ADCs NELLA RETE Contatti con i Nostri Cari da tutto il Mondo
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L'ANGELO INFERMIERE (21-09-17) Nel 1996, ebbi un incidente automobilistico orribile che mi causò diverse fratture vertebrali e molto dolore. All'inizio nessuno mi fece una diagnosi corretta, ma dopo diverse risonanze le lesioni risultarono chiare. Dopo 7 mesi di dolore e degenza ospedaliera, fui inviata in Chirurgia, Nessuno ama la chirurgia; tuttavia, temevo questo intervento con forte emotività. Sapendo che qualcuno stava per tagliare la parte anteriore del mio collo, spostarmi le corde vocali, prendere un pezzo del mio osso dell'anca per rabberciare le vertebre rotte, mi aveva spaventata fino al punto che iniziai ad avere attacchi di panico. Il giorno arrivò: era il 19 Dicembre. Ero terrorizzata, così anche i miei figli. L'ospedale era ben attrezzato e le infermiere erano gentili mentre scendevo dal reparto per essere condotta nella sala operatoria.
L'operazione fu indaginosa, perchè
altri danni vennero trovati mentre mi operavano. Sopravvissi,
ovviamente, ma il dolore cominciò a farsi intenso, come previsto. La
pompa con la morfina andava veloce. Odiavo il fatto che non potevo
parlare nel sentire le infermiere dialogare con mio zio e il mio
compagno. Il chirurgo stava dando la sua valutazione sul decorso e come
sarebbe iniziato il processo di guarigione; sentivo tutto, ma non ero in
grado di aprire gli occhi o di commentare. Volevo piangere. Sentivo di
aver perso i miei figli, anche se li sapevo al sicuro con il padre, ma
volevo vederli. La notte era arrivata ed ero seguita da un solo
infermiere. Era scortese e sembrava
avere poco tempo per controllarmi. Avevo suonato diverse volte il
campanello mentre sentivo forti dolori, sapendo che qualcosa non andava.
Continuai a guardare l'orologio e pregavo. "Dio mio, per favore fà
che questo dolore si fermi!. Qualcuno mi aiuti; mandami un segno che
starò bene. " Finalmente l'infermiera entrò in camera ma insistette
a dire che stavo reagendo bene, la pompa della morfina stava lavorando e
avrei dovuto riposare. Era infastidito il che serviva solo a farmi
piangere ancora di più. Quella fu l'ultima volta che lo vidi finché
non arrivò il turno delle 7.
Emanava un profumo di rose, era
amabile, gentile ed in qualche modo alleviò il dolore dell'intervento.
By Michelle Caporale -OMtimes Magazine ----------------------------------------------
LA
MAGLIETTA ROSSA
(24-02-16) <<Sono sempre stata una
convinta sostenitrice dell'Aldilà, viste le mie esperienze vissute sia
da bambina che da adulta che mi hanno aiutata a rafforzare in me questa
convinzione e ad immettermi su un percorso di esplorazione delle
comunicazioni spiritiche. INCREDIBILE ADC AL FUNERALE DEL FIGLIO (18-02-16) Come di consueto, il
Daily Mail esalta questa storia di possibile attività paranormale nel
suo solito modo di proporre notizie strane, ma una volta visto questo
video che
sta facendo il giro della Rete su Youtube,
sarete d'accordo con noi che è davvero impressionante e commovente. Il
fenomeno si è manifestato durante la veglia funebre di un
bimbo filippino,Trebby ed è
stato casualmente ripreso da uno dei
parenti della madre, la Signora Joy Vibar-Alamares |
STRAORDINARIA ADC
NATALIZIA
(17-12-14)
Natale è tempo di magie e di contatti paranormali, dalle favole di
Dickens alle evoluzioni di Babbo Natale, agli ADC, ma non è tutto frutto della
fantasia quel che ci racconta un'infermiera di Chicago che 4 anni fa
è stata
testimone,
insieme a molti altri suoi colleghi, di questa straordinaria ADC di
Natale.
<<E 'stato nel 2010, nel periodo
dell'Avvento , dice Katleen, "circa due settimane prima di
Natale. Una donna anziana, la chiamerò la signora Smith, era stata
ricoverata in ospedale dopo essere scivolata sul ghiaccio, battendo la
testa nella caduta.
Era in coma farmacologico, quando la vidi, ciò per
aiutare le lesioni cerebrali a guarire meglio.
Nonostante questo, il marito aveva insistito per venire ogni giorno.
Era piccolo, magro e forse un pò squallido, ma per il resto
sembrava stesse bene. Era tranquillo, troppo, ma ci ha sempre riconosciuti quando lo salutavamo. Arrivava durante l'ultima ora
di visite, vestito in maniera abbastanza formale, ovviamente sembrava giungere
in ospedale direttamente dal lavoro. Non faceva altro che sedersi accanto
alla moglie e parlare con lei.
Era molto dolce, ma anche molto triste.
Si capiva chiaramente che si
sentiva molto solo senza di lei. >>
Pochi giorni prima di Natale, Katleen decise di parlare con l'uomo e gli
chiese:
"Come sta, signor Smith?»
Lui sorrise, guardandola un pò sorpreso, stava bene e la ringraziò. Poi
lei gli chiese se attendeva con impazienza le vacanze natalizie e le disse
di si. Per qualche ragione che Katleen non sa spiegarsi,
gli chiese se non vedeva l'ora di riportare la moglie a casa.
Si sentì addosso gli occhi dei suoi colleghi di lavoro che
disapprovavano per la domanda non adeguata.
"Oh, non è ancora giunto il momento",
rispose Mr Smith. Katleen
rimase un pò perplessa dalla risposta. Forse sapeva già che la moglie
avrebbe avuto bisogno di molto tempo per guarire? In entrambi i casi,
Katleen si sentì così imbarazzata da quella sua domanda, che scappò a
lavorare in ufficio. Il giorno seguente, la signora Smith si svegliò. Il
medico sancì che stava recuperando bene, in fondo aveva subìto traumi minimi e,
dopo alcuni giorni di osservazione, durante il fine settimana, sarebbe
tornata a casa.
"Non ho lavorato in quel fine settimana" ricorda l'infermiera,
"ma
quando sono rientrata il Lunedì successivo, ho sentito che la signora
Smith era sveglia e che stava per essere dimessa. Mentre stava lasciandoci,
le chiesi come si sentisse e le dissi che suo marito doveva essere molto
contento che lei stava tornando a casa ".
Katleen ricevette una risposta inaspettata. La donna rise e disse:
"Ma no... mio marito è morto otto
anni fa!"
Prima che Katleen avesse avuto il
tempo di pensare, la donna se n'era già andata via.
"Sapevo che alcune delle altre ragazze avevano visto il signor
Smith,così ho detto loro quello che mi aveva detto la signora Smith.
Erano tutte stordite come lo ero io. Una di loro osservò che
il signor Smith non era venuto più durante tutto
il fine settimana cioè
per tutto il tempo in cui la moglie era stata sveglia "!
Cercando di essere razionale, le infermiere si convinsero che "Mr. Smith
" era un simulatore che visitava i pazienti anziani come per una sorta
di perverso divertimento. Così lo descrissero agli uomini della
sicurezza dell'ospedale che andarono a visionare tutti i filmati della
settimana precedente ripresi dalle telecamere di sicurezza.
Quando tornarono dalle infermiere con le loro scoperte, giurarono che
non c'era nessuno sui filmati - perlomeno nessuno che corrispondesse alla
descrizione che le infermiere avevano loro fornito.
"Abbiamo visto il filmato noi stesse",
dice Katleen,"siamo sicure
che non c'era mai stato nessun Mr Smith nel
nostro ospedale."
(Trad Webmaster da Paranormal Phoenomena)
TELEFONATE
DALL'ALDILà
UN CASO BEN DOCUMENTATO
(07-04-13)
Poco dopo il pranzo, un Sabato del giugno 1960, la
signora Fox era
sola nel suo appartamento al quarto piano, alla
periferia della città canadese di Toronto, in attesa che la madre la
chiamasse da un sobborgo vicino - un fatto normale nel fine
settimana - sicchè era totalmente impreparata a quanto le stava per
accadere. Più tardi, la signora Fox tentava di spiegare ai
ricercatori che cosa era successo:
"Ho preso il telefono e sono quasi svenuta quando ho sentito la
voce. Era mia figlia Peggy. Non ho dubbi su questo. Mi ha detto:
'Ciao mamma. Riesci a sentirmi? Non
essere triste ... Sono così felice '.
Poi la comunicazione si è interrotta.
Io sono rimasta in piedi incapace di muovermi dallo shock."
La strana reazione della donna era dovuta al fatto che sua figlia
Peggy Fox era morta sei mesi prima!
Peggy, una ragazzina allegra e
spensierata a soli 12 anni era stata colpita da un virus misterioso
nell'inverno del 1959 e, nonostante le migliori cure ospedaliere che
il Canada potesse offrirle all'epoca, era morta due settimane dopo,
con i genitori impietriti accanto al suo capezzale.
Anche se naturalmente sconvolta dalla morte della sua unica figlia,
la signora Fox, segretaria part-time in uno studio legale, aveva
fatto di tutto per raccogliere la sua vita andata in frantumi ed
entro l'estate del 1960 sembrava sulla strada buona per riuscirci.
Lei e suo marito avevano valutato la possibilità di adottare un
bambino e poi, di colpo, tutto il dolore che aveva circondato la morte
di Peggy era ritornato. Quando il marito rientrò un'ora più tardi
trovò la moglie che piangeva incontrollabilmente. Appena gli spiegò quello che era successo, Paul le disse che doveva
essere stato uno scherzo crudele e contattò la compagnia telefonica
per rintracciare l'autore della beffa, ma.... Non c'era stata nessuna
chiamata....
Due giorni dopo successe di nuovo.
Questa volta Paul era nella
stanza quando sua moglie rispose e le strappò il telefono di mano in
tempo per sentire una voce dire:
"Sono io, Peggy, mamma non piangere
...".
Poi, ancora una volta, la linea cadde improvvisamente.
Sebbene scioccato, Paul Fox ebbe la presenza di spirito
di contattare ancora la società telefonica e di nuovo gli
venne detto che non c'era alcuna traccia di chiamate sul loro
numero, sia sul sistema
di linea esterna che nel meccanismo di selezione
automatica.
Più tardi, Paul Fox dichiarava:.
" Potrei giurare che era la voce di
mia figlia - mi ci gioco la vita su questo fatto.
Allo stesso tempo, il buon senso mi costringe a pensare che non
poteva essere lei, perchè ero lì, quando la sua bara è stata
calata nella tomba. "
Durante la settimana seguente, la signora Fox ricevette un'altra
telefonata fantasma in cui la voce le disse: "Date tutto il mio
amore a Moggy." Quello era il nomignolo che Peggy
aveva affibbiato a suo
nonno materno e solo sua madre sapeva che lei lo usava.
La signora Fox successivamente disse ai ricercatori:
"Nessuno lo
conosceva oltre mia figlia ..le cose che ha detto e il suo tono di voce
erano identiche a quelle di Peggy. compreso lo strano modo di
pronunciare la 'th'... mi rifiuto di credere che si tratta di
qualcuno che si spaccia per mia figlia."
Non c'è da sorprendersi se il caso ottenne ben presto vasta eco in
tutto il Canada ed anche altrove, tanto da catturare l'attenzione
del dottor John Craggs, Psicologo presso l'Università di Chicago e
uno dei ricercatori leader di fenomeni psichici in America, che
studiò il caso e poi lo incluse in un suo libro. Egli giunse a
questa conclusione:
"Sono certo che il signore e la signora Fox
stanno dicendo la verità sulle chiamate.
Non c'è assolutamente alcuna ragione per cui dovrebbero inventare
una storia del genere e di sottomettersi a quello che è, senza dubbio, un
grosso disagio per loro. "
D'accordo con la famiglia, collegò un registratore su nastro al
telefono. Il telefono squillò..
Era il 3 agosto 1960 e rispose la madre di Peggy, sicchè il
dispositivo iniziò a registrare.
Il nastro venne poi depositato negli
archivi della Società Americana per la Ricerca Psichica.
Nella
trascrizione pubblicata della conversazione si legge:
voce di una ragazza:
"Mamma sei tu. Ti amo. Dai il mio amore a
papà, tanto.
Sono molto felice.
Ti prego di non piangere come hai fatto l'ultima volta."
Signora Fox:
"Peggy, tesoro, sei davvero tu?"
voce di una ragazza:
"Non devi essere sconvolta cercherò di ...".
A questo punto la linea è caduta. Più tardi il Dr Craggs scrisse:
"Il nastro è stato fatto ascoltare a molti amici di Peggy.
Hanno detto tutti d'essere
certi che fosse la sua voce. Così han
detto pure i suoi nonni e la sua insegnante ..."
Che spiegazione dare alle telefonate apparentemente provenienti dai
morti?
Una teoria è che influenze esterne possono manipolare gli impulsi
elettrici del telefono.
Sembra una soluzione inverosimile. Ma nello
strano caso di Peggy Fox,
nessuno è ancora venuto fuori con una
spiegazione migliore.
Storie vere di miracoli
natalizi
(17-12-12)
Natale è sempre stato sentito come un momento pieno
di magìa, soprattutto per i bambini, pieni di entusiasmo, di
speranza, e la possibilità che avvengano dei piccoli
miracoli diventa quasi tangibile. Tante persone credono
davvero di essere state testimoni di fenomeni miracolosi
durante questa festa. Le storie seguenti sono state inviate
dai nostri Lettori che giurano sono avvenute davvero. Sono
fantasie infantili ritenute "reali" da peculiari meccanismi
del tempo e della mente, oppure la magia del Natale esiste
davvero? Giudicate voi... intanto La Pagina vi lascia
a sognare con queste storie e vi dà appuntamento a
dopo le festività, inviando a tutti voi gli auguri più belli
per un Natale -non diciamo felice- ma almeno sereno.
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LA VISITA DI NATALE
"E 'stato intorno a Natale, forse nel 1995 o '96, a casa di
mia zia in una riserva nel Nord Dakota", dice V. Page.
"Alcuni della mia famiglia erano in salotto a guardare la
televisione, i bambini stavano giocando in camera o erano
già a letto, io, mio zio e mia zia eravamo seduti attorno al
tavolo per mettere insieme un puzzle.
Mia cugina, che lavorava in un casinò, sarebbe tornata a
casa verso mezzanotte o più tardi e quella stessa
notte,mentre stava camminando verso casa, guardò alla
finestra e mi vide seduto al tavolo con mio zio posto di
fronte a me e qualcun'altro in piedi alla mia sinistra ed
un'altro ancora che stava in piedi in un angolo, ma continuò
a camminare verso casa, senza farci troppo caso.
Entarta che fu in casa, lei ci salutò e si unì con noi al
tavolo.
Mentre eravamo seduti lì a parlare, mi guardò e mi chiese
chi era accanto a me pochi minuti prima e chi fosse
quell'altra persona lì nell'angolo.
'Nessuno', risposi, ma lei insisteva che c'era qualcuno in
piedi accanto a me.
'Sembrava la tua mamma, e stava giocando con i tuoi
capelli,proprio come fa una madre ad un bambino', mi disse.
La cosa mi aveva un pò spaventato, probabilmente perchè a
quell'epoca avevo solo 12 o 13 anni. Lei giurava che
qualcuno era lì accanto a me, che mi accarezzava sulla testa
e mi guardava sistemare il puzzle insieme a mia zia e mio
zio, e insisteva a dire che c'era anche un'altra persona
dietro di questa. Tutta la mia famiglia cercò inutilmente
una logica spiegazione.
Siamo poi arrivati a pensare che probabilmente mia cugina
aveva visto la sua mamma, che era morta il giorno del suo
compleanno, una settimana prima del Natale del 1992.
Tuttavia, non abbiamo mai capito chi fosse la persona che
stava in piedi in un angolo. Ora,sempre durante il periodo
natalizio, qualcosa di strano ci accade e noi pensiamo che
sia sempre lei a farci visita. "
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MEDITAZIONE CON VISITA
"Questo fatto è accaduto a Capodanno del 2008 a Vancouver,
in Canada", dice Angela. "Mia nonna è morta improvvisamente
per cause naturali, la vigilia di Natale,il che ha scioccato
e rattristato noi tutti. La mia famiglia è Buddista, quindi
per alcuni giorni, abbiamo visitato un tempio e meditato in
suo onore. Mia madre aveva acquistato un piccolo,
registratore vocale per riprodurre ripetutamente una
meditazione e lo lasciava acceso nella stanza di mia nonna
per tutto il giorno.
Lunedi 31 dicembre cadeva il primo anniversario settimanale
della morte di mia nonna quando, secondo le tradizioni
cinesi, i Defunti tornano a visitare i loro cari. Come al
solito, i miei genitori avevano lasciato acceso il
registratore per tutta la giornata e lo spensero prima di
andare a letto.
La mattina dopo, Capodanno, mia madre si svegliò verso le 9
per andare al bagno, ed udì distintamente una dolce canzone
di meditazione, identica a quella riprodotta dal piccolo
registratore, sicchè chiese a mio padre se l'avesse lasciato
acceso dalla notte prima, ma lui le disse di no.
Pensando che aveva immaginato tutto, mia madre tornò a
dormire. Verso le 10 del mattino, mio padre si svegliò e
sentì gli stessi suoni, sicchè si chiese se avesse davvero
dimenticato di disattivare il dispositivo e così andò in
camera di mia nonna per controllare, solo per scoprire che
era spento! Come si può spiegare che entrambi i miei
genitori hanno sentito la stessa meditazione? Abbiamo
eliminato le possibilità che fosse provenuta dalla casa del
nostro vicino o dalla TV. Il mio ragazzo crede che era stao
il modo in cui mia nonna ci faceva sapere che era ancora in
giro e che stava bene. È un po 'inquietante, ma questo
pensiero mi dà un grande conforto. "
MIRACOLO SUL TETTO
"Questa esperienza ha avuto luogo alla vigilia di Natale del
1976, a Gresham, Oregon", dice Jason D. "Anche se questa
storia può sembrare 'incredibile', vi assicuro che è vera,
la prova
(almeno per me) che i miracoli si verificano ancora.
Quando avevo cinque anni, ho assistito a quello che ritengo
essere un miracolo durante una vigilia di Natale. Mio padre
aveva appena ottenuto un posto di lavoro a Grants Pass,
Oregon, ed aveva lasciato mia madre e me per la prima volta.
Era difficile non avere mio padre lì, proprio a Natale,
visto che eravamo sempre stati insieme durante quelli
precedenti.
Stavo dormendo nella stanza di mia madre,quando abbiamo
sentito qualcosa sul tetto. Naturalmente, essendo un
bambino, ho subito pensato che fosse Babbo Natale, mentre
mia mamma temette che avrebbe potuto essere un ladro.
Lei mi ordinò di stare a letto mentre si alzava e con
cautela si avvicinava alla finestra. Ero sia eccitato, sia
un pò impaurito perché lei era molto spaventata.
Anche se pensai che poteva essere Babbo Natale, capivo che
poteva essere un intruso.
Mia madre se ne stava lì a guardare, senza dire niente,
sicchè le chiesi cosa c'era là fuori, ma lei guardava ancora
dalla finestra. Mentre tornava a letto, con uno sguardo
incantato sul viso, saltai giù e corsi anch'io alla
finestra. Quello che ho visto era
Santa Claus, con la sua slitta e le renne, volare via dal
nostro tetto verso il cielo - proprio come si vedrebbe in
una cartolina di Natale.
Mia madre e io non parlammo di quella notte nè di quello che
ognuno di noi aveva visto.
Ho sempre pensato che fosse normale, e lei temeva di
deludermi.
Ha chiamato mio nonno quella sera e gli disse quello che
avevamo visto, ma lui replicò che la partenza di mio padre
forse le aveva fatto alzare il gomito.
Sembrava veramente preoccupato che sua figlia stesse perdendo la salute
mentale.
Anni dopo, quando ero al Liceo, abbiamo dovuto raccontare
una storia di Natale nella nostra classe e così ho detto
quello che ho appena condiviso con voi. Ovviamente i miei
compagni risero di me a crepapelle, non credendo affatto
alla mia storia, ma qui la cosa diventa ancora più strana.
Quando lasciai l'aula quel giorno, un ragazzo (che non
conoscevo) venne da me e mi disse:
'Sai, che era una bella storia di
Natale. Se uno ci crede, può darsi che per una sola volta
nella sua vita possa fare la stessa esperienza che avete
vissuto tu e tua madre.'
Quel ragazzo poi sparì ed io non lo vidi più. Chi era? Un
angelo? Un messaggero? Non lo so. Comunque, quando sono
tornato a casa quel giorno, ho dovuto chiedere a mia madre
quello che aveva visto quella vigilia di Natale . Non ne
avevamo mai più parlato, quindi non potevo davvero sapere
che cosa avesse visto quella notte. Sapevo quello che io
avevo visto, ma non quello che aveva visto lei.
Tutto quello che riusciva a ricordare era quanto fosse
tranquilla quella notte e come sembrasse quasi ipnotizzata.
Volevo assolutamente sapere, per capire se avevo immaginato
tutto, come fanno tutti i bambini. Mia madre iniziò a dirmi
che era stato un Natale molto difficile non avendo mio padre
con noi, ma che era stato miracoloso per ciò che ci era
accaduto. Quasi con imbarazzo mi guardò e disse: 'Spero
che tu non pensi che io sia pazza, ma ho davvero visto la
slitta e le renne di Babbo Natale lasciare il nostro tetto e
salire verso il cielo. La
neve che copriva il tetto aveva conservato le impronte degli
animali ed era smossa dove la slitta s'era poggiata.'
Lei sorrise e poi mi chiese, con le lacrime agli occhi, che
cosa avessi visto io, quella sera.
Ovviamente le dissi che avevo anch'io visto la slitta e le
renne volare nel cielo. La tempistica degli eventi
corrispondeva perfettamente: mi ero alzato dal letto proprio
mentre lei stava lasciando la finestra cioè mentre la slitta
e le renne decollavano verso il cielo.
Avevo anche sentito le campanelle suonare quella notte, così
come mia madre. Avevamo sentito e visto la stessa cosa, il
che era veramente un miracolo di Natale proprio quell'anno
che ne avevamo davvero bisogno! Allora, abbiamo visto
proprio Babbo Natale quella notte, o è stato un miracolo che
Dio ci aveva mandato per superare quel Natale così difficile
e triste?
Credo davvero che sia stato un miracolo e che il Dio che ha
creato l'universo ed i suoi miliardi di pianeti non ha
assolutamente alcun limite e quindi non avrebbe avuto alcun
problema a fare un miracolo, quella sera. Egli ascolta
le nostre preghiere. Come quel ragazzo mi aveva detto,
'Se ci credi, si può verificare anche
una simile miracolo, persino un miracolo
molto personale, ma che soltanto voi e Dio conoscete.'
Continuate a credere! I Miracoli accadono solo se ci
si crede!"
(Da P. Phoenomena
Trad. Webamaster)
UNA STRANA AVVENTURA
(31-10-12)
Vi
abbiamo parlato in altri articoli, della così detta Memoria akashica o
super-Psi, ovvero della possibilità che i fantasmi siano nient'altro che
registrazioni impresse nel campo magnetico terrestre di episodi di
particolare violenza e crudeltà come guerre, esecuzioni sommarie e
quant'altro la perversità umana ha creato nei secoli bui per uccidere i
propri simili.
Tali eventi si ripetono in diversi luoghi della terra in date precise
(come la battaglia fra nordisti e sudisti di
Gettysburg)
o casualmente, come le varie apparizioni di fantasmi famosi (Anna
Bolena, per esempio) nei tetri castelli inglesi.
La storia che invece vogliamo raccontarvi nella notte di Halloween è un
po' diversa (non certo
terrificante come si usa ...in USA!) in
quanto vi è stata una chiara interazione fra i "fantasmi"
deiprotagonisti della Rivoluzione Francese e le stupite spettatrici
della incredibile scena. Se le affermazioni delle due maestrine
inglesi non fossero state confermate da fatti (che vi illustreremo
a fine articolo) sarebbe più che corretto pensare ad un'allucinazione.
Ma veniamo ai fatti, avvenuti nel lontano Agosto del 1901, pubblicati
nel libro "Un'avventura"
dalle due protagoniste dell'avventura con gli pseudonimi di
Elizabeth Morison e Frances Lamont, per evitare di esporsi al ridicolo.
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Era una giornata molto calda quando Anne Moberly e Eleanor Jourdain (i
loro veri nomi) stavano visitando la Reggia di Versailles, ma
preferirono raggiungere a piedi il Petit Trianon, un edificio più
piccolo utilizzato più di 100 anni prima dalla regina Maria Antonietta.
Lungo la strada, le due donne si perserosenza capire d'aver oltrepassato
la loro destinazione. Poco dopo la Jourdain notò una fattoria deserta
sulla cui aja giacevano vecchi attrezzi agricoli, tra cui un aratro
molto diverso da quelli in uso nel 20° secolo. La Moberly vide una donna
che stava agitando un panno bianco da una finestra. Nessuna delle due
osò confessare all'altra quanto stava vedendo, ma successivamente
confessarono che in quel momento avevano provato un senso di oppressione
e di tristezza incombenti. Poi videro degli uomini probabilmente dei
giardinieri ed uno di loro, in uno strano accento francese disse alle
due di "andare dritto". Moberly li descrisse di aspetto dignitoso e
vestiti di lunghi cappotti grigio-verde e con in testa dei buffi
cappelli a tre punte.
Jourdain descrisse un "tableau vivant", un quadro vivente, che
somigliava ad una mostra d'un museo delle cere, fra cui una donna con
una brocca d'acqua per una bambina, ma Moberly non vide la stessa cosa.
Successivamente ella scrisse:
"Improvvisamente tutto sembrava
innaturale - sgradevole - anche gli alberi erano piatti e senza vita.
Non vi erano effetti di luce ed ombra e non c'era vento ad agitare gli
alberi. "
Poi si sono imbattute in un uomo seduto in un chiosco. Portava un
mantello ed un grande cappello ed aveva un aspetto ripugnante
"con un'espressione odiosa."
sul viso. Un altro uomo arrivò ed indicò loro le signore del Petit
Trianon. Attraversarono un ponte e la Moberly vide una donna seduta sul
prato intenta a disegnare. Solo più di una settimana dopo le due donne
discussero sulle loro esperienze chiedendosi se il Petit Trianon fosse
infestato: avevano scoperto che nella data della loro visita
(il 10 Agosto) cadeva l'anniversario dell' assedio del palazzo delle
Tuileries a Parigi, quando le Guardie Svizzere della famiglia reale
erano state massacrate.
Alla fine le donne conclusero d'essere
entrate in un vortice temporale, forse
nella mente di Maria Antonietta in cui era ancora vivo il ricordo
del massacro mentre erano lì, nel giardino tanto amato dalla regina,
infatti la Moberly era convinta che la donna seduta sul prato fosse
proprio Mariantonietta. In ogni caso, alcuni edifici che le due
donne hanno riferito di aver visto non erano più presenti nel 1901 e non
vi era alcuna spiegazione logica per le persone che avevano incontrato.
Ovviamente, gli scettici dissero che con un'attenta ricerca storica
condotta su quanto esse avevano visto, tra cui gli abiti che
Mariantonietta indossava, si sarebbe potuto trovare tutto ben descritto
in documenti antichi, o disegni. L'eccezione, però, era il ponte che le
donne avevano riferito di aver attraversato e di cui non c'era alcuna
traccia: a quanto pareva, non era mai esistito.
Fu solo più tardi che, durante la demolizionen d'uno degli edifici di
Versailles, venne trovata,nacosta in in una parete, una
dettagliata mappa del parco disegnata da Richard Mique, l'architetto
francese progettista del Petit Trianon, che insieme al figlio, venne
giustiziato nel 1794, con l'accusa di aver partecipato ad un complotto
per salvare la vita di Maria Antonietta.
Chiaramente disegnato
su quella mappa vi era il ponte che le due avevano attraversato
secoli dopo, cioè nel 1901!
Allora il Paranormale non c'entra
niente in questa storia e si è davvero trattato d'un viaggio nel tempo,
come le due donne avevano audacemente ipotizzato?
A quell'epoca nessuno Scienziato avrebbe mai preso in seria
considerazione una simile ipotesi,
ma oggi la Fisica Quantistica ci dice che tali viaggi sono possibili e
perfino realizzabili molto presto.
Arduo dire cosa sia successo davvero, lascio a voi Lettori giudicare,
sperando che questa avventura nel tempo vi sia piaciuta e non vi abbia
terrorizzato troppo nella notte di Halloween!
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VEDI:
Moberly–Jourdain incident SU WIKIPEDIA)
WEBMASTER
SOGNI PREMONITORI
(19-08-12)
E' possibile visualizzare con
precisione il futuro nei propri sogni?
Secondo due degli scrittori più importanti del mondo, la risposta è un deciso SI!
A quei tempi, Mark Twain e suo fratello Henry stavano entrambi lavorando a
bordo del piroscafo Pennsylvania, che
navigava
sul Mississippi, tra New
Orleans e St. Louis.
In una notte buia alla fine del 1880, mentre si trovava a casa di sua sorella a St. Louis,
Mark Twain si svegliò in preda al terrore causatogli da uno spaventoso incubo
molto realistico.
Aveva sognato che Henry era morto, e che la salma di suo fratello
giaceva in una bara di metallo aperta. Sul suo petto c'era un bouquet di
fiori bianchi molto elaborato, segnato da una rosa rossa al centro.
Twain, nei suoi 20 anni, non potè riprendere sonno per diverse ore,
pensando alle possibili implicazioni del
suo sogno.
Due settimane più tardi, si era trasferito su un altro battello mentre
Henry era rimasto a bordo della Pennsylvania. Poco dopo, mentre la
Pennsylvania faceva pressione al porto di Memphis, quattro caldaie esplosero
violentemente, sicchè la maggior parte dei membri dell'equipaggio
rimasero gravemente feriti, tra cui Henry che morì pochi giorni dopo.
Già, la prima parte dell'incubo si erano
avverato.... Poi Twain si recò all'obitorio dove vide tutte le vittime nelle
loro bare, ma una era più costosa delle altre: era in metallo ed era stata
pagata da alcune signore locali che avevano adorato il bel Henry e così
anche il secondo presagio si era avverato...
Mentre Twain guardava in lacrime il feretro del suo amato fratello, una donna giovane
ed attraente si avvicinò in silenzio per depositare una corona di fiori
bianchi, con una rosa rossa al centro sul petto di Henry. L'elemento
rimanente del sogno mortale era diventato realtà!
Un altrettanto famoso scrittore inglese, Charles Dickens, avrebbe effettivamente
avuto due distinte esperienze soprannaturali che coinvolgevano
i suoi cari. Dopo
la morte del padre, Dickens si svegliò una mattina da un sonno profondo
per vederlo seduto accanto al suo letto. Era sconvolto, eppure
esaltato. Ma, quando arrivò a toccare l'apparizione, essa svanì.
Poi, nel 1837, il 25-enne Dickens divenne profondamente depresso per
la morte improvvisa della sorellastra Mary Hogarth. Era stato
apparentemente innamorato di lei, ma i suoi sentimenti non erano stati
corrisposti, almeno nella vita.
Dopo che Maria morì, Charles iniziò a vederla in sogni così vividi che
sembrava come se lo spirito di Maria lo stesse davvero visitando dalla tomba. In
un'occasione, Dickens ha sostenuto che lo spirito di Maria si
fosse effettivamente
materializzato davanti a lui, galleggiando fino al soffitto, per poi scomparire.
Le sue apparizioni potrebbero avergli ispirato la produzione di alcune
novelle molto famose. Il noto parapsicologico Brad Steiger,che ha accuratamente
studiato entrambi i casi, ha
dichiarato:
"Senza dubbio, sia Twain che Dickens
hanno avuto esperienze paranormali che
coinvolgono i sogni!"
Twain, riflettendo sull'essenza della persona scrisse:
« L’uomo è più complesso di quel che pare: ogni uomo adulto rinserra in
sé non uno, ma tre uomini diversi: prendete un Sor Giovanni qualunque.
In esso c’è il Giovanni Primo, cioè l'uomo che egli crede di essere; c'è
il Giovanni Secondo, quello che di lui pensano gli altri; e finalmente
il Giovanni Terzo,
ciò ch'egli è nella realtà »
Webmaster
Dopo
le telefonate ecco un'altro caso di comunicazione spiritica tecnologica!
Avete letto bene, proprio un fax, inviato, però, per interposta
persona, cioè da due serissimi Specialisti in Neurochirurgia ed
Oncologia, ad una vedova. Un caso che sarà una sfida per gli scettici
onde trovare una spiegazione non-spirituale e che sta facendo notizia
nei media americani, dopo la pubblicazione dei messaggi del marito
defunto ricevuti da Faye Aldridge.
Quando al marito, Burke, venne diagnosticato un cancro nel 2005, Faye si
aspettava che Dio compisse un miracolo, essendo entrambi devoti
Cristiani.
"Ho professato la mia fede ed ho coperto Burke della parola di Dio,
leggendogli ogni giorno il Vangelo.." ha dichiarato Faye in
un talk-show.
Però l'atteso miracolo non è giunto e, a 21 giorni di distanza dalla
terribile diagnosi, Burke a soli 53 anni, è spirato. Ma quel giorno
stesso si è verificato un altro miracolo. Poche ore dopo che Burke era
stato dichiarato morto, due membri dell'equipe
medica che lo aveva curato (che oltretutto non si erano mai incontrati)
hanno ricevuto una "visita" da Burke nelle proprie case, prima
ancora di sapere del suo decesso. Le testimonianze dell'
Oncologo, Dr. Carl Willis e del neurochirurgo Dr. Arthur Cushman sono
riportate nel libro Real Messages from Heaven ed entrambi hanno
attestato la veridicità dell'accaduto in un reportage TV (vedi
video). Sapendo di essere nelle fasi finali del cancro, Burke
aveva fatto un'incredibile promessa alla moglie:
sarebbe entrato in contatto con lei dall'Aldilà inviandole un fax!
In effetti, Faye ha ricevuto un fax, ma non dal marito, bensì dai due
medici, che hanno scelto questo mezzo di comunicazione per
raccontarle del loro incontro sorprendente con lo spirto del defunto.
Il Dr Cushman ha raccontato che: "...Teneva le
braccia in alto ed era circondato da questa splendida luce. Ha detto che
era in un posto meraviglioso e che non bisogna preoccuparsi di morire",
mentre il dottor Willis ha aggiunto che, vedendo Burke:
"..sapevo perfettamente cosa fosse successo e chi
fosse. Mi ha parlato di pace e di amore...era semplicemente
incredibile!"
Faye Aldridge crede che suo marito ha scelto di apparire ai due
medici, piuttosto che a lei, per dare credibilità ad una storia che, ai
più, sarebbe apparsa come un'allucinazione causata dal lutto.
Webmaster (da
diverse fonti Web)
TELEFONATE DALL'ALTRO MONDO! (08-07-12)
Son passati più di 30 anni da quando Raymond
Bayless ed il Dr. Scott Rogo hanno pubblicato il loro rivoluzionario
libro sulle telefonate dall'Aldilà. Cosa è successo da allora? Beh, per
prima cosa, i telefoni sono radicalmente cambiati e abbiamo anche
diversi nuovi metodi di comunicazione a nostra disposizione - come
email, SMS e Skype- ma la gente continua a ricevere messaggi anomali
anche su questi nuovi apparati elettronici. E' un fenomeno su cui ho
sempre avuto un grande interesse perchè sperimentato personalmente
(magari ve lo racconto un'altra volta), così sono stato felice di
apprendere su Paranormal
Review, che Callum Cooper (che sta svolgendo una ricerca per il suo
dottorato in Psicologia e Parapsicologia presso l'Università di
Northampton, in Inghilterra), ha deciso di riprendere l'argomento ed
aggiornare il lavoro di Bayliss e Rogo.
Nei giorni scorsi, Cooper ha presentato alcuni dei suoi risultati a una
riunione della
Society for Psychical Research di Londra, tratti dal suo nuovo
libro, Telefonate dai Morti.
Uno di quei casi, che Cooper ha esposto nella conferenza alla SPR,
riguardava un uomo di nome Carl che nel 1969 si era concesso una
necessaria pausa di lavoro. Trovò una casa sul mare che offriva una
stanza in affitto e la simpatica proprietaria gli disse subito di
chiamarla "nonnina".
Poi gli mostrò la sua stanza, piena di oggetti d'antiquariato, tra cui un
telefono a muro del 19° secolo, di quelli che avevano una manovella sul
lato per chiamare l'operatore onde effettuare una chiamata Carl vi
prestò poca attenzione fino a quando una notte, alle 23:13, dopo aver
trascorso la giornata sulla spiaggia, fu svegliato dal suo squillo.
Cercò inizialmente di ignorarlo, ma alla fine rispose. Era la voce di
suo padre che gli diceva:
"Ah, eccoti Carl. Tua madre ti sta
cercando. Chiamala, lei ha un messaggio per te".
Chiedendosi quale fosse il problema gli rispose: "Chiamala al
telefono papà, parlerò con lei adesso."
"Non posso, lei non è con me",
rispose suo padre. "Da dove stai chiamando?" Carl chiese.
"E 'un posto molto bello. Assicurati di
chiamare tua madre. Good-bye Carl".
Preoccupato, tentò subito di telefonare
a sua madre, ma non riuscì a trovarla, così decise di tornare a dormire
e provare a chiamarla il mattino dopo. Quando la mattina
successiva a colazione raccontò l'esperienza alla "nonnina", lei lo
guardò perplessa, poi gli disse che quel telefono era stato
acquistato in un negozio di antiquariato dal suo defunto marito,
ma soprattutto che non era mai stato
collegato ad una linea telefonica.
Porgendogli un telefono moderno e funzionante , invitò il suo ospite a
telefonare a sua madre, cosa che Carl fece subito.
"Carl, dove diavolo sei stato?-
sbottò sua madre. "Sono stata in ansia
tutta la notte cercando di contattarti!
Tuo padre è morto la scorsa notte per
un attacco di cuore alle 23:13.
Nessuno dei tuoi amici ha saputo dirmi dove
fossi andato."
Chiaramente, tali episodi incredibili sembrano suggerire che, in casi
particolari, i Morti possono entrare in contatto con i vivi mediante
dispositivi elettronici o telefonici e che possono farlo anche quando
questi oggetti non sono più funzionanti. E' evidente il parallelismo col
fenomeno noto come EVP (voce elettronica), in cui i ricercatori
utilizzano il rumore bianco, la radio o dispositivi simili con notevoli
successi. Vi ricordo che Marcello Bacci, durante un famoso esperimento,
nonostante il fatto che la sua radio fosse stata privata delle valvole,
ricevette ugualmente le voci dei Disincarnati,sotto l'attento controllo
degli specialisti del "Laboratorio" di Bologna .
Alla fine della sua conferenza,Cooper ha citato un altro caso, quello di
Maureen Lipman (foto),
attrice inglese ben nota e molto amata in Inghilterra, il cui marito, il
drammaturgo Jack Rosenthal, morto
nel
2004, si è fatto sentire, nel 2011, con un SMS.
La Lipman ha rivelato al Daily Telegraph che in un messaggio di testo
postumo, le consigliò come comportarsi con il figlio.
"Un giorno nostro figlio Adam mi ha
mostrato la prima bozza di un romanzo che aveva scritto, ma non ne era
molto soddisfatto. Uno dei personaggi del romanzo si chiamava Enk.
Quello stesso giorno stavo giocherellando col mio cellulare, quando mi è
arrivato un SMS dal numero del mio defunto marito
'Il ragazzo ha fatto un bel lavoro - Enk'."
L'attrice ha aggiunto: "Io non riuscivo
a crederci.. non so come sia successo, ma era proprio il numero di Jack.
Certo, avrebbe potuto essere un vecchio messaggio che mi aveva mandato
anni addietro, che avevo conservato e che per qualche strano motivo era
riapparso con l'aggiunta del nome del personaggio del romanzo... Dio
solo lo sa! Io sento però che era stato un modo con cui Jack
voleva dirmi: '.Il nostro ragazzo sta lavorando bene. Lascialo in pace'
"
Speriamo che la ricerca di Cooper scopra casi più recenti. E' certamente
una buona notizia che un ricercatore universitario straniero si stia
concentrando sui fenomeni relativi alla sopravvivenza dopo la morte,
visto il totale disinteresse delle nostre Università nei confronti di
questa disciplina che in altri Paesi maggiormente evoluti sta sempre più
acquistando dignità scientifica.
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(Webmaster da un articolo di Paranormal Review)
UNA FOTO DAL PASSATO
(25-06-12)
Un ragazzo americano, Addison
Logan di
Wichita, nel Kansas,
qualche tempo fà ha comprato in uno di quei mercatini domestici
(garages-sales) che in America si fanno quando si trasloca o si vuole
svuotare il garage dalle cianfrusaglie accumulate negli anni, una vecchia
macchina fotografica
Polaroid. Il prezzo era un affare: appena 1
dollaro.
Addison, tornato a casa, si è subito collegato ad internet per
scoprire come si usava la fotocamera e ben presto si accorgeva che
all'interno della macchina c'era una foto
rimasta incastrata.
Estratta, la mostrava alla nonna...
la quale sbianca e si sente male:
in quella foto era incredibilmente ritratto suo
figlio Scott,
morto in
un incidente stradale ben 23
anni addietro!
Addison, che ha 13 anni, ovviamente non ha mai conosciuto suo
zio Scott,
defunto prima che lui nascesse. In quella foto, scattata circa 10 anni
prima che morisse, Scott, abbracciava felice la sua fidanzata dell'epoca, Susan
Ely.
Inutile dire che tutti i familiari sono rimasti sconvolti...
non conoscevano la famiglia dalla quale Addison aveva comprato la
macchina fotografica e la casa dove s'era tenuto il mercatino, all'epoca
dello scatto, non esisteva ancora .
Successive ricerche effettuate interrogando il
venditore dell'oggetto non hanno portato ad alcun indizio sul come
quella fotocamera potesse esser rimasta per tanti anni con una foto
incastrata nel suo interno e le possibilità che il tutto sia avvenuto
per caso sono astronomiche.
Nonna Lois,
mamma del giovane scomparso, però
non ha dubbi!
Per anni aveva pregato e chiesto al figlio defunto un
segno
del fatto che lui fosse ancora accanto a loro... e ora dopo tanti anni
Scott ha voluto mandare un
saluto dall'Aldilà
alla sua anziana mamma.
GRAZIE A MONINKA PER AVERCI SEGNALATO QUEST' INUSUALE ADC! -WM-
FONTI INTERNET REPERIBILI SU GOOGLE, DIGITANDO:
Addison Logan
UN'E-MAIL
DALL'ALDILA'!
(16-03-12)
Jack Froese, 32 anni, è morto di aritmia cardiaca nel giugno 2011
lasciando molti amici e familiari nel lutto. Ma la BBC riporta che
alcuni messaggi misteriosi postumi
provenienti dalla sua posta
elettronica hanno portato un pò di felicità a coloro che gli erano più
vicini. Infatti, cinque mesi dopo la morte di Froese, il suo migliore
amico d'infanzia Tim Art ha ricevuto
una email dall' account di Froese.
"Una notte di Novembre, ero sul divano, passando in rassegna le mie
email sul cellulare e sono quasi saltato in aria: uno dei 'mittenti' era
PROPRIO Jack!", ha dichiarato Tim alla BBC.
"Il messaggio era breve, ma
sufficiente per capire che solo Jack avrebbe potuto scriverlo."
L'e-mail era titolata: "Ti Sto guardando". Mentre il testo del messaggio
stesso diceva:
"Mi hai sentito? Sono a casa tua. Pulisci quella f...ta
soffitta!"
Hart dice che poco prima della morte del suo amico, aveva avuto con lui
una conversazione privata nella sua soffitta e Froese lo aveva preso in
giro sullo stato di disordine del locale.
"Solo io e lui eravamo
lassù. Questo è tutto," ha detto Hart.
Jimmy McGraw, cugino di Froese sostiene inoltre di aver ricevuto
anch'egli una e-mail postuma da Froese, in cui lo avvertiva d'un
infortunio alla caviglia che si è poi puntualmente verificato.
"Mi piacerebbe dire che l' ha inviata Jack, solo perché mi manca dacchè
se n'è andato, spero proprio che continui a connettersi con me ed
invitarmi ad andare avanti al meglio possibile", ha detto McGraw .
Per ora, l'origine dei messaggi di posta elettronica rimane un mistero.
Ma questo ad Hart va bene, infatti è convinto che, anche se le e-mail
provengono da un burlone crudele che ha violato l'account di Froese, la
cosa non è per lui molto importante.
L'aspetto più interessante ed unico di questo caso è che tutte le e-mail
avevano un tocco personale.
Ci sono stati diversi casi di email inviate
da una persona deceduta, ma di solito si può facilmente risalire agli
account di spam che hanno accesso a informazioni del defunto.
Facebook ha avuto problemi simili per diversi anni, visto che il sito di
social networking incoraggiano l'invio di notifiche automatiche agli
utenti per "ricollegarsi" con gli account di quelli che sono
silenti.
In
circostanze normali, la funzione ha lo scopo di aiutare gli utenti a
rimanere in costante contatto.
Dal 2010, proprio per evitare spiacevoli
equivoci, Facebook ha attivato una migliore gestione degli account
appartenenti ad utenti defunti e ci sono anche opzioni per coloro che
intenzionalmente volessero inviare e-mail ...dalla tomba. Accedendo al
sito Dead Man, si possono scrivere bozze di e-mail che verranno poi inviate
ad un gruppo di destinatari prescelti dopo la propria morte.
Il sito
spiega esattamente come sono in grado di sapere quando inviare le
e-mail:
"Le e-mail vengono inviate a determinati intervalli. Per impostazione
predefinita, 30, 45, e 52 giorni dopo l'ultima volta che l'utente ha
mostrato segni di vita. Se non si risponde a nessuna di queste e-mail,
tutti i vostri messaggi "postumi" verranno inviati 60 giorni dopo
l'ultimo check-in. "
WEBMASTER DA INTERNET
APPARIZIONE CONDIVISA
(11-04-11)
Questa straordinaria apparizione di
gruppo avvenne a fine Ottocento nel Lancaster, nel
villaggio di Chipping ed è citata in un libro del 1960 scritto da un autore
ivi residente, di nome Alan
Lawson, ma non pensiate che la storia sia ben nota solo a livello locale. Nella prima parte del secolo scorso, il giovane Phillip Weld era andato con
un gruppo diamici per fare un picnic sul fiume. Verso la fine del pomeriggio, si tuffò
dalla riva del
fiume ma non riuscì ad emergere. Gli altri ragazzi e un maestro si tuffarono
per cercarlo, ma
non riuscirono a trovare Phillip. Così convinsero il guardiano di una chiusa ad
abbassare il livello dell'acqua cosicché il corpo di Phillip venne trovato incastrato
nel fango del
letto del fiume.
Il cadavere fu portato al college, ed il preside partì la mattina presto per
informare i
genitori del ragazzo, che abitavano a Lulworth, impiegandoci quasi una
giornata: i tempi dei cellulari e di Internet erano ben lungi a venire! Entrato in
Lulworth, veniva subito accolto dal padre di Phillip che fermò la carrozza
esclamando:
"Lei non ha bisogno
di dirmi la triste notizia. Sappiamo tutti che
Phillip
è annegato
ieri."
Il preside era stupito, in quanto era impossibile in quei giorni che
una notizia
viaggiasse così in fretta.
Seduti vicino al fuoco nel suo studio, il padre di Phillip continuò a
raccontare:
"Ieri
sera io, mia moglie
e mia figlia stavamo facendo una breve passeggiata nel parco. In prossimità
di un incrocio mia
moglie disse che Phillip stava ad un angolo. Noi tutti guardammo e vedemmo
Phillip con due
uomini in abito talare entrambi giovani e sorridenti. Phillip e le altre
figure erano solide,
non potevamo vedere attraverso di loro, e l'unica caratteristica curiosa è
che Phillip era
fradicio, tanto, che l'acqua formava una pozza ai suoi piedi. Mia figlia
corse verso
l'apparizione, ma mentre si avvicinava i tre sparirono.
Dopo il
ritorno a casa io e mia
moglie, che era molto turbata, abbiamo concluso che Phillip doveva essere
morto affogato e che era
venuto a dircelo."
Il padre di Phillip non aveva idea di chi fossero i due giovani in abito
talare, ed il mistero
rimase, fino a quando i coniugi Weld si recarono a Leagram Hall vicino a Chipping (foto).
Dopo la
messa della Domenica il sacerdote li invitò in sagrestia dove delle icòne di
alcuni santi erano
appese alle pareti. Appena entrati, Weld all'improvviso esclamò:
"Questo è uno
di loro, uno di
quelli che è apparso con Phillip!"
L'icòna era quella di Stanislao Kostka,
un santo poco
conosciuto che avrebbe cura delle persone annegate. San
Stanislao Kostka è spesso
raffigurato vicino ad una fontana con in mano un pezzo di tela bagnata.
La storia è abbastanza simile a molte altre raccolte dai ricercatori del
paranormale in non
meno di quattro dettagli. Uno è che l'apparizione era stata percepita
collettivamente, in
questo caso da tre persone,il che in realtà è abbastanza inusuale, ed è
presente in una
minoranza di casi in letteratura, ma è molto significativa. Infatti, se più di
una persona ha
potuto vederla, è enormemente improbabile che si trattasse di un'
allucinazione soggettiva,
come sarebbe logico pensare se fosse riferita da una sola persona.
Una
caratteristica più frequente,
naturalmente, è la coincidenza dell'apparizione nel momento della morte
della persona che viene
vista. Quando è stata sollevata la questione al professor Richard Wiseman,
noto scettico, egli
ha subito spiegato che questo è un effetto della legge dei grandi numeri,
in altre parole, una
pura coincidenza. Questa spiegazione ci impone di credere che la gente abbia
apparizioni
continue, ma non tiene conto del fatto sincronico, ovvero che si è poi
scoperto che quella
persona era morta proprio in quel momento. E' vero che le apparizioni sono
esperienze più
comuni di quanto generalmente si suppone, ma non lo sono sulla scala
necessaria per propugnare
una simile tesi.
Significativa è anche la presenza d'una figura sconosciuta nella visione,
che poi viene
riconosciuta più tardi. Questo è considerato un fatto significativo in
letteratura, in
particolare nelle infestazioni di luoghi specifici, per esempio negli hotels
in cui un cliente
incontra un fantasma e ne riconosce più tardi la figura in fotografia.
Infine c'è l' informazione dei fatti che hanno causato il decesso. Phillip
apparve fradicio, con una
pozza d'acqua ai suoi piedi, il che conferma quel che gli era successo
e questo è molto
comune negli episodi che i ricercatori raccolgono: per esempio l'apparizione
di un soldato con
una ferita sanguinante al petto, sta ad indicare che é appena stato ucciso in
battaglia,
Per tutte e quattro le caratteristiche elencate, questo caso dovrebbe essere
emblematico, ma si
sa che gli scettici possono sempre obiettare che :
I fatti non sono avvenuti sotto stretto
controllo di laboratorio!
TRADUZIONE: WM -
FONTE: PARANORMALIA
ADC AI TEMPI DI HITLER 03-04-11
Esther Raab, una sopravvissuta all'Olocausto, racconta di
quanto avvenne la notte prima che lei e 300 dei suoi compagni di
prigionia nel campo di sterminio di Sobibor in Polonia intraprendessero
una fuga rocambolesca, quando la
madre, morta da tempo era venuta a lei in sogno. Come
molti ebrei europei, erano stati separati durante la Seconda
Guerra Mondiale, senza sapere l'un l'altra del reciproco destino.
'Nel sogno le dissi, domani sono in
fuga, e lei mi rispose che lo sapeva. Poi lei mi prese per mano, mi
portò fuori dal
campo, e mi mostrò un fienile dove mi disse di nascondermi'.
Ci sono volute due settimane perchè Esther trovasse la stalla,
in quanto poteva
solo muoversi di notte. Quando finalmente la trovò fece una scoperta
sorprendente. Suo fratello, che credeva fosse stato ucciso dai
Nazisti durante una esecuzione di giovani uomini ebrei, emerse da
un angolo oscuro dell'edificio. Aveva sentito qualche parola
'Yiddish'. I due, entrambi convinti che l'altro era morto, erano
increduli. Il fratello di Esther era rimasto nascosto nella stalla per nove mesi
nutrito da un contadino che, regolarmente, gli aveva portato pane, latte e
giornali.
Esther ha detto che l'uomo fu entusiasta di vederli insieme, e li
tenne nascosti a lungo, fino a quando non fu
sicuro che potessero uscire fuori. Quell'uomo aveva sette figli e tutta
la sua famiglia era in gravissimo pericolo: se fosse stato scoperto ad aiutarli, sarebbero stati tutti uccisi.
(Da Metgat's Blog)
Angelo della
montagna salva
un uomo IN GRAVE PERICOLO
(02-05-10)
La
nebbia era densa come lo sciroppo sulle montagne giamaicane. La
buia, stretta strada tortuosa di Ocho Rios era subito diventata
impraticabile a tutti, tranne che ai
pedoni, ma il taxi che
trasportava Jeff Delgado ha dovuto continuare a percorrere
velocemente le 40 miglia fino al St. Joseph Hospital di Kingston - .
Senza le strutture mediche disponibili solo al St. Joseph, Jeff
sarebbe morto presto. I medici sospettavano una rottura dell'aorta
toracica, la più grande
arteria del corpo.
Padre di otto figli e di soli 40 anni d'età, Jeff sanguinava a morte
accanto a sua moglie sul sedile posteriore del taxi.
La tragedia stava per concludere ciò che era cominciato con una
allegra festa, ma Jeff, che doveva presiedere il banchetto e le
cerimonie, quella notte aveva abusato coi liquori dopo i bei momenti
passati in spiaggia nel pomeriggio. Ubriaco di champagne, aveva affittato una barca a vela anche se
non sapeva condurla, infatti la brezza lo sospinse subito al di là
del molo, dove Jeff si rese conto d'essere nei guai.
Lottò disperatamente per girare la barca che si capovolse e lo gettò
in acqua. Per due volte Jeff andò a battere violentemente contro il
bordo dell'imbarcazione, finchè riuscì a afferrare la parte
posteriore della barca ed a manovrarla in un certo qual modo, fino ad
approdare sulla spiaggia.
Jeff era così debole che dovette essere
portato nella sua camera d'albergo, dove iniziò ad emettere una
grande quantità di sangue dall'intestino.
Terrorizzato, chiamò il suo medico a Norman,in Oklahoma.
L'infermiera gli ordinò di non coricarsi e di chiamare subito un
medico locale,dicendo che era in pericolo di vita.
Un giovane medico giamaicano,giunto in albergo, non poté far altro
che guardare allarmato come Jeff evacuasse ancora molto sangue e si
limitò a praticargli due iniezioni di vitamina K per rallentare
l'emorragia. Trovare un mezzo di trasporto per Kingston non fu
facile: i residenti erano così spaventati dalla nebbia e dalle
montagne che solo un tassista si disse disposto a fare un viaggio
così pericoloso quella sera.
Non appena il taxi era giunto ai piedi delle montagne avvolte nella
nebbia, un uomo barbuto e con i capelli ispidi apparve loro sul
bordo della strada. Indossava sandali, mantello e pantaloni larghi
da lavoro e non sembrava affatto un giamaicano. Aveva sopracciglia
arcuate e mani grandi, "come un falegname," ricorda Jeff. Sedutosi
sul sedile anteriore dell'auto, guardò brevemente Jeff e chiese:
"E'
questo l'uomo che soffre tanto?"
Jeff era in uno stato quasi meditativo a quel punto e non ricorda
se sentisse dolore.
Il viandante restò un paio d'ore a guidare il conducente attraverso
la nebbia. Scese persino a terra più volte e si fermò pochi metri in
avanti, indicando la via sicura attraverso l nebbie spessa che
oscurava tutto.
"Non avremmo potuto continuare senza di lui,"aggiunge Jeff . "C'era
un pendio ripido da un lato della strada ed un precipizio,
dall'altro." Infine, il taxi scese dalle montagne e la nebbia si diradò.
Il viandante chiese all'autista di fermarsi, scese dall'auto e
scomparve, senza più farsi rivedere.
Jeff, raggiunto l'ospedale di Kingston, aveva solo il 40 per cento
della pressione arteriosa normale e gli furono praticate massicce
trasfusioni di sangue pressurizzato.
I medici gli avevano detto fin da subito che non aveva alcuna speranza
di sopravvivere per il resto della notte, ma non avevano preso in
considerazione una minuscola suora giamaicana....
Parlò con Jeff quella notte in ospedale e nei giorni successivi
pregò per lui la Vergine Maria e San Giuseppe, nella cappella
dell'ospedale. Il giorno dopo la sua supplica, Jeff si accorse che
l'emorragia si era fermata e si sentiva abbastanza forte per alzarsi
dal letto.
La guarigione era inspiegabile per i medici del Kingston. Quando
tornò negli Stati Uniti, Jeff venne accuratamente esaminato in un
ospedale dell'Università dell' Oklahoma, ma i medici non trovarono
nulla che indicasse un pericolo di vita, nè lesioni interne, nè
cicatrici di alcun tipo.
Uno degli aspetti più sconcertanti della stupefacente esperienza di
guarigione rimane l'improvvisa comparsa del viandante su quella
strada di montagna pericolosa e quindi la sua scomparsa.
"Sono grato e colpito,non so nemmeno spiegarmelo (il viandante),
salvo
non si fosse trattato dell'intervento d'una entità divina che ha reso possibile tutto ciò ."
Ci sono altre spiegazioni: casualità, una coincidenza, una fortuita
circostanza, ed anche solo stupida fortuna o buona sorte.
Naturalmente.... Un uomo era capitato per caso a fare una
passeggiata notturna lungo una strada di montagna deserta, avvolta
nella nebbia ed isolata, nel momento esatto in cui un moribondo si
trovava su quella stessa strada ed aveva un disperato bisogno di
aiuto....!
Tali affermazioni sono semplicemente assurde, mentre una spiegazione
più razionale è pensare che il viandante di Jeff era un Angelo in
forma fisica inviato per una missione d'amore e di protezione nei
confronti di Jeff.
Conosciuti anche come Spiriti Guida, gli Angeli sono messaggeri di
amore, di fede, di speranza e guarigione, e sono sempre con noi.
Come eterne essenze vibranti, ovvero anime, abbiamo scelto per una
serie di ragioni e motivazioni diverse di ritornare sulla Terra. ma
non siamo capaci di affrontare la vita fisica da soli.
Siamo uniti
ad un gruppo di altre entità vibrazionali che sono nostri amici e
rimangono al nostro fianco per tutta la vita fisica ed anche dopo
che la vita finisce (un evento conosciuto come "morte").
Queste anime,normalmente, non si incarnano in corpi fisici.
Quando si è molto giovani, sappiamo dell'esistenza dei nostri Angeli
Custodi, i nostri amici immaginari. Almeno, questo è ciò che
genitori ed insegnanti ci dicono quando siamo più grandicelli: che
naturalmente non esistono, attribuendoli solo ad un pio desiderio o
ad una finzione creata dalle nostre fantasie infantili.
Che assurdità! Angeli e Guide sono altrettanto reali quanto noi.
L'unica differenza tra noi e gli angeli è che noi abbiamo un corpo
fisico e loro no.
Occasionalmente, tuttavia, essi possono assumere apparenze fisiche -
soprattutto quando la nostra vita è in pericolo: come nel caso di
Jeff!
(Webmaster da Internet)
TANTI SEGNALI DA CHRIS (30-08-09)
Nessuno
sa per certo ciò che ci accade dopo la morte:
cessiamo
semplicemente d'esistere, oppure la nostra energia - la nostra
personalità o spirito - continua a vivere su qualche altro piano
di coscienza?
La maggior parte delle persone credono che ci sia
una vita ultraterrena ed ogni tanto sperimentano
eventi (ADC's) che li convincono che la vita dopo la morte è una realtà.
Paula, che ha sofferto la perdita di suo figlio Chris, è
una Mamma Amputata Americana e questa è la storia che ha raccontato
su un sito che, come il nostro, raccoglie tante preziose
testimonianze dei suoi Lettori.
*****************************
<Io vivo a Houston, nel Texas, ed ho deciso di condividere la
mia esperienza molto positiva a favore della vita dopo la morte,
raccontandovi quanto mi è accaduto dopo la perdita del mio
figlio più giovane, Christopher,
(3 aprile
1983 - 5 Dicembre 2002).
Christopher è stato un ragazzo di talento, molto brillante,
aveva 19 anni, 8 mesi e 2 giorni quando ci ha lasciato.
Si era appena diplomato alla Scuola Superiore, ed era un bravo artista nel
disegnare caricature, oltre a saper suonare tastiere, basso, chitarra
e batteria. Gli piaceva scrivere nuovi testi satirici su vecchie
canzoni ed era appena stato promosso Chef. Lavorava e
frequentava una scuola di cucina, perchè il suo sogno era di aprire
un ristorante.
Christopher non ha mai incontrato un nemico che non diventasse
poi suo un amico; aveva iniziato a suonare in una rock band con il fratello
maggiore ed aveva grandi progetti per il futuro.
Al momento
della sua morte, non c'è stato nulla da fare per salvarlo. Ecco
com'è andata.
ARRIVA LA MORTE
Era un freddo, nuvoloso, umido e grigio giorno di Dicembre.
Chris, la sera prima di morire aveva trasferito il suo materasso
in salotto perchè la sua stanza era troppo umida.
Io ero appena tornata a casa dopo aver preso mio figlio maggiore
dal lavoro, quando Chris entrò in camera mia. Si era svegliato
e sentiva freddo, perciò mi chiese se poteva dormire nel mio
letto.
"Certo!",
gli dissi. Dopo tutto, sebbene fosse ben
più grosso di me
coi suoi 130 Kg. , era sempre il mio bambino! Infilatosi sotto le
coperte mi sussurrò: "Mamma, ti voglio bene"
ed io gli risposi,
"Ti amo tanto,zuccone!
". Queste furono le ultime parole
che ci scambiammo.
Venti minuti dopo, entrò in camera mia figlia; non riusciva a
far funzionare il suo cellulare nuovo e mi chiedeva di aiutarla.
Naturalmente, -le dissi- sono o no la tua supermamma?
Mentre stavamo trafficando con l'apparecchio, sentivamo Chris
russare forte, come al solito, ma poi il ronfare divenne ancora più forte e
ci fece spaventare. Le sue gambe avevano iniziato a
tremare. In un primo momento pensai che potesse avere i crampi: gli capitava spesso quando dormiva, perciò iniziai a
sfregargliele mentre parlavo con lui, ma non ebbi alcuna risposta.
Mia figlia era terrorizzata. Gridò, "Mamma! sta malissimo!
Chiamo il Pronto Soccorso!"
Mentre freneticamente chiedeva
aiuto al telefono, io mi alzai e mi gettai su Chris.
Il mio cuore si fermò
quando vidi un cerchio blu intorno alla bocca. Mio figlio stava
morendo.
Mi misi ad urlare con tutte le mie forze: "Oh,
mio Dio, no! Non il
mio bambino!"
Immediatamente cominciammo a praticare le manovre
di rianimazione mentre la fidanzata di Chris ed il fratello (nostri
ospiti quella sera) si precipitavano nella stanza a darci una
mano.
Finalmente arrivò l'ambulanza e gli infermieri ed il medico
tentarono di rianimarlo anche con la cardioversione elettrica, ma non
ci fu alcuna risposta. Un'ora più tardi, non poterono far altro
che constatarne il decesso. Il mio bambino ... perduto per
sempre.
PERDUTO DAVVERO PER SEMPRE?
Chris aveva sempre detto che non sarebbe mai andato via
e che si sarebbe sempre preso cura di me, che né io né suo padre
saremmo mai stati abbandonati in una casa di riposo. Ora se n'era andato. Perché? Nessuno poteva darci una spiegazione, tanto che sul certificato
di morte la causa del decesso era
definita come "sconosciuta". Tale rimase fino all' Agosto del 2003
quando potemmo conoscere il risultato dell'autopsia:
"Cardiomegalia con ipertrofia ventricolare sinistra", che aveva
causato la rottura del ventricolo stesso.
Nell'aprile del 2003 decidemmo di dare una festa di compleanno
in sua memoria alla quale parteciparono quasi tutti i suoi
amici. Nessuno di loro potrà mai dimenticare quel giorno.
Ascoltammo un nastro che Chris e la sua band avevano registrato.
Mi parve una buona idea, sarebbe stato come averlo lì, di nuovo
con noi, ed ero felice che tutti potessero ascoltarlo.
Appena pigiai il tasto del registratore e partì la
musica con la sua voce, ebbe inizio uno strano show:
si
accesero da sole prima una lampada, poi le altre luci della stanza, così
come TV, computers, stereo ed ogni altro apparato
elettrico di casa!
Dopo alcuni minuti, improvvisamente, calò
il buio assoluto...
"Lui è qui," dissi. "Chris è con noi!"
Tutti i ragazzi
ridacchiarono nervosamente. Uno di loro esclamò scherzando:
"Chris, se davvero sei tu, riaccendi le luci!"
Immediatamente,
prima d'aver finito di pronunciare la parola "luci", tutte tornarono in vita.
Diciassette giovani uscirono di corsa: il party era
finito. Da quel giorno sono ben pochi quelli vengono a farci visita, solo
alcuni continuano a telefonare per tenersi in contatto.
UNA VISITA
A CASA DI CHRIS
Una settimana dopo feci un sogno (almeno, io lo chiamo così), in cui stavo
viaggiando in auto lungo una strada di
montagna. Ho provato a chiedere perché ero là, dato che
non sapevo chi viveva lassù, ma il veicolo continuava ad
inerpicarsi per la montagna. Io non ne ero alla guida, ma non ero in grado di vedere nessuno al volante, né
ricordo che fosse pronunciata alcuna parola.
Non so che tipo di mezzo fosse, però ad un certo punto è
uscito fuori strada e si é fermato davanti ad una bella capanna
di legno. Aveva un tendone da sole nel portico e sembrava molto ben
mantenuta.
Ricordo di aver guardato in basso per cercare la
maniglia ed aprire la porta: sapevo che ero giunta a
destinazione.
Tenendo gli occhi puntati sulla porta della capanna, uscii senza
guardare e chiusi la portiera dietro di me, sebbene provassi un
certo smarrimento, ancora cercando di capirne il perchè.
Quando la
porta si spalancò, uscì fuori il mio ragazzo!
Gridavo il suo
nome ad alta voce e mi misi a correre verso i gradini della
casetta, mentre Chris correva verso di me. Gli sono
letteralmente saltata in braccio e l'ho stretto forte piangendo,
baciandolo, carezzandolo. Non potevo credere che fosse lui: si
mise a ridere, poi abbiamo urlato di gioia mentre ci tenevamo
avvinghiati l'un l'altro.
Egli mi portò all'interno della casetta: era molto bella, non
eccessivamente rifinita, senza apparecchi elettrici di alcun
tipo, poi mi fece vedere la sua stanza.
Gli confessai quanto mi
mancava e come tutti avessimo sentito la sua dipartita, come fosse
stato tutto un errore, come avremmo voluto che tornasse a casa.
Mi abbracciò stretto stretto e mi rispose:
"Non è
stata colpa di nessuno Non c'era nulla che tu potessi fare, mamma."
Mi assicurò che stava bene -
da solo, ma bene- che gli mancavano
suo fratello, sua sorella, io, papà, ed i nipotini che amava
tanto e mi lasciò un messaggio per i suoi amici: "Sto benone e vi
aspetto tutti.".
Gli dissi che io non volevo tornare indietro, che volevo restare con
lui, che non volevo perderlo di nuovo!
Puff...!
Mi ritrovai al buio, come se qualcuno avesse spenta la luce.
Mi sentii tremare, tutto il mio corpo sembrava scosso
violentemente avanti e indietro.
Christopher e la sua casetta
erano ormai andati, persi nel buio. Poi ricordo di aver sentito,
vagamente in un primo momento, qualcuno che pronunciava il mio nome,
una voce nel buio che urlava:
"Dove sei? Dove sei andata?"
L'agitazione divenne più violenta,
e mi resi conto che qualcuno mi scuoteva avanti e indietro.
La voce era sempre più forte e finalmente la riconobbi: era
quella di mio
marito.
"Apri gli occhi!
" gridava, "...amore, respira!" Mi sentivo presa a
schiaffi, aprii gli occhi e feci un respiro profondo. Ero
tornata a casa mia. Scoppiai in lacrime. Lui mi aveva afferrata
singhiozzando, continuando a chiedermi dove fossi stata e gli
sussurrai:
"Ero con Christopher!"
L'avevo perso di nuovo.....
CHRIS TERRORIZZA UN
PASTORE
Il Sabato successivo, un cliente che frequentava il negozio di
mio marito si era fermato a casa nostra per farci le condoglianze, ma anche perchè aveva sentito parlare della strana festa di compleanno.
Si trattava del Pastore di una chiesa non ortodossa e voleva
rassicurarci che il fantasma di Chris non stava infestando casa
nostra, che esiste solo lo Spirito Santo, che nostro figlio
stava facendo ciò che fanno tutti gli spiriti, o che era rinato.
Fu allora che le luci iniziarono di nuovo, lentamente, ad
emettere uno sfarfallio qui, un barlume là, quindi il computer,
che era spento, si avviò da solo.
Le luci si accendevano e spegnevano in tutta la casa mentre io e
mio marito eravamo seduti sul divano, e quell'uomo su una sedia
di fronte a noi semi-terrorizzato a chiederci che razza di trucco
fosse.
Entrambi gli mostrammo le mani vuote, per fargli capire che non c'era
nessun telecomando, come la gente andava dicendo in giro. Le luci
lampeggiarono più velocemente: non direi che correva urlando, ma
fuggì abbastanza in fretta, pregando ad alta voce! Non è più
tornato nè ha cercato di contattarci nuovamente. Lo spettacolo
luminoso si fermò appena ebbe lasciato la casa.
LA CASETTA
DEGLI UCCELLINI
Il giorno dopo, Domenica, io e la mia nipotina Kelsey andammo al
centro per fare benzina e comprare cibarie. Appena uscite, notai la mia vicina di casa nel suo giardino, immobile con
una pala in mano.
Devo dire che non ci feci molto caso, sul
momento. Quando siamo tornati dal negozio, lei era ancora lì
esattamente dove l'avevamo lasciata, così mandai Kelsey a vedere
se stava bene.
Aveva trovato un piccolo serpente fra i fiori ed
era terrorizzata di muoversi, nonostante gli avesse tagliato la
testa col badile. Facile capire che non è nata in Texas!
Io corsi verso di lei, presi la pala e gettai nel cestino quel
che restava del rettile, poi l'accompagnai a casa sua. Era molto
scossa, ma decisi di raccontarle del mio "incontro" con Chris
che lei conosceva da alcuni anni. Quando ebbi finito il racconto, lei
impallidì e mi disse:
"Resta lì! Non andare da nessuna parte!" e
sparì nel retro della casa per tornare subito dopo con in mano una casetta per uccellini a forma di capanna di legno!
Ero sbalordita. A parte alcune decorazioni,
la casetta era una
replica esatta di quella dove ero andata ad incontrare Chris!
Prima che potessi riprendere fiato, lei iniziò a raccontarmi di
come la Domenica di Pasqua - il giorno in cui avevamo
organizzato la festa per Chris - era andata a fare shopping al
"Wally World", un ipermercato dove aveva notato quella casetta.
Aggiunse di aver avuto la strana sensazione che la "seguisse"
per tutto il negozio e che aveva provato un forte impulso a
comprarla, cosa che aveva poi realmente fatto. Quale migliore conferma che
ero stata effettivamente a visitare Chris?
Mi ricordai che il giorno che mio figlio era morto, nel tornare
dall'ospedale, avevo notato che la mia vicina stava
uscendo in fretta da casa sua. Lei mi disse che quel giorno aveva appena ricevuto
una telefonata in cui le dicevano che sua zia ed un suo cugino
erano rimasti vittime d'un incidente stradale in cui il cugino
era rimasto ucciso. Mi chiesi se il misterioso autista del
"sogno" fosse stato proprio lui e forse è stato proprio così,
essendo deceduto quasi alla stessa ora di mio Figlio.
Questi episodi mi hanno fatto aprire gli occhi verso le
manifestazioni che mio figlio continua ancora a darmi per
rassicurarmi della sua presenza. Può trattarsi di strani globi
di luce sulle foto digitali, di elettrodomestici che partono e
si spengono da soli anche in presenza di altre persone e tanti
altri segni.
Christopher aveva sempre detto che non mi avrebbe mai lasciata:
sta mantenendo la sua promessa!>
Webmaster da Paranormal Ph.
KATIA, LA BIMBA FANTASMA (16-11-08)
Finora non ci eravamo mai imbattuti in racconti di contatti post mortem (ADC) provenienti dall'ex Unione Sovietica, per cui non abbiamo perso l'occasione di tradurre per i nostri Lettori la bellissima e commovente storia di Katia, una bambina che non voleva lasciare i suoi cari anche dopo la morte, continuandoli a proteggere ed a confortare per diversi anni con la sua eterea presenza .
IN QUESTA
FAMOSISSIMA FOTO SI VEDE IL FANTASMA DI UNA BAMBINA FRA LE
FIAMME D'UN INCENDIO. |
*************
Katia era cresciuta in una povera famiglia
che risiedeva in un piccolo appartamento di Stalingrado, verso la fine degli
anni 80, un'epoca in cui la caduta del Comunismo aveva ridotto in miseria molti nuclei
familiari già precedentemente poveri e che dovevano lottare quotidianamente
per mettere qualcosa da mangiare nel piatto, per cui era diventato quasi impossibile ricevere cure
mediche, anche se estremamente necessarie.
Katia aveva compiuto da pochi giorni il suo 11 ° compleanno, quando iniziò a
stare male. Vi era un medico nel quartiere, ma potette fare ben poco, salvo dare
ai suoi genitori la notizia che la piccola era gravemente malata. Le strutture
sanitarie statali erano piene e sarebbero passate settimane prima di avere un
appuntamento. Finalmente gli specialisti presso l'ospedale la visitarono,
ma per la sua vita v'erano pochissime speranze: Katia aveva un'aggressiva forma di
mieloma multiplo che la uccise dopo appena due mesi dai primi segni di
malattia.
I suoi genitori non potevano permettersi uno loculo per la
sepoltura e così il suo corpo venne cremato e le ceneri furono conservate in un'urna di ceramica
che venne posta su di un tavolo al centro del soggiorno, avvolte in un
drappo e
con accanto una foto di molti anni prima, che la ritraeva al circo.
Anche se l'immagine era vecchia, quella era la Katia che i suoi familiari volevano ricordare:
sorridente e con gli occhi scintillanti di vita. L'urna era diventato una specie
di sacrario e sua madre accendeva sempre una candela in ricordo della sua
bambina ogni Sabato notte, lasciandola bruciare fino alla Domenica mattina.
Non molto tempo dopo la sua morte, la famiglia di Katia notò strani accadimenti
che provocarono sentimenti contrastanti fra la costernazione, la speranza e la
curiosità.
Dapprima accadde qualcosa di strano proprio con quella fotografia. Per ben due
volte la vecchia immagine era stata trovata a faccia in giù sul tavolo,
mentre un'altra foto, che ritraeva Katia in un'età più avanzata, aveva preso il
suo posto accanto all'urna
Anche se i suoi genitori preferivano la foto di quando era piccolina, in più di
un'occasione la ragazza
-quand'era in vita- aveva detto che a lei non piaceva. Per qualche ragione non
amava vedere l'immagine di se stessa sorridente. Per la sua famiglia fu
ovvio pensare che lo spirito della ragazza ancora odiasse quella vecchia foto e
che voleva essere ricordata all'età in cui era morta.
Circa un mese dopo la sua dipartita, il fratello ed un amico stavano giocando
in un appartamento abbandonato accanto al loro palazzo. Precedentemente
l'edificio aveva ospitato
una Comune Stalinista, ma poi era caduto in rovina ed era parzialmente crollato
pochi anni prima. Anche se il governo aveva ripulito la zona, gli operai non
erano stati molto efficienti, perchè avevano lasciato numerose macerie, resti di
ferro, cumuli di cemento ed alcune pareti ancora sporgenti dal terreno.
Quel giorno i due ragazzi giocavano alla guerra in un appartamento
vuoto, nel tardo pomeriggio.
Mentre l'altro si nascondeva da qualche
parte fra le rovine, il fratello di Katia si aggirava in mezzo alle pareti
distrutte in cerca di lui. Ad un certo punto, guardandosi intorno , egli intravide con
la coda dell'occhio qualcosa che catturò la sua attenzione:
Katia era lì, alla finestra principale del loro appartamento, col viso pressato contro il
vetro ed agitava le braccia freneticamente......
Il ragazzino rimase esterrefatto anche se, per un breve attimo, gli sembrò una cosa
più che naturale, dato che sua sorella spesso lo guardava giocare dalla
finestra. Ma poi finalmente si rese conto di ciò che stava vedendo: frastornato
indietreggiò di qualche passo, allontanandosi dal muro in rovina ...
proprio nel momento in cui crollava.
La sua attenzione si spostò dall'apparizione di sua sorella al muro crollato ed
agli spuntoni di ferro che uscivano dalle macerie.
Inutile dire che quando
ebbe guardato di nuovo verso la finestra, sua sorella era scomparsa.
Il suo amico, avendo sentito
il fracasso del crollo, era subito accorso per vedere se si fosse ferito,
trovandolo in preda allo stupore, perchè aveva capito che, se fosse rimasto dove
era fino a pochi attimi prima dell'apparizione, sarebbe stato seriamente ferito,
se non ucciso dalla caduta dei detriti.
Sua sorella gli aveva
salvato la vita, perchè dall'Oltretomba l'aveva messo in guardia bene in tempo!
La presenza di Katia è stata spesso avvertito anche da suo padre.
Quando la
bimba era piccola, si addormentava con lei sul divano dopo averle fatto le coccole,
tenendola al suo fianco e cingendola con le sue grandi braccia, per poi, nel
cuore della notte, riportarla nel suo lettino. In più di un'occasione, dopo la
sua morte, egli era stato svegliato
dalla sensazione che il suo braccio la
stringesse ancora poi, una notte, la presenza di Katia era stata così reale che
il poveretto non riuscì a contenersi e si mise a piangere in maniera
incontrollata per la perdita della sua cara figlia.
E lui giura che in quei
momenti sentì sulla guancia una piccola mano che gli asciugava le lacrime.
Era come se gli stesse dicendo
che anche se era morta ora stava bene, che l'amava ancora.
L'eterea presenza di Katia divenne ben presto una costante e rassicurante parte
della vita familiare. Ogni settimana si verificavano strani eventi paranormali
solo per confermare che Katia ancora risiedeva con la famiglia nel loro piccolo
appartamento con tre camere da letto e queste 'visite' erano ancor più frequenti
durante le festività che lei amava tanto.
Il Natale successivo alla sua morte, le luci sull'albero spesso si
attivarono da sole.
Un carillon a molla, che quindi doveva essere caricato ogni volta con la sua
chiavetta, suonava da solo inspiegabilmente ogni notte di Natale, sempre e soltanto
quando la famiglia era già andata a letto, ma il più incredibile incidente
avvenne quasi tre anni dopo la sua morte.
Era stato un inverno molto freddo e la notte molte persone che vivevano negli
altri appartamenti non potevano permettersi di accendere il normale sistema di
riscaldamento elettrico, quindi alcuni si erano arrangiati con rimedi
improvvisati. In molti avevano installato stufe a legna, alimentando con pallets
e pezzi di legno compensato di scarto, o con prodotti petroliferi tutt'altro che
raffinati, quei caloriferi che avrebbero dovuto bruciare ben altro.
In pratica un disastro annunziato che poteva accadere ad ogni istante.
Al secondo piano, quasi sotto la famiglia di Katia, uno di questi apparecchi di
ripiego era stato lasciato incustodito durante la notte e da esso partì un
incendio che cominciò a devastare l'edificio.
Molte persone persero la vita,
ma la famiglia di Katia ne uscì incolume.
Quando il fuoco era appena
iniziato tutte le porte del loro appartamento cominciarono ad aprirsi e
chiudersi rumorosamente, svegliandoli tutti. Essi naturalmente attribuirono i
fenomeni a Katia, ma non avevano alcuna idea di ciò che stava cercando di
comunicare loro, poichè il fumo non aveva ancora invaso le loro stanze.
Ma, come tutta la famiglia giunse nel soggiorno per chiedere spiegazione del
fenomeno a Katia, suo padre percepì un debole ma distinto sussurro nell'orecchio:
"Scappa, Papà!"
proprio mentre avevano iniziato
a notare l'odore di fumo che stava per invadere il corridoio attraverso la
tromba della scala. Katia aveva salvato la sua famiglia da morte certa ma
purtroppo, a causa della confusione ingenerata dal disastro, non avevano avuto
modo di salvare l'urna cineraria.
Non ne fu mai trovata traccia tra le macerie ed i particolari fenomeni con cui
Katia aveva rassicurato la sua famiglia si fermarono, forse perchè il suo
Spirito non era più in
grado di manifestare la sua presenza terrena a causa della distruzione
dell'appartamento
che era stato casa sua per tutta la sua breve vita.
Il fantasma di Katia non era più con la sua famiglia che, trasferitasi in un
nuovo appartamento, non ebbe più altre esperienze paranormali, gettandoli nel
dolore per
una seconda volta, ma col cuore pieno di gratitudine per la loro bambina che li
aveva salvati oltre che per quei pochi momenti meravigliosi in cui avevano avuto
la certezza che la loro figlia perduta viveva ancora con loro.
(Trad. Webmaster da: The Paranormal Pastor )
CONTATTO... VOLANTE CON L'ALDILA'!
(14-11-08)
John Edwards, uno dei più famosi Mediums
Americani, ha raccontato al prestigioso quotidiano
New York Times di un contatto spontaneo con il padre defunto di una hostess,
avvenuto durante un viaggio aereo.
Questa storia (se vera e non frutto di un ben organizzato spot pubblicitario) ci
dimostra come tali tipi di dialogo con l'Aldilà possano avvenire anche senza
essere richiesti e che sono proprio quelli più "genuini". Ma lasciamo la parola
al famoso Psichico Newyorkese:
---------------------------------------------------------
< Ero in volo per Miami,
quando ho immediatamente fatto caso ad una delle assistenti di volo. Provavo
l'impellente necessità di darle un abbraccio, ma ovviamente, me ne guardai bene
dal farlo.
Io non sono certo il tipo che abbraccia persone sconosciute senza motivo,
oltretutto è possibile essere arrestati per questo, però continuavo a pensare
che la mia reazione era stata molto insolita, così mi limitatai a tenerla
d'occhio. Anche lei mi stava guardando, come se mi conoscesse, sicchè
pensai che forse mi aveva visto in televisione
(John conduce un famoso
show sulle TV Americane -NdR).
Seduto che fui al mio posto, non ci pensai più, ma subito dopo il decollo, la
ragazza si avvicinò e mi chiese se conoscessi la sua famiglia.
Le feci alcune domande sul loro luogo di origine, ma in me non scattò nulla: non
li conoscevo affatto.
Durante il volo venne verso di me diverse altre volte e mi chiese ripetutamente
se fossi assolutamente certo che non conoscevo nessuno della sua famiglia;
io continuai a dirle di no.
Infine, mi affrontò nuovamente, perchè pensava che io fossi stato in qualche
modo collegato a suo padre. Per metterla a suo agio, le dissi che avevo uno show
in TV e che forse lei mi conosceva per averlo seguito, ma lei non aveva mai
sentito parlare nè di me nè del mio show televisivo, "Cross Country".
Pochi minuti dopo, un'altra assistente di volo mi si avvicinò: era molto
turbata. Anche lei mi disse che non sapeva chi fossi o quello che facessi, ma
che la sua collega era un tipo molto emotivo e che era sicura che avevo qualcosa
a che fare con lei, e così la raggiunsi nella zona cucina. Le confessai subito
che avrei voluto darle un abbraccio appena l'avevo vista sull' aereo, anche se
non sapevo nulla di lei.
E poi è successo qualcosa di
incredibile: ho iniziato a parlare di lei attraverso il suo defunto padre!
Sapevo il suo nome e i nomi di altre persone della sua famiglia che erano con
lui dall'Altro Lato e le espressi tutti sentimenti che suo padre aveva per lei e
per i suoi cari e le dissi anche che lui stava bene e che voleva che anche lei
lo fosse.
Poi le ho dato un abbraccio ed ho messo due dita sulla sua spalla, un gesto
completamente estraneo alle mie abitudini. Come ho fatto ciò, la hostess è
scoppiata in lacrime, ma erano lacrime di gioia:
il suo papà era solito
fare la stessa cosa.
Non sono in grado di dirvi quando un volo sarà in ritardo o se sarà annullato,
nè certamente posso aiutarvi a fare i giusti investimenti in borsa o puntare per
voi al tavolo del blackjack a Las Vegas, ma a volte posso dare un sorriso alle
persone che ne hanno bisogno.>