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LE NOTIZIE PUBBLICATE SULLA PDA DA SETTEMBRE 2001 IN POI PAG
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Sensazionale caso di Telepatia in Australia |
IL CreaZionismo è paganesimo secondo l'Astronomo Vaticano |
L'OUJA BOARD E' PERICOLOSO? | Il Papa sconfessa il Vangelo di Giuda |
GESU' CHIESE DI ESSERE TRADITO | ANCHE I PAPPAGALLI SONO PARANORMALI! |
LUCIA APICELLA: "Mamma Lucia" | DI GRAZIA SCOVA ALTRI FANTASMI A GENOVA ! |
E IL FANTASMA ACCUSO' IL SUO ASSASSINO! | Esistono Altri Mondi? |
DA AMPUTATO A PITTORE | "LORO POSSONO OFFENDERCI, NOI NO!" |
NEONATA SALVATA DALLE ACQUE |
Sensazionale caso di
Telepatia in Australia (18-05-06)
Webb, 37 anni, ed un suo compagno di lavoro, Todd Russell di 34, sono
sopravvissuti per due settimane in una gabbia d'acciaio che apparentemente li ha salvati dal terremoto
avvenuto il 25 Aprile scorso che causando una frana, ha ucciso un terzo minatore
intrappolandoli sotto tonnellate di solida roccia. Webmaster - Notizia tratta da Internet- |
IL CreaZionismo è paganesimo secondo l'Astronomo Vaticano
(06-05-06) |
L'OUJA BOARD E' PERICOLOSO? (12-04-06) Di tutti i possibili mezzi
conosciuti per contattare i Defunti, l'Ouja Board (Planchette, Bicchierino)
é quello che ci sentiamo di sconsigliare in modo assoluto ai nostri
Lettori, dato che é facile contattare "Entità
Basse", quelle che solitamente vengono chiamate "Demoni,
Spiriti dell'Inferno",ecc.
NON APRITE QUELLA PORTA! La ragione per cui molti studiosi del paranormale sconsigliano d' usare
l'Ouija-Board è perchè credono che questo tipo di contatto medianico può aprire porte che dovrebbero rimanere chiuse. Il
Papa sconfessa il Vangelo di Giuda
13-04-06
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DAL VANGELO DI GIUDA:GESU' CHIESE DI ESSERE TRADITO (07-04-06)
Il Vangelo di Giuda presenta una nuova visione del rapporto tra Gesù e Giuda e fornisce nuove informazioni sul discepolo che tradì Cristo. Contrariamente a quanto raccontano Matteo, Marco, Luca e Giovanni nel Nuovo Testamento, dove Giuda è ritratto come un traditore, questo nuovo Vangelo presenta un Giuda che consegna Gesù alle autorità su Sua esplicita richiesta. L'ipotesi formulata da Craig Evans, docente di Nuovo testamento presso l'Acadia University di Wolfville, in Canada, è che Gesù avesse in privato dato istruzioni a Giuda di portarlo alle autorità romane. Si spiegherebbe così la frase a lui rivolta e riportata dal Vangelo di Giovanni: «Qualunque cosa tu debba fare, falla in fretta». Il resto della notizia commentata da Fabio: Carissimo Claudio, ...e dal Webmaster: Carissimo Fabio. L'autorevole New York Times la pensa così: Col diffondersi questa scoperta nelle Chiese e nelle Università, si é creata una generazione nuova di Cristiani che ora guardano il Vangelo non più come la vera parola di Dio, ma come un prodotto di forze storiche e politiche che decisero quali testi dovessero essere considerati canonici, e quali no .
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ANCHE I PAPPAGALLI SONO PARANORMALI! (24-03-06) Ryan Reynolds è un
psittolinguista, una persona che interpreta il linguaggio dei pappagallini, sin dal
1999 ha speso migliaia di ore a rallentare le registrazioni su nastro della voce del suo adorato pappagallino Victor, morto cinque anni fa all'età di appena 3 anni, e di altri pappagallini parlanti. |
LUCIA APICELLA: "Mamma Lucia" (06-03-06) La storia commovente di
medianità mista a religiosità di "Mamma Lucia" é stata
sommariamente raccontata questa sera dal Tg2. "Song' tutt' figl' 'e mamma" era la semplice, ma lapidaria risposta di quella donna, umile e forte ad un tempo, a chi le diceva di lasciar perdere, che era tempo sprecato rischiare per dare sepoltura a dei soldati tedeschi morti in combattimento. In fondo si trattava pur sempre di nemici, di soldati che avevano perso la guerra e, si sa, la gente non è mai tenera con i vinti. Si era nell'immediato dopoguerra, le passioni politiche infiammavano gli animi, e l'odio delle fazioni non si fermava nemmeno davanti alla morte e il suo atteggiamento poteva essere scambiato anche come retaggio fascista. Eppure Lucia Apicella, così si chiamava quella donna che aveva da poco superato i 50 anni, raccoglieva e ricomponeva anche i resti di caduti anglo-americani, ma erano una esiguità. Non faceva differenza di divise o di bandiere, lei, davanti alla morte. Ma come era cominciata tutta quella storia? Lucia Apicella nasce e vive la sua giovinezza in Sant'Arcangelo di Cava de' Tirreni in provincia di Salerno. Qui apre una piccola bottega di frutta e ortaggi e da tale modesta attività ricava il magro sostentamento per vivere. La sua vita di popolana trascorre senza scossoni, tra quel suo negoziuccio e la vicina chiesa, in cui si reca a pregare appena può, essendo religiosissima, anche quando Cava si trova in prima linea anzi caposaldo del fronte di guerra. Sono i giorni di Avalanche dello sbarco alleato nella piana del Sele a sud di Salerno. Una delle strade obbligate per le colonne anglo-americane, che puntano ad occupare rapidamente Napoli, è la SS 18, che passa proprio per il centro del territorio cavese incassato fra i rilievi montuosi. La battaglia d’arresto è quindi inevitabile. E sarà violenta e sanguinosa. Il 23 settembre 1943 ha inizio l'assalto decisivo del X C.d.A anglo-americano alla divisione Herman Goering attestata a Cava. I raid aerei alleati aprono vuoti spaventosi nelle fila tedesche, ancor più dei cannoni al largo. Alla fine i Commandos inglesi forzano il Passo di Molina di Vietri, che porta su a Cava. Adesso è la stessa Cava ad essere investita in pieno dai combattimenti. La battaglia infuria con alterne vicende, poi i tedeschi iniziano il ripiegamento. Le centinaia di caduti, tra le forre e i dirupi delle montagne cavesi, testimoniano il coraggio e la tenacia dei tedecshi. Dalla sua bottega Lucia Apicella li ha visti passare nella loro divisa terribile. Sono giovani, sono i ricambi della Goering, sempre dissanguata in tante battaglie e sempre ricostituita. Hanno forse vent'anni e nel volto già il pallore della morte. Vanno a prendere posizione contro il nemico che avanza, e molti di essi non ritorneranno come non ritorneranno decine di vincitori, ma a loro sarà riservata degna sepoltura. Per i tedeschi no, non c'è stato tempo sono sotto un pugno di terra o addirittura insepolti per giorni. Poi tutto passa, anche il rombo lontano dei cannoni e la vita riprende. Per lei quei giovani, andati al macello, erano tutti "figli di mamma" e al di la delle sue abitudini un giorno resta colpita da un teschio che dei giovani usano come pallone. Le ripassano negli occhi i tristi giorni di quel tragico settembre del '43. Rivede quei giovani che marciano e che nel volto hanno già il pallore della morte. Finché una notte ha una visione. Vede in sogno una radura, nella radura otto croci divelte. Poi le appaiono otto soldati tedeschi, che, in un italiano stentato, la supplicano di restituire i loro resti mortali alle proprie madri in Germania. Questa visione cambia radicalmente la vita di Lucia Apicella. L'umile, timida e incolta popolana diventa allora una donna forte e volitiva. E comincia la sua missione. Dura, terribile, da togliere il respiro e, se non fosse per la sua profonda fede, anche il senno. I primi resti li scopre in una grotta del vicino Monte Castello. Ben tredici corpi accatastati alla rinfusa. E lei a ricomporre quei corpi in disfacimento. A conservare piastrine, foto, documenti e quant'altro potesse servire, un domani ad identificare le famiglie d'origine di quei poveri giovani. Chiunque altro di fronte a tale primo tremendo impatto, si sarebbe arreso. Lucia Apicella no, continua. In località Arcara, altri 25 morti. Nuovamente le sue mani ricompongono, lavano quei corpi martoriati. Poi ancora avanti a chiedere, ad interrogare. Sono passati solo un paio d'anni dai giorni dei combattimenti e molti ricordano ancora con precisione ed indicano a quella donna, che ormai si è vestita di nero, i corpi dei soldati caduti. Però sorridono sarcastici, quella donna deve essere pazza. Ma lei, noncurante, va avanti. A Santa Maria a Tuoro, altri 18 corpi. In un campo, coltivato a patate Montoro Inferiore, addirittura 50 caduti in una sola volta, allineati come per un'ultima parata. E ancora resti a Santa Croce, alla Badia di Cava e ancora a Monte San Liberatore, a Pineta La Serra, Monte Pertuso, ai Monti del Demanio. Compra delle cassettine di zinco e va avanti rischiando la vita quando addosso ai morti ci sono ancora ordigni esplosivi. Confesserà in seguito di essersi consegnata, fin dall'inizio della sua missione, completamente nelle mani di Dio (specie per le bombe). Ci sono anche problemi igienici per la mancata mineralizzazione dei cadaveri: è trascorso troppo poco tempo. In data 16 luglio 1946 l'Amministrazione Comunale di Cava le concede le autorizzazioni sanitarie e l'assistenza di due becchini che ben presto rifiutano. E così Mamma Lucia è nuovamente sola. Chiede aiuto ad una sua amica, Carmela Passero, che coraggiosamente non si tira indietro. Le cassettine di zinco, in cui depone con amore di madre le spoglie dei soldati, vengono trasportate nella Chiesa di Santa Maria della Pietà. E' la chiesa più antica del Borgo Scacciaventi di Cava ed un più degno sacrario Mamma Lucia non poteva trovare per i suoi "figli. Alla fine della sua missione ha raccolto le spoglie di oltre 700 caduti. Immensa anche la raccolta di piastrine di riconoscimento, documenti, foto, che permettono la traslazione di molti caduti ai luoghi di origine. Prima la stampa nazionale, poi quella internazionale s'interessano del caso. Adesso non solo la sua città natia l'ama e l'ammira. Ma tutta l'Italia, Tutta l'Europa, il mondo intero. Lucia Apicella, nella sua infinita bontà, era riuscita ad essere il simbolo vivente della Madre dolorosa, che piange il figlio perduto in guerra. E veramente ella si sentiva madre di tutti quei ragazzi, le cui ossa giacevano in quelle cassettine e su ognuna di esse aveva versato calde lacrime. Una madre che era riuscita ad andare oltre le divise, oltre le bandiere. Il 4 agosto 1951, lei che non aveva mai chiesto nulla, viene invitata in Germania da quel governo per ricevere l'altissima onorificenza della Croce al Merito Germanico dal Cancelliere Richard Heuss. Per i tedeschi è diventata una figura popolarissima. Tutti la chiamano affettuosamente "Mama Luzia o Mutter der Toten". Le strade furono pavimentate di fiori; mamme tedesche, che non avevano più rivisto i loro figlioli, le resero omaggio. Mamma Lucia pianse, pianse in casa Wagner, dove si recò per portare i resti del loro figlio Josef, trovato sul monte San Liberatore. Intanto Radio Stoccarda trasmetteva: “ Un popolo che ha saputo dare al mondo una "mamma Lucia" merita tutto il nostro amore, tutta la nostra gratitudine, tutto l'onore di cui siamo capaci ”. Il 2 giugno 1959, festa della repubblica, il presidente della Repubblica Giovanni Gronchi le conferisce l'onorificenza della Commenda al Merito della Repubblica. Per la sua grande opera umanitaria nel 1950 le era stato assegnato anche il Premio della Bontà "Notte di Natale" e il 20 luglio del 1951 fu ricevuta in udienza privata da S.S. Papa Pio XII, che su sollecitazione del Vescovo di Cava, Mons. Marchesani, ne approvò l'opera, definendola "cristiana e caritatevole". La città di Salerno la nomina cittadina onoraria. Infine la sua Cava, fiera di tanta figlia, le dona una pergamena in cui è proclamata pubblicamente l'ammirazione di tutta la comunità per la sua opera. Non basta per tenere in piedi il suo piccolo sacrario che col terremoto dell’80 viene dichiarato inagibile e nel quale non metterà più piede. Quando muore l'intera città di Cava resta incredula e frastornata. E' un pezzo della sua storia che se ne và. I funerali, per volontà unanime del Consiglio comunale, sono pubblici e solenni, con la camera ardente allestita nel palazzo municipale. Qui tutta la città si reca a rendere omaggio a Mamma Lucia, esposta in una bara di vetro. Ci vogliono due giorni interi per far defluire tutta quella fiumana di gente, composta da persone di ogni età e censo. Sono ormai passati molti anni e Cava de' Tirreni non ha mai dimenticato la sua Mamma Lucia. Già un suo busto in bronzo è collocato nel cortile della scuola elementare "Don Bosco" di corso Mazzini e recentemente si va coagulando un vasto movimento d'opinione per donare alla città un monumento per Mamma Lucia. ARTICOLO PUBBLICATO SU: I BERSAGLIERI
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NUOVA SERIE DI "PRESENZE": IL DR. DI GRAZIA SCOVA ALTRI FANTASMI A GENOVA
! (02-03-06) |
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Esistono
Altri Mondi ?
09-Feb-2006 |
DA
AMPUTATO A PITTORE (04-02-06) Mi presento a tutti. Mi chiamo Cesare Grianti e sono un Medico dell’Ospedale di Pesaro.
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"LORO POSSONO
OFFENDERCI, NOI NO!" (04-02-06)
DA UN ARTICOLO
DE "LA
PADANIA".
Il signor
Chokri Ben Chikha è un tunisino, musulmano ma cresciuto in Belgio,
nelle Fiandre. Di mestiere fa il drammaturgo, l’attore e il cantante.
Proprio in questi giorni è in tournée una sua opera intitolata “Onze
Lieve Vrouw van Vlaanderen”, “Nostra Signora delle Fiandre”. Che
cos’ha di particolare questa opera, una specie di musical con danze,
canzoni e arte varia sul tema delle «differenze culturali»? Di sicuro,
il cartellone. Una chiara parodia della raffigurazione della Vergine
Maria. La «Madonna» voluta da Ben Chickha ha però il seno al vento.
Inoltre, regge nella mano destra una scodella di sangue. La prima della
pièce è andata in scena a Bruxelles lo scorso 29 ottobre. Eppure
nessuno, a livello ufficiale, pare essersi accorto della provocazione.
Soltanto un gruppo cristiano e pochi siti internet, fra cui quello del
Brussels Journal, notiziario web anticonformista, tengono al corrente i
lettori della vicenda. |
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La mia prima mostra la feci in una
piccola saletta di Pesaro e nonostante la mia poca voglia a mostrarmi,fu
un successo perchè riuscii a vendere 23 quadri. Insieme a mia moglie
decidemmo di devolvere il ricavato in opere di beneficenza. Il denaro lo
destinammo per l’Africa e precisamente in Etiopia,al gruppo a cui ci
eravamo rivolti per l’adozione dei nostri due figli minori. Feci dopo
6 mesi un’altra mostra in una sala abbastanza importante di Pesaro,ed
anche lì fu un successo: i miei quadri erano già cambiati tantissimo.
Tutti mi dicevano che c’era stata un’evoluzione dalla prima mostra. Mi diceva che mi dovevo dar da fare ma io
non riuscivo a capire né come nè quando. Poi improvvisamente ho
conosciuto una ragazza che lavorava in un ufficio dove organizzano
mostre a livello nazionale ed internazionale. Ho conosciuto il
presidente del consiglio comunale,altra gente che "conta". Si
sono incastrate in una settimana un sacco di coincidenze strane,che per
metterle insieme,ci vorrebbero anni. In sette giorni ho sistemato tutto
,ho fondato questa Associazione che è "Giacomo un dono per gli
altri",che ha come compito la messa in opera di un centro di
riabilitazione. Lo scopo è ambizioso per cui mi hanno organizzato la
mostra a palazzo Gradari che è un palazzo bellissimo,antichissimo, che
viene dato solo per esporre opere di grandi pittori. La mostra è andata
al di là di ogni aspettativa. Mi sono già accordato con una banca di
Pesaro per la costruzione di una piscina e di una palestra nel centro
che già esiste proprio per le terapie riabilitative. Del progetto
quindi,i primi passi sono stati fatti. Cosa farò in futuro? Non lo
so,ci saranno altre mostre in altre città d’Italia, la prossima forse
a Milano.Devo farmi anche un sito internet,per pubblicizzare ancora di
più le mie opere e l’Associazione, così come mio figlio Giacomo mi
chiede. In questo periodo sono più attivo del solito,come ho un momento
libero, inizio a dipingere senza stancarmi mai. Sento che devo fare
ancora molto di più ma non so bene di che cosa si tratta,so solo che ho
tantissima energia e non smetterei mai di dipingere e scrivere in quel
modo stranissimo che voi tutti avete potuto vedere da alcuni miei
quadri. Sono consapevole che questa energia mi viene data in parte da
mio figlio e non solo. Ho ricevuto questo dono e spero che non si
esaurisca mai perché questo ora è il mio timore.Io e mia moglie su
suggerimento di Graziella abbiamo iniziato a leggere il forum della PdA.
Lo troviamo interessantissimo e bellissimo ed è quasi un sentirsi a
casa. Vi ringrazio per tutto l’interessamento
dimostrato nei confronti della mia pittura e vi prometto che inizierò a
scrivere anch’io sul forum. Cesare Grianti PRECISAZIONI DEL DR. GRIANTI PUBBLICATE SUL FORUM Mi chiamo Cesare e vorrei ringraziare Graziella che mi ha fatto conoscere il Vostro sito. Ho letto la sua intervista e vorrei fare alcune considerazioni in merito per chiarire alcuni passaggi della stessa. Abbiamo perso nostro figlio Giacomo nel Novembre del 2000, all'età di 18 anni e siamo precipitati nella disperazione come potete ben capire. Giacomo frequentava l'ultimo anno del Liceo Classico, era un ottimo ragazzo, con uno spiccato senso artistico, anche se disegnava sui diari dei compagni o dipingeva i caschi. Non era particolarmente interessato al disegno, anche perchè al Liceo il disegno come materia non esiste. Io, al contrario non ho mai disegnato, perchè non ho mai avuto la capacità di esprimermi in questo senso. Poi all'improvviso, 2 anni dopo la sua scomparsa, ho iniziato come Graziella riporta nella intervista. Il modo di disegnare è indiscutibilmente strano, unico nel suo genere, ma vorrei far capire a chi legge che io non sono sicuro di essere guidato da Giacomo. Non ho prove di questa guida, io sono lucido, disegno per parecchie ore, ho una notevole rapidità nell'esecuzione, ma a tutt'oggi non sono sicuro di niente. Sarei felice che fosse veramente un collegamento con lui, ma non ne sono così sicuro. Vorrei anche dirVi che io, purtroppo, non ho mai sognato Giacomo e che i messaggi ricevuti sono stati captati da una Signora dotata del dono della scrittura automatica alla quale ci eravamo rivolti. Abbiamo costituito l'Associazione per venire incontro a giovani gravemente compromessi nella funzionalità motoria e stiamo collaborando con altre Fondazioni per raggiungere lo scopo che ci siamo prefissati ma la strada è molto lunga e difficile. Vi ringrazio per la disponibilità e Vi saluto affettuosamente. Cesare |
COMMENTO DEL WM: Quando Dio assume il nome.... Caso! Per caso qualcuno ha trovato il sacchetto, per caso
l'acqua non ha avuto tempo di entrarvi e soffocare la bimba, per caso...
No, non puo' esser così! Quante probabilità c'erano,
statisticamente parlando, che la bimba si salvasse? Non sono bravo in
matematica, ma credo che fossero
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