parte più vicina (almeno nello stato di veglia), al nostro
sé superiore.  È uno stato senza ego - è per questo che non vi è giudizio o reazione, ma solo una calma valutazione del nostro agire. Abbiamo accesso al 'Testimone', quando le nostre difese dell'Io si abbassano, sia perché siamo entrati in uno stato alterato di coscienza attraverso la meditazione o le fantasticherie, sia -al contrario- perché abbiamo tanto lavorato su qualcosa, che i nostri metodi abituali di self-control cedono. Ho notato un'altra cosa su questo misterioso testimone:
invecchiando trovo che la mia risposta agli eventi è sempre più spesso in linea con quella del testimone.
In altre parole, mi arrabbio meno spesso e faccio un passo indietro per osservare la situazione con molto più distacco rispetto a quando ero più giovane. Non sto dicendo che non reagisco più in modo eccessivo - so che lo faccio- e ci sono questioni specifiche che prevedibilmente mi faranno premere certi bottoni - ma credo di non reagire più in modo eccessivo abbastanza frequentemente come facevo prima. Alcuni studi hanno dimostrato che la maggior parte delle persone diventa più felice quando invecchia, e che settantenni ed ottuagenari sono i gruppi di età più felici.
Questo è in contrasto con il culto di tutte ciò che é giovanile, come vorrebbe la nostra cultura consumistica, tuttavia fa un pò stupire.
Con l'età arriva (in molti casi, anche se non sempre) un cedimento dell'Io e lo spazio che si lascia alle spalle parrebbe venire occupato dal Testimone. Il testimone è stoico, accetta acriticamente, é sereno. Una persona che si identifica con l'Ego è destinata ad una vita tempestosa e dura, quella
"febbre capricciosa della vita", come Shakespeare l'ha definita; una persona che si auto-identifica col Testimone, invece, troverà che la vita scorre più facilmente.
Inoltre, ho il sospetto che in molti casi il "sé" che continua dopo la morte è essenzialmente
il Testimone, con l'Ego ridotto al minimo o spento del tutto. Le persone che si identificano con l'Ego in modo molto forte, che hanno soffocato la voce del Testimone scopriranno -dopo la morte- che tutto il loro Ego persiste per un pò, e forse alcuni di loro sono quello che gli Spiritualisti chiamano Spiriti legati alla terra, bloccati (per un certo tempo) in un basso livello di sviluppo. Ma per chi mira a conquiste spirituali, anche modeste, cioè quelli che non hanno del tutto trascurato il Testimone - in altre parole, per la maggior parte delle persone normali - la transizione verso uno stato di vita dopo la morte probabilmente consiste nello scartare la maggior parte o tutto il pensiero egocentrico e divenire un tutt'uno col Testimone. Forse questo non avviene istantaneamente, motivo per cui non è segnalata con coerenza dai Ritornati dalle esperienze di pre-morte (NDE), poichè sembra accadere come conseguenza della revisione della vita, con l'incontro con un Essere di Luce (che può essere una percezione esteriorizzata del Testimone ), e forse dopo un prolungato stato di Sonno Riparatore.
Se questa ipotesi è in qualche modo corretta,raggiungere un elevato grado di auto-identificazione col Testimone è il modo migliore per portarci vicino al "Paradiso Terrestre", e dovrebbe facilitare la transizione verso la vita successiva. Forse è per questo che i saggi ed i maestri spirituali di tutte le tradizioni hanno sottolineato la necessità di ridurre al minimo l'Ego e allargare la sfera d'influenza del Testimone. E 'interessante interpretare alcuni insegnamenti Cristiani in questa luce.
"
Il Regno di Dio è dentro di voi" - perché il testimone è dentro di voi. L'unione con il testimone è "una perla di grande valore."  Riconciliazione significa unione con il testimone. Il grano (nutriente) del testimone sarà separato dalla pula (la crusca indigeribile) dell'Io.
Forse è la voce dei Testimoni che abbiamo sentito in altri detti attribuiti a Gesù (e al suo
mentore, Giovanni). Questo brano, per esempio, sembra derivare direttamente dal Testimone:

Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. Prendete il mio
giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le
vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico è leggero. [Matteo 11,29-30]

 NDE ALL'ORIGINE DELLE RELIGIONI?
(12-01-12)
Tempo fa, stavo leggendo un articolo su Skeptiko, in cui Alex Tsakiris parla con il Dottor Alexander Eben, un Neurochirurgo protagonista d' un'esperienza di pre-morte (NDE), e cominciai a chiedermi che cosa può avere sperimentato la prima persona al mondo che ha avuto una NDE . Potrebbe essere così che l'umanità ha imparato che esiste una vita ultraterrena? Potrebbe essere questa la prima causa da cui ogni religione é cominciata?
 Ogni persona che ha provato una NDE vive un'esperienza unica, sebbene siano presenti molti punti in comune. I 'Ritornati' spesso riferiscono di essere coscienti di trovarsi fuori dal loro corpo e sono in grado di ricordare medici o infermieri dire cose specifiche, o semplicemente di aver galleggiato in aria e di vedere cose che non sarebbero stati in grado di vedere dalla posizione occupata dal loro corpo fisico. Essi hanno inoltre spesso dichiarato di avere incontrato i propri cari trapassati ed, eventualmente, anche alcune  figure religiose, come Gesù o altri esseri divini come gli Angeli.
L' attraversamento d'un tunnel che porta verso la luce è un altro elemento comune, oltre al fatto di avere una revisione della propria vita. Ma nonostante tutto, ogni esperienza di Pre-morte è unica e
le differenze culturali potrebbero anche essere un fattore che le può spiegare, ma tali differenze non dovrebbero sorprenderci troppo, infatti nella vita quotidiana, tutti noi abbiamo esperienze uniche ogni giorno. La nostra coscienza può essere limitata al nostro sé fisico, ma possediamo pur sempre il libero arbitrio per prendere le nostre decisioni ed abbiamo anche le nostre opinioni e le nostre preferenze.
Le vite quotidiane di ognuno di noi possono avere certe similitudini comportamentali, come lavarsi i denti, andare a lavorare, pranzare, guardare la TV, ecc., ma nonostante tutto, ci sono pur sempre delle differenze, perchè, per esempio, non tutti utilizzano lo stesso dentifricio, nè fanno lo stesso lavoro o guidano lo stesso tipo di auto e non necessariamente mangiamo tutti gli stessi cibi o amiamo gli stessi spettacoli televisivi.  Se invece vivessimo in una società tribale del terzo mondo, probabilmente le differenze non sarebbero usare un dentifricio o guardare la TV,  ma ancora ci si alzerebbe la mattina e vorremmo qualcosa da mangiare. Quindi, se le nostre vite quotidiane sono uniche, anche se con alcune somiglianze, perché non dovrebbe essere sorprendente pensare che l'Aldilà è unico per tutti,anche se con alcune somiglianze? Potrebbero allora le NDE essere all'origine di tante antiche religioni, forse anche preistoriche? Anche se molti dei racconti delle NDE provengono da persone rianimate su un tavolo operatorio, ci sono casi in cui alcune sono state erroneamente considerate morte, quando in realtà non lo erano e, dai tempi passati, ci giungono notizie di persone sepolte vive per sbaglio, quindi può  essere possibile che anch'esse abbiano avuto una NDE.
Se così fosse, allora la storia che possono avere raccontato sulla loro esperienza potrebbe aver generato un'antica religione ... soprattutto se le storie venivano riferite da qualcuno che tutti gli altri avevano creduto che fosse davvero morto.
Naturalmente, è anche possibile che alcune credenze religiose si siano formate attraverso allucinazioni indotte da droghe o da pure fantasticherie, ma se ci fosse qualcosa di più, se alcune credenze fossero iniziate partendo da un'esperienza reale? Cosa succederebbe se le credenze religiose che rispecchiano eventi comuni che si verificano durante una NDE non fossero il frutto della fantasia, ma racconti reali di una vera esperienza metafisica?
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(Webmaster DAL BLOG EPIC JEFF)

Dio e l'Aldilà (08-12-11)

Si dice a volte che il problema se ci sia o non ci sia vita dopo la morte è separato dalla questione se esista o meno un Dio. E questo è vero. E' certamente possibile immaginare la vita dopo la morte anche in assenza di
qualsiasi Creatore supremo o Mente cosmica che diriga lo show. E' anche possibile immaginare un Dio che non si degna di concedere l'immortalità alle sue creazioni.
In effetti, ricordo un caso confermato di un ateo che tuttavia credeva nella vita dopo la morte.  Editore di una rivista, si convinse dell'esistenza d'una vita ultraterrena studiando il caso del dirigibile R-101, di cui ho scritto altrove.
LaPdA ve ne ha offerto la traduzione [QUI
Sorprese non poco i suoi lettori dichiarando che quel caso aveva dimostrato la realtà dell'immortalità umana, almeno per lui, pur continuando a dire che non credeva in Dio.
 Non c'è nulla di intellettualmente incoerente in questa posizione, pur tuttavia, personalmente credo che l'idea di una vita ultraterrena è strettamente legata all'idea di Dio. Ecco perché.
Diciamo che c'è vita dopo la morte, ma non un Dio inteso come un potere ultimo nell'universo, responsabile della progettazione e supervisione di un piano cosmico gigantesco. In questo caso, non sembra possa esserci alcuna ragione di aspettarsi giustizia, moralità, o anche semplice decenza e
correttezza nello schema cosmico delle cose, perché non esisterebbe un sistema cosmico, ma solo il caos per la mancanza di un non regolamentato, senza supervisione, in ultima analisi, sarebbe un'esistenza priva di significato. Ora, se questo è vero, allora nel migliore dei casi l'Aldilà diventa problematico.

Chi vorrebbe vivere per sempre, o anche per un breve periodo dopo la morte fisica, se tale vita consistesse in un vortice di confusione da incubo? Potremmo trarre un qualche conforto dall'idea della vita dopo la morte se credessimo che verremo intrappolati in una follia senza fine, un film dell'orrore da cui non potremmo mai uscire? Alcuni dicono che l'assenza di un Dio non implica necessariamente il caos e l'orrore, perché potrebbero esistere un'auto-regolazione o dei principi auto-organizzativi, qualcosa come il karma, per esempio. Eppure, è difficile affidare il proprio destino al funzionamento di un meccanismo cosmico cieco,impersonale, amorale, che potrebbe rivelarsi spietato come la sopravvivenza  darwiniana del più forte, o arbitrario come le metamorfosi di un delirio febbrile.
Penso che il comfort offerto dall'idea di un Aldilà dipende, almeno implicitamente, dal presupposto che ci sia una logica, una giustizia ed un significativo piano globale messo in atto da un Intelletto infinitamente superiore al nostro, un Intelletto che sa cosa è meglio per noi anche quando non ci pare sia così, che lavora nel nostro interesse e ci protegge dalle vicissitudini dell'esistenza. Senza questo presupposto, l'Aldilà comincia a sembrare più come una stanza degli orrori, almeno potenzialmente, che come un Paradiso. Inoltre, penso che riceviamo implicitamente la forza interiore necessaria a
contemplare la vita eterna, le sue sfide inconcepibili e le opportunità che essa presenta, dall'idea che ognuno di noi è un'estensione di Dio, e quindi, condivide, anche se solo in misura molto limitata, il suo potere. Spogliati di questa fiducia, saremmo in realtà solo inutili relitti spirituali sballottati in un turbolento mare cosmico. Grazie alla tradizione giudaico-cristiana, l'idea di un Dio saggio,
giusto,caritatevole è così profondamente radicata nella mentalità occidentale che la maggior parte di noi probabilmente l'accetta in qualche forma, anche se coscientemente lo rifiuta. Non sto parlando degli atei , naturalmente, ma di persone che hanno interesse nella ricerca spirituale.
Probabilmente tendiamo ad assumere che il mondo è impostato in modo tale da dare un senso a tutto e, in ultima analisi,che sia giusto per ciascuno di noi, e che l'Aldilà, semmai dopo una successione di incarnazioni fisiche, è parte di questo piano divino. La vostra idea potrebbe essere diversa, ma per me, un Aldilà non pianificato e senza la supervisione di qualsiasi potere superiore è un Aldilà che preferisco evitare. E poiché le prove che possediamo suggeriscono che vi sono uno scopo morale ed un piano superiore di sopravvivenza post-mortem come evidenziano, per esempio, la revisione della vita nelle esperienze di quasi morte, penso che sia ragionevole ipotizzare una mente ed una volontà alla base di tutto. E se non c'è? Allacciate le cinture di sicurezza,ragazzi ... perché il viaggio sarà duro!

(Dal Blog di Michael Prescott -Under permission- Traduzione: Wm)

L'APPUNTAMENTO CON LA  MORTE E' INELUTTABILE? (19-11-11)
In un suo breve articolo, Mike Tymn, il nostro amico Giornalista Hawaiano, cerca di rispondere a questo antico interrogativo citando una storia che noi conosciamo bene, perchè raccontata, anche se in modo un pò diverso, dal grande Roberto Vecchioni. "Mutatis "Sbagli, t'inganni, ti sbagli soldato mutandis", però, il significato è identico.

"Nel 1988, un mio amico di nome Brian morì in casa mia. A quel tempo abitava con me dopo aver rotto con la sua ragazza. Molti anni dopo ho vissuto l'esperienza nota come 'proxy sitting' (seduta medianica per procura, ne abbiamo parlato  QUI - NdR-)
Una donna che non avevo mai incontrato prima, (era una conoscente delle mie sorelle) si era recata da un medium, ed era tornata con un messaggio per me da Brian. Nonostante il fatto che la donna non conoscesse nè me, nè Brian, le informazioni che mi ha dato su di lui erano indubbiamente accurate, compresa l'affermazione: "Brian ha detto che era giunto il suo momento".
Spesso mi soffermo su questa frase.
Dopo tutto, Brian era morto dopo essere caduto a terra, ubriaco, in un bar. Il cranio era fratturato (anche se noi non lo sapevamo) e mentre giaceva sul pavimento in camera mia è morto a seguito d'una emorragia cerebrale, quindi, se era davvero giunto 'il suo momento', si era inconsciamente fatto del male bevendo, o era stato guidato da qualcuno o qualcosa in modo così efficace da uccidersi?
Sentiamo spesso di persone che hanno avuto una NDE, alle quali vien detto che non è giunto il loro momento, ma nel caso di Brian, come funziona?
Questa deliziosa storia di Somerset Maugham '
Appuntamento a Samara
', mi è tornata in mente  stamattina e mi ha spinto a scrivere questo articolo. Traetene voi le conseguenze....
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<Un mercante di Baghdad mandò il suo servo al mercato per fare alcune compere.
Poco dopo, l'uomo ritornò bianco in viso e, con voce tremante, balbettò:
"Al mercato sono stato spintonato da un uomo tra la folla, e quando mi sono girato ho visto che era la Morte che mi ha guardato minacciosa.
Ti prego di prestarmi il tuo cavallo, perché voglio andare a Samara, dove lei non sarà in grado di trovarmi ".
Il mercante si disse d'accordo e gli prestò il suo cavallo.
Il servo se ne andò via velocemente, spingendo l'animale al galoppo.
Più tardi quello stesso giorno, il mercante si recò al mercato e vide anche lui la Morte tra la folla. Le si avvicinò e le chiese: "Perché hai fatto un gesto minaccioso al mio servo quando lo hai visto questa mattina?"
"Non era un gesto minaccioso",
rispose la Morte.
"E' stato solo un moto di sorpresa. Ero stupita di vederlo a Baghdad, perché ho un appuntamento con lui stasera a Samara. ">

(Dal blog di M. Tymn)

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GIORDANO BRUNO MARTIRE DELLA VERITA' (16-06-11)

Oltre quattro secoli fa, il 16 febbraio 1600, la Chiesa Cattolica Romana, condannava a morte Giordano Campo dé Fiori Giordano Bruno RomeBruno, filosofo e scienziato, per il reato di eresia.
Prelevato dalla sua cella nelle prime ore del mattino, fu condotto fino a Campo dei Fiori a Roma e bruciato vivo sul rogo, sol perchè le autorità religiose troppo temevano le idee di un uomo che era conosciuto in tutta Europa come un pensatore audace e brillante.
Da una particolare versione storica della vicenda emergono particolari raccapriccianti: i carnefici ebbero l'ordine di evitare che potesse parlare alla folla. Subito dopo che la condanna a morte fu emessa, la mascella di Giordano Bruno venne bloccata con un bavaglio di ferro, quando la sua lingua era stata già trafitta con un chiodo fatto penetrare nel palato. Condotto su un carro per le strade di Roma, spogliato dei suoi abiti, fu bruciato vivo sul rogo.
Per tutta la sua vita,Giordano Bruno aveva sostenuto il sistema copernicano che poneva il Sole e non la Terra, al centro del sistema solare. Si opponeva all'autorità mortificante della Chiesa ed aveva rifiutato di ritrattare le sue convinzioni filosofiche in tutto i suoi otto anni di reclusione nelle carceri dell' Inquisizione veneziana e romana. La sua vita fu spesa a testimonianza della conoscenza e della verità che hanno segnato quel periodo sorprendente della storia, conosciuto come il Rinascimento, in cui l'arte moderna, il pensiero e la scienza attuali riconoscono le loro radici. 
Nel 1992, dopo 12 anni di esitazioni, la Chiesa Cattolica Romana, a malincuore, ha finalmente ammesso che Galileo Galilei aveva ragione nel sostenere le teorie di Copernico. La Santa Inquisizione aveva costretto un vecchio Galileo a ritrattare le sue idee sotto la minaccia della tortura nel 1633, ma tale ammissione di colpa non è stata invece fatta nel caso di Giordano Bruno. I suoi scritti sono ancora messi all'indice dal Vaticano e perciò proibiti ai credenti.
La Chiesa ha però valutato di scusarsi pubblicamente, pertanto una commissione teologica guidata dall'allora Cardinale Joseph Ratzinger, capo della Congregazione per la Dottrina della Fede ed attuale Papa (e quindi anche successore moderno dell'Inquisizione), aveva completato un'indagine dal titolo
 "La Chiesa e le colpe del passato: Memoria in servizio della riconciliazione", che propose di rendere le scuse per "gli errori del passato" ma nulla di concreto fin'ora è stato fatto.
L'esecuzione di Bruno è uno dei tanti crimini della Chiesa, ma è improbabile che grandi concessioni saranno fatte in questo caso. Un certo numero di porporati dalla mentalità molto ristretta si é opposto all'indagine fin dall'inizio, sostenendo che eccessive penitenze ed auto-critiche potrebbero minare la fede nella Chiesa e delle sue Istituzioni. Così nel 2000 il cardinale Angelo Sodano, anche a nome di Papa Giovanni Paolo II, scrisse che la condanna di Giordano Bruno:
 “...costituisce oggi per la Chiesa un motivo di profondo rammarico“.
L'atteggiamento attuale della Chiesa cattolica è definito da una voce di due pagine nell'ultima edizione dell' Enciclopedia Cattolica che descrive la di lui "intolleranza" e lo rimprovera per
"...il suo atteggiamento mentale verso la verità religiosa pari a quello di un razionalista".
L'articolo descrive in dettaglio gli errori teologici di Bruno e la sua lunga detenzione nelle mani dell'Inquisizione,
ma non menziona il fatto che sia stato bruciato vivo sul rogo.
Bruno è stato a lungo venerato come martire della verità scientifica, tanto che nel 1889 fu eretto un monumento sul luogo della sua esecuzione, a Roma a Campo dei fiori. Tale era il sentimento per Bruno che, nel corso sei secoli, molti scienziati e poeti gli hanno reso omaggio ed è stato anche scritto un libro dettagliato sul suo lavoro e sulla sua vita. Anche Engels, co-fondatore con Karl Marx del materialismo storico e del materialismo dialettico, ebbe parole di ammirazione per quel periodo storico che ha prodotto figure, come Bruno, che hanno sfidato la Chiesa e gettato le basi per la scienza moderna:

"
A quel tempo la scienza naturale sviluppatasi nel bel mezzo della rivoluzione generale era completamente rivoluzionaria, ma doveva lottare per ottenere il diritto di esistenza, fianco a fianco con i grandi italiani da cui è nata la filosofia moderna, altri martiri per il rogo e le segrete dell'Inquisizione. Ed è evidente che i Protestanti hanno superato i Cattolici nel perseguitare la libera ricerca sulla Natura. Calvin aveva bruciato sul rogo Servetus quando quest'ultimo era sul punto di scoprire la circolazione del sangue: lo avevano tenuto in vita durante l'esecuzione per ben due ore, mentre per l'Inquisizione,  era bastato aver semplicemente bruciato vivo Giordano Bruno."

La cosa più caratteristica di Bruno è il suo vigoroso appello alla ragione ed alla logica, più che al dogma religioso, come base per la determinazione della verità. In un modo che anticipa i pensatori illuministi del Settecento, scrisse in una delle sue ultime opere, De triplici Minimo (1591):
"
Chi desidera filosofare deve prima di tutto dubitare di tutto. Egli non deve assumere una posizione in un dibattito prima di aver ascoltato le varie opinioni, ponderate e confrontate le ragioni di ognuno, i pro e i contro. Egli non deve mai giudicare o prendere posizione sulle prove di ciò che ha sentito, o sul  parere della maggioranza, sull'età, i meriti, o il prestigio di chi parla, ma deve procedere secondo una dottrina organica che fa capo a cose reali, cercando la verità solo alla luce della ragione ".
Filippo (Giordano) Bruno nacque a Nola, in Italia nel 1548. Suo padre era Giovanni Bruno, un soldato, e sua madre era Fraulissa Savolino. Nel 1561, si iscrisse alla scuola presso il Monastero di San Domenico, noto per alcuni famosi Maestri, come Tommaso d'Aquino. Prese il nome di Giordano Bruno e nel giro di pochi anni divenne frate dell'Ordine Domenicano.
Bruno è stato un brillante, anche se eccentrico, filosofo, ma la vita da frate, forse non era adatta a lui. Lasciò l'ordine nel 1576 ed iniziò a vagare per l'Europa come un filosofo itinerante, tenendo conferenze in varie università. La sua notorietà è legata all'insegnamento di tecniche di memorizzazione, portandolo a conoscere vari reali, tra cui il re Enrico III di Francia ed Elisabetta I d'Inghilterra. Le sue tecniche di miglioramento della memoria, descritte nel suo libro
"L'arte della memoria" sono ancora oggi in uso .
Anche se schietto, e forse, non apprezzato quando era membro dell'Ordine Domenicano, i suoi guai veri iniziarono intorno al 1584 con la pubblicazione del libro
"Dell' Infinito: Universo e Mondi".
Se fosse stato solo un filosofo e non anche un astronomo, Giordano Bruno non si sarebbe certo meritato grandi attenzioni. Venuto a conoscenza delle idee di Copernico circa la natura dell'universo, Giordano Bruno si proiettò in una vera e propria frenesia del pensiero filosofico.
Se la Terra non era il centro dell'universo, e se tutte quelle stelle chiaramente visibili nel cielo notturno fossero stati altri soli, allora doveva esistere un numero infinito di terre nell'universo, abitate da altri esseri come noi.
Questa idea dell'universo non piaceva alla Chiesa cattolica. Attirato a Roma con la promessa di un lavoro, fu immediatamente consegnato all' Inquisizione, con l'accusa di eresia.
Giordano Bruno trascorse i successivi otto anni in catene a Castel Sant'Angelo dove venne sistematicamente torturato e interrogato fino al giorno del processo. Nonostante ciò, egli rimase impenitente, replicando al suo giudice, il cardinale gesuita Roberto Bellarmino:
"Io non debbo ritrattare, né lo farò mai."
Anche la condanna a morte pronunciata dalla Chiesa non cambiò il suo atteggiamento.
 Con aria di sfida disse ai suoi accusatori:
"Nel pronunciare la mia condanna, la vostra paura è più grande della mia nel sentirla."

Webmaster da Metgat's Blog

 Ho scelto Te … (10-01-11)

A luglio 2010 ho ricevuto uno splendido messaggio da parte della mia Guida Spirituale, diretto a tutti.
Nel senso che chiunque legge questo messaggio deve pensare che sia la sua Guida a parlargli.... Mi è stata chiesta la divulgazione, ed ho pensato anche al tuo sito. E' possibile inserirlo su Ampupage?
Il messaggio ci dice perchè le Guide hanno scelto noi ....
Ti ringrazio infinitamente per la tua continua collaborazione!!!!
Un abbraccio di cuore,

Barbara.

“Ho scelto Te, frammento di un ricordo di un’esistenza trascorsa insieme in un tempo che non è più tempo, in un luogo che non rammenti.

Ho scelto Te, stella fosforescente di cui umilmente ne sono cometa.

Ho scelto Te, fantasia e speranza del mio Spirito che è tuo Spirito.

Ti ho amato nel Per Sempre e ti ho cercato nel Finito, per ricordarti la fragranza di cui sei fatto. La tua Essenza mi appartiene, nel tuo mondo che ha troppi confini per renderti cosciente dell’Essere senza limiti che sei. Che siamo.

Ho scelto Te in un cammino di ombre, affinché tu possa scorgere la Luce che racchiudi, che racchiudo geloso … Ti ho scelto per la tua forte fragilità e per la tua fragile forza … Per il raggio scintillante che accompagna le tue ore ed il mio istante Eterno. Per il tuo cuore affranto e gioioso, per la tua carne che cela la risposta più ambita.

Ti ho scelto nelle lunghe notti che hanno avvolto il Noi, mentre eravamo alla ricerca disperata di una identità in realtà da sempre svelata.

Ho scelto Te.

Nei tuoi interminabili traguardi, nelle tue accese sconfitte, nel tuo abisso e nel tuo piedistallo. Nel sepolcro dei tuoi sogni io veglio la tua speranza.

Ho scelto Te, che attraversi il tempo scandendo con il greve respiro il percorso della Vita. Questa vita che ho vissuto, questa vita che ho amato, questa Vita che ho lasciato a Te affinché potessi amarti nella conoscenza intima del tuo Io.

Che diventa Tu, che si armonizza nel Noi, che muore e risorge in Me.

In Me che sono Te.

Specchio dell’immortale Luce, frammento di un destino, di un passato che è già futuro. Di un Ieri da dimenticare, nell’Oggi che traghetta il tuo Domani.

Ho scelto Te, diamante preferito dell’inesauribile collana d’Amore che adorna l’Essenza delle Essenze.

Ho scelto Te, cammino al tuo fianco, anche se spesso ignori che la metà del Tuo respiro è il Mio. Ho scelto Te, non per la tua diversità, ma per la tua Unicità.

Basti tu perché mi contieni …

Ho scelto Te perché sei la Luce della mia Invisibilità, la luna della notte, il sole del giorno.

Sei la mia lacrima mai scesa ed il riso mai provato.

Sei dove non Sono e Sono dove non Sei ….

Guerrieri lontani, ma uniti, poiché la tua radice è la mia radice: solo le fronde si dipanano nell’Alto, ma l’arbusto è unico.

Sono perché Sei.

Ho scelto Te, creatura di un sogno unico.

Nelle acque del Tempo navighi ed il mio porto Senza Tempo ti accoglierà quando, troppo stanco per combattere, il tuo sguardo si affievolirà.

Ho scelto Te perché ti amo. E amo le tue imperfezioni. Ho scelto Te, Te, Te.

Nell’oscurità del tuo sguardo spento si rispecchierà il Mondo. Un istante.

E quando i tuoi occhi di Luce si sveglieranno dall’oblio di questo strano interludio che chiamiamo Vita, allora mi scorgerai. E ricorderai.

Due in Uno. Ho scelto Te, mia speranza.

Con amore, amore senza fine

Il tuo compagno di sempre …”

Messaggio di T.L. Guida Spirituale di B. Amadori – Cesena 11 luglio 2010

 

Dal libro “Pitigrilli parla di Pitigrilli” (05-01-11)
ed.Sonzogno. 1951. Pagg.220-222

….riproduco le conclusioni di Ernesto Bozzano(*)sull’Aldilà (Revue Spirite, agosto 1929):

I disincarnati affermano tutti di:

  1. Essersi ritrovati in forma umana nel mondo spirituale.

  2. Aver ignorato durante un tempo più o meno lungo di essere morti.

  3. Essere passati, nel corso della crisi pre-agonica, o poco dopo, per la prova della reminiscenza sintetica di tutti gli avvenimenti della loro esistenza (visione panoramica o epilogo della morte)

  4. Essere stati accolti nel mondo spirituale dagli spiriti delle persone della loro famiglia e dei loro amici defunti.

  5. Essere passati quasi tutti attraverso una fase più o meno lunga di “sonno riparatore”.

  6. Essersi ritrovati in un ambiente spirituale radioso o meraviglioso (nel caso di trapassati moralmente normali) e in un ambiente tenebroso e opprimente (nel caso di trapassati moralmente depravati).

  7. Aver trovato che l’ambiente spirituale era un nuovo mondo obiettivo, sostanziale, reale, analogo all’ambiente terrestre spiritualizzato.

  8. Aver appreso che questo era dovuto al fatto che nel mondo spirituale il pensiero costituisce una forza creatrice, per mezzo della quale ogni spirito può riprodurre intorno a sé l’ambiente dei suoi ricordi.

  9. Non aver tardato ad apprendere che la trasmissione del pensiero costituisce il linguaggio spirituale, sebbene gli spiriti arrivati da poco si facciano delle illusioni e credano di parlare per mezzo della parola.

  10. Aver constatato che, grazie alla facoltà della visione spirituale, si era in grado di percepire gli oggetti da un lato, all’interno e attraverso di esso.

  11. Aver constatato che gli spiriti possono trasferirsi istantaneamente da un luogo all’altro, anche se molto lontano, grazie a un atto di volontà: il che non impedisce che essi possano anche passeggiare nell’ambiente spirituale o sorvolare a qualche distanza dal suolo.

  12. Aver appreso che gli spiriti dei defunti gravitano fatalmente e automaticamente verso la sfera spirituale che loro conviene, grazie alla “legge di affinità.”

Questi dodici punti sono la puntuale ed esatta riconferma di ciò che mi era stato riferito nel corso di decine e decine di contatti (medianici). Possibile –mi domandai- che tutti siano solidali nella stessa mistificazione? Possibile che la medium della città ligure, la medium di Roma, una terza medium, concertista di pianoforte in Bretagna, che non si conoscono fra di loro, siano d’accordo nel mentire e nel descrivermi allo stesso modo l’itinerario delle anime, le loro ansie, il loro anelito insopprimibile al superiore, il loro bisogno di preghiera? Ho letto spiegazioni positiviste a questi fenomeni, ma nessuno mi ha convinto. Mi sono persuaso invece che è più semplice credere, credere insomma all’esistenza e alla sopravvivenza dell’anima, alle quali prima non credevo. Credendo che i morti sono in comunione con noi, mi è stato facile credere alla Comunione dei Santi. Ho creduto alla potenza della preghiera, perché i morti continuano a ripetere dall’aldilà “Pregate!”. Il credere insomma alla sopravvivenza delle anime…mi ha fatto credere alle anime. Proiettato verso il sublime, ho creduto in Dio."
 

* Bozzano: grande studioso di parapsicologia del ‘900, ricercatore e pubblicista di grande serietà ed impegno, dedicò la vita allo studio del paranormale e fondò la Biblioteca Bozzano-De Boni di Bologna.